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Manovra: continua la DISequità

Scritto il alle 14:40 da balrock@finanzaonline

Dopo la non introduzione dell’ IMU, ex ICI, alla chiesa ( vedi QUI ) e alcuni video qua sotto:

 

 

 

Si continua anche sul fronte di quell’ 1,5% da reperire dai capitali scudati a suo tempo, in quanto sarebbe di “difficile applicazione” per vari motivi:

Lo sottolinea il Servizio Studi del Dipartimento Bilancio della Camera. “Pur considerando la quantificazione del gettito potenziale coerente con i dati disponibili sui capitali finora emersi per l’effetto della normativa vigente, l’applicazione dell’imposta straordinaria prevista dalla norma in esame potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi. Tale situazione – spiegano i tecnici – potrebbe verificarsi nel caso in cui il contribuente scudato ha investito i capitali emersi in altre attività finanziarie ovvero ha spostato la sua posizione presso un altro intermediario. In tale ultimo caso, in cui il vecchio intermediario non ha la provvista e il nuovo non ha la dichiarazione riservata, non appare chiaro quale debba essere il sostituto d’imposta”. Tradotto, il governo potrebbe andare a chiedere soldi a persone che non li hanno più. O che li hanno già spostati su altro investimento.

Ma non basta. Quanto all’obbligo degli intermediari di segnalare all’Agenzia delle Entrate i contribuenti nei confronti dei quali non è stata applicata e versata l’imposta a causa dell’intervenuta cessazione del rapporto di deposito o per non aver ricevuto la provvista, si evidenzia “la necessità di acquisire chiarimenti circa la compatibilità di tale segnalazione con la garanzia di anonimato delle dichiarazioni di emersione delle attività da parte degli intermediari nei confronti dell’amministrazione finanziaria, prevista dalla normativa vigente, al fine di escludere effetti pregiudizievoli sulle maggiori entrate ascritte alla norma in esame”. Come a dire che i diretti interessati, ai quali è stata data garanzia di anonimato pur di riportare i soldi in Italia, potrebbero anche protestare. E le proteste potrebbero sfociare in ricorsi la cui durata non garantirebbe, ovviamente, l’immediato incasso da parte dello Stato dell’agognato 1,5%.

Quindi molto probabilmente, la nuova tassazione aggiuntiva sullo scudo fiscale, non si farà. Non cè che per chi le tasse le paga sempre, e che non può scappare da esse, perchè prese alla fonte, che sarà sempre il solito e solo a pagare……………….

Questi sono gli ultimi dati della CGIA di Mestre:

la manovra economica al netto doveva essere di poco più di 20 milardi previsti nel triennio 2012-2014, in realtà adesso il valore complessivo del decreto del governo Monti è salito a 63 miliardi circa.

A rilevarlo, con una certa sorpresa, è la Cgia di Mestre. Cosa comporta questo? Che il peso della manovra graverà su ogni famiglia italiana mediamente 2500 euro, cioè poco più di 830 euro all’anno.

La novità, ha spiegato l’associazione di Mestre, è giunta “dopo la lettura del decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’altro ieri: il decreto salva-Italia aumenta di quasi 3 volte, in quanto darà luogo ad una correzione del deficit per un importo di circa 20 miliardi nel 2012 e di altri 21 miliardi per ciascuno dei due anni successivi. Complessivamente, quindi, la manovra del governo Monti avrà un effetto complessivo di 62,9 mld di euro, dove le maggiori entrate rappresenteranno circa il 70% della manovra, mentre le minori spese ammonteranno a circa il 30%“.

“Se agli effetti economici della manovra Monti aggiungiamo anche quelli esplicati dalle due manovre d’estate redatte quest’anno dal governo Berlusconi – ha spiegato Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – l’effetto complessivo, nel periodo 2011-2014, sale a addirittura a 208 miliardi di euro. Pertanto, il costo che ogni nucleo familiare dovrà farsi carico nel quadriennio 2011-2014, sarà pari a 8.266 euro, poco più di 2.000 euro all’anno.

Cosa c’è rimasto ancora di equo?

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1 commento Commenta
balrock
Scritto il 8 Dicembre 2011 at 15:47


x approfondire andare QUA:
http://www.linkiesta.it/tasse-pressione-fiscale-italia-europa

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