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FITCH RASSICURA L’ITALIA: NON RISCHIA DI DOVER CHIEDERE IL SALVATAGGIO IL NOSTRO PROBLEMA E’ IL DEBITO PUBBLICO
Dopo tante notizie non confortanti e dopo la frase poco felice del ministro delle finanze austriaco, Maria Fekter, che ieri ha detto che anche l’Italia, dopo la Spagna, “potrebbe avere bisogno di aiuto”.
Arriva una sorta di assicurazione da parte di Fitch
La notiza non è confortante per le economie del Vecchio Continente, visto che tutte le economie della UE rischiano declassamenti… ma se Fitch sul fronte rating mette in guardia i Paesi dell’Eurozona, dall’altra parte rassicura invece sulle condizioni dell’Italia.
Con “un deficit di bilancio molto basso, così come pure un deficit delle partite corrente” e pochi “problemi di banche”, il nostro Paese non deve temere di fare la fine della Spagna, rispetto alla quale si trova in una condizione migliore. Improbabile dunque che saremo costretti a chiedere aiuti all’Unione Europea.
La situazione non è comunque rosea. E se è vero che l’Italia non rischia di dover chiedere un salvataggio da parte dell’Unione, ha però “ancora alti livelli di debito pubblico e ha poco spazio per assorbire eventuali shock”
Ora rispondiamo a un pò di domande che vengono fatta in mail sulla Spagna
E’ vero che l’Italia deve sborsare dei miliardi per il salvataggio della Spagna?
No, è il Fondo europeo di Stabilità a dare i soldi alla Spagna, attraverso titoli emessi dal fondo di stabilità stesso. L’Italia fornisce, come gli altri paesi, solo una garanzia e nell’immediato non avrà uscite di cassa. Sia che i fondi siano forniti dall’Efsf sia che l’operazione sia condotta dall’Esm, non è l’Italia a dover ricorrere ai mercati, ma il fondo stesso, che può indebitarsi a tassi nettamente più favorevoli di quelli attualmente pagati dal governo italiano, grazie alla garanzia di tutti gli Stati partecipanti, compresi quelli con tripla A di rating (Germania in testa). Il solo esborso da parte dell’Italia riguarderà il conferimento di capitale dell’ESM, che per quest’anno è previsto nella misura di 32 miliardi, di cui all’Italia spetta una quota del 17,9 per cento: 5,7 miliardi. Di fatto è un meccanismo non lontano da quello previsto per gli Eurobond.
Il debito creato in questo modo entra nel debito pubblico ed è rilevante per il fiscal compact?
Dipende se l’operazione sarà condotta dal fondo attualmente operativo (Efsf) o dal suo successore (Esm). Questo perché Eurostat non ha riconosciuto all’Efsf un’esistenza autonoma rispetto agli Stati che ne fanno parte. Nel caso dell’Efsf, il debito che questo contrae sui mercati per intervenire a favore degli Stati che richiedono assistenza è classificato dalle autorità statistiche come debito pubblico nazionale degli Stati che partecipano al fondo. Diverso è il caso dell’Esm, che sarà operativo dal 1 luglio ed è riconosciuto da Eurostat come un’istituzione internazionale, alla stregua della Comunità europea, e il cui debito sarà conseguentemente distinto da quello degli Stati . C’è dunque una differenza dal punto di vista dell’impatto sul debito rilevante per i parametri di Maastricht.
Tuttavia, per il Patto di stabilità la distinzione è poco rilevante, poiché lo stesso patto prevede che l’impatto di queste operazioni debba essere considerato a parte dalla Commissione, quando questa sia chiamata ad applicare la procedura per disavanzo eccessivo.
Erano due appunti da fare in aggiunta all’analisi che avevo affrontato domenica e che potete leggere andando QUI... il problema è guadagnare tempo