Monte Dei Paschi piano industriale, errata corrige: riqualifica 4600 unità lavorative non le licenzia

Scritto il alle 16:53 da Agata Marino

 

 

Monte dei paschi la chiama ”miglioramento della produttività” e sposta, riqualificando le 4600 unità lavorative non licenziando, per correttezza inserisco il testo completo dove si evince ciò che vi ho riassunto in poche parole, aggiungo l’articolo inserito in precedenza dove non era specificato il reintegro con riqualificazioni, l’analisi sul titolo è comunque confermata QUI :

il passaggio da una logica di intermediazione ad una di distribuzione di servizi, non solo finanziari (+30% margine da servizi)

  •  la creazione di un’unica rete (attraverso l’incorporazione di Banca Antonveneta) e il potenziamento delle risorse di front line (1.000 nuovi sviluppatori)
  •  il rilancio delle attività di Private Banking (reclutamento di 100 nuovi bankers)
  •  affermazione di una posizione di leadership nel settore “bancassurance”
  •  il lancio della nuova Banca on-line integrata con l’attuale rete di 1.000 promotori finanziari

· Miglioramento della qualità dell’attivo (riduzione del tasso di decadimento di 17bps nel 2011 – 2015) attraverso:

  •  l’accentramento del «governo» del credito nella Direzione Crediti
  •  il potenziamento della gestione del credito problematico (1.000 gestori del credito prepatologico)

· Miglioramento dell’efficienza operativa in un percorso socialmente sostenibile attraverso:

  •  l’efficientamento dei costi (riduzione della base dei costi del 16% nel periodo 2012 – 2015)
  •  la razionalizzazione e semplificazione del Gruppo con incorporazione delle controllate e razionalizzazione della presenza territoriale (chiusura di 400 filiali non in linea con gli obiettivi di redditività, pur mantenendo il presidio del territorio)
  • l’esternalizzazione Back-office preservando i livelli occupazionali del personale coinvolto (oltre 2.300 persone)
  •  la riduzione complessiva del personale di oltre 4.600 unità, incluse le 2.300 risorse del Back-office e 1.200 relative agli asset disposals
  •  un nuovo modello di organizzazione del lavoro e sistema premiante e piano di potenziamento engagement del personale
  • manovre sui dirigenti (riduzione del numero e del costo complessivo)

Tagliare costi, chiudere filiali (400), vendere gli asset non utili alle nuove strategie del Gruppo. Il tutto per ripartire piu’ ‘leggeri’ con una banca ”proiettata nel futuro”

Sembra essere questo lo spirito del Piano industriale 2012-2015 della banca, un piano che vuole rispondere alle richieste di capitalizzazione avanzate dall’Eba (3,3 mld), che hanno prima di tutto portato all’aiuto di Stato.

In poche parole l’obiettivo del piano e’ anche quello di rimborsarli ‘di fatto’ nel 2015 e azzerare la dipendenza dalla liquidita’ della bce.

Un piano che prevede il ritorno all’utile solo nel 2015 (630 mln) e una diminuzione dei costi operativi di 565 mln, con una riduzione di 4.600 posti di lavoro, conseguenza della cessione di asset (1200 dipendenti), razionalizzazione del Gruppo e esternalizzazione delle attivita’ di back-office (2.300 dipendenti) come inserito nel comunicato stampa, e il taglio di circa 100 dirigenti.

Insomma i dipendendi non vengono licenziati ma il dato di fatto è che questi impasti  non piacciono ai sindacati, pronti sembra anche a uno sciopero. La decisione, su questa e su altre forme di protesta, potrebbe essere presa nel corso di una ”segreteria unitaria”.

 

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