Indagini su Monte Dei Paschi il broker Lutifin e gli Otc: complesso giro di intermediazione dietro il derivato Alexandria

Scritto il alle 15:52 da carloscalzotto@finanza

E ora alla caccia dei responsabili della tragica situazione di

MPS: il broker Lutifin e gli Otc … complesso giro di intermediazione dietro il derivato Alexandria

SIENA. Nello scorso novembre qualcuno a Siena e a Roma aveva tirato un sospiro di sollievo, ma è durato poco.
Le indagini coordinate dalla procura di Milano su una società svizzera di intermediazione in operazioni di compravendita di prodotti finanziari, la Lutifin SA, avevano fatto emergere un vorticoso giro di commissioni con risvolti illegali.

In particolare, il sospetto degli inquirenti era che le operazioni con la Lutifin venissero fatte anche per “abbellimenti” di
bilancio da parte delle banche.

Ovvero, in alcuni casi era un modo per far uscire titoli tossici o particolarmente rischiosi, e poi farli rientrare modificati o dopo che il bilancio era stato sistemato.

La stampa aveva riferito di 18 indagati, tutti dell’area finanziaria e bancaria milanese e della società svizzera.

Ma la sorte non è stata benigna con gli sfortunati banchieri senesi.

Nella chiavetta Usb sequestrata nel 2010 alla Lutifin dalla Finma, la Consob svizzera, e girata per competenza al pm milanese Roberto Pellicano, si parlava anche di banca MPS. Documenti (fatture e contratti di consulenza, tra cui la fattura numero 30 per 600.000,00 euro) relativi alla transazione di un prodotto strutturato da 120 milioni effettuato, nel 2007, con la tedesca Dresdner Bank.

Uniti dalle indagini a dichiarazioni di numerosi testimoni, hanno consentito agli investigatori di formulare pesanti accuse.

Così prosegue il racconto fatto da Il Sole 24 Ore: “Nell’informativa del Nucleo, viene spiegato che «Lutifin Services Sa era stata utilizzata quale veicolo per effettuare pagamenti riservati nei confronti di alti dirigenti del Monte dei Paschi di Siena, in cambio dell’acquisto, da parte dell’istituto di credito da cui dipendevano, di un “pacchetto titoli” all’interno dei quali ve ne erano alcuni (Cd0) che presentavano forti perdite per Dresdner Bank». source

Nella chiavetta elettronica arrivata dalla Svizzera, ci sono poi altre cose sui cui stanno lavorando i militari della GdF.

Tante le controparti bancarie italiane (non solo Mps) ed estere.

E anche qualche investitore istituzionale di quelli che pagano le pensioni.

«L’attività di intermediazione finanziaria ha riguardato molteplici transazioni – dice il Nucleo nell’informativa – aventi per oggetto strumenti finanziari di vario genere, nella maggior parte dei casi titoli obbligazionari Otc (over the counter, non regolamentati)». Materiale per ulteriori capitoli di indagine”, e che stringe il cerchio sull’operazione Alexandria in tutte le sue sfaccettature; nel dettaglio, il prodotto strutturato aveva un codice Isin (una sorta di “targa” che hanno tutti gli strumenti finanziari): XS0257560028. L’emittente era Skylark Ltd, società veicolo di Dresdner Bank con sede alle Cayman.

Sarà difficile per il vecchio management di Rocca Salimbeni uscire da questa storia, che lo vede sotto il tiro della Magistratura fin da tempi non ancora sospetti. Gli impatti contabili per Rocca Salimbeni sono evidenti nei 500 milioni in più di Monti bond che Profumo e Viola hanno chiesto al governo, proprio per prepararsi al peggio: a contabilizzare le perdite che nessuno risarcirà.

Secondo «La Banca d’Italia non fa un’azione di polizia, cura la sana e prudente gestione laddove la gestione sembra imprudente interviene» ma la domanda che mi viene in mente è questa:

La mancata vigilanza di Mps nasce da qui?

Tra le tante cose che sarebbe giusto chiedersi a proposito del modo in cui Mps l’ha fatto sotto il naso a Banca d’Italia ci sarebbe anche da chiedersi come può un’istituzione (come ) controllare in libertà una società (come ) se quella società () controlla a sua volta proprio l’istituzione (Bankitalia) che dovrebbe controllarla.

Come si sia arrivati a questa situazione e perché non la si sia intercettata prima  “Sui controlli e dal file che vedete qui sotto capirete il perchè delle mie domande”

La situazione delle fondazioni è una mela marcia collusione allo stato puro tra banche e politica.

Le fondazioni si calano a puntino nel nostro tessuto politico e sono un caposaldo del clientelarismo locale (non a caso la politica nazionale vorrebbe centralizzare).

In sostanza, le fondazioni hanno voce in capitolo nel nominare i manager delle banche private, quindi nell’indirizzare gli investimenti e le attività delle banche private. Non solo, anche nella loro ampia opera di filantropia, possono avere un occhio di riguardo per determinati bacini elettorali.

Ovviamente, sempre per riconoscere l’italianità di questo peculiare istituto, difficilmente una fondazione è in mano ad una sola parte politica( non è il caso di MPS, visto che  Mps è controllata dalla Fondazione Mps, la cui deputazione è formata da 16 consiglieri dei quali 13 vengono nominati dal comune e della provincia di Siena, da anni governati da amministrazioni di centrosinistra, ma il centro è dalla parte del popolo vero?), ma si procede ad un’adeguata spartizione della torta.

Ora abbiamo MPS nel centro del mirino ma andate a vedere i nomi del CdA della vostra fondazione locale e capirete a cosa mi riferisco.
La fondazione è quindi da un lato la strada italiana alla privatizzazione e dall’altro la rovina e la fusione tra economia dei poteri forti e politica.

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