Monte dei Paschi di Siena: Bankitalia chiede una chiara inversione di rotta

Scritto il alle 09:54 da carloscalzotto@finanza

 

Il direttore centrale della vigilanza di Palazzo Koch in audizione al Senato: «Abbiamo chiesto una inversione di rotta».


Il nuovo corso del Monte dei Paschi di Siena ha avuto per regista la Banca d’Italia. A chiarire il ruolo esercitato e a descriverne gli effetti è stato il direttore centrale della vigilanza di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, in audizione al Senato il 10 luglio.
Bankitalia ha chiesto una «chiara e decisiva inversione di rotta» rispetto alla gestione passata. Bankitalia ha indicato nella riedizione dei Tremonti bond la strada per risolvere il problema della ricapitalizzazione dell’istituto sollevato dall’Eba.source


MIGLIORARE L’EFFICIENZA. Signorini, nel suo intervento ha raccontato come, l’opera di “moral suasion” svolta da Palazzo Koch abbia spinto gli azionisti del Monte dei Paschi di Siena a considerare «la necessità di un forte cambiamento», approvando il nuovo piano industriale e cambiando i top manager.
A valle di questo processo, si è arrivati a una «consapevolezza dell’esigenza di migliorare l’efficienza e ripristinare condizioni durature di equilibrio reddituale e patrimoniale».


I VINCOLI DEL PRECEDENTE ASSETTO AZIONARIO. Nel suo intervento, Signorini ha cosi ricordato che «negli ultimi anni la situazione è stata condizionata da decisioni strategiche e d’investimento che hanno prilvilegiato la redditività di breve periodo».
Inoltre, «le peculiarità dell’assetto azionario hanno posto seri vincoli all’attuazione degli interventi sul capitale necessari a sostenere le strategie perseguite e hanno ritardato gli interventi di ristrutturazione necessari per ridurre i costi di struttura».


UN PIANO INDUSTRIALE IN DISCONTINUITA’. Dopo la richiesta di un “cambio di rotta” la risposta è stata data su più fronti e «il piano d’impresa approvato dal cda per il 2012-15 e presentato al mercato il 27 giugno si pone in forte discontinuità con la gestione precedente ed è caratterizzato da incisivi interventi gestionali ed operativi. Le linee guida del piano includono il rafforzamento della qualità e della quantità del capitale, il riequilibrio della liquidita, il consolidamento della redditivita» ma anche una diminuzione degli organici di 4.600 unità.


STOP ALLE OPERAZIONI STRAORDINARIE. «Il piano di impresa ora descritto», ha aggiunto «dovrà costituire un elemento fondamentale del piano di ristrutturazione che dovrà essere presentato dalla banca e vagliato dalla Banca d’Italia e dal Mef per essere infine sottoposto all’autorizzazione della Commissione europea». Tra i vincoli previsti c’é quello che «per tutto il tempo necessario all’attuazione del Piano, Banca Mps non potrà acquisire direttamente o indirettamente nuove partecipazioni in banche, società finanziare o assicurazioni, a meno che l’acquisizione non sia funzionale all’attuazione del piano e compatibile con la normativa Europea».


TREMONTI BOND, ALTERNATIVA A INTERVENTO STATALE. Quanto ai nuovi Tremonti Bond, Signorini ha sottolineato che lo strumento si inserisce sulla scia delle precedenti obbligazioni a garanzia Statale (la cui ultima finestra d’emissione s’era chiusa nel 2010) e dovrebbe quindi superare il vaglio della Commissione Europea mentre «un eventuale intervento diretto dello Stato nel capitale della banca attraverso l’acquisizione di azioni ordinarie sarebbe stato percepito come un vera e propria nazionalizzazione, avrebbe rischiato di produrre effetti depressivi sul prezzo delle azioni in circolazione, con un impatto rilevante non solo sugli attuali azionisti di controllo, ma anche su investitori istituzionali e piccoli azionisti».

UN’EMISSIONE COMPLESSIVA DA 3,9 MILIARDI. Signorini, infine, ha spiegato che alla possibilità dell’istituto di sottoscrivere nuovi strumenti di ripatrimonializzazione «si aggiungerà l’emissione di ulteriori 1,9 miliardi, destinati a sostituire i ‘Tremonti bond’ emessi dalla banca del 2009 e non ancora rimborsati».
In questo caso «l’importo complessivo dell’emissione potrà quindi essere pari al massimo di 3,9 miliardi». Bankitalia, nell’audizione, non nasconde il ruolo di pressing avuto sul Mps. se volete leggere l’analisi sul titolo andate QUI

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