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Investire oggi in titoli Biotech: Avvicinamento ad ASCO 2013 Novità per Array BioPharma (ARRY)
Abbiamo già detto ormai da diversi mesi che il titolo oggetto dell’articolo di oggi, è uno di quei titoli su cui abbiamo puntato. Molti si chiedono e non riescono a capire come mai un’azienda con una pipeline del genere quoti una cifra così bassa. Questa cosa accomuna Array BioPharma, Inc. ed Exelixis, Inc. con la sola differenza che la seconda ha $ nelle casse esagerati (ne brucia anche tanti pero’) e capitalizza ovviamente il triplo. Poi andiamo a guardare la quotazione e ci accorgiamo che praticamente la prima supera la seconda. Non si possono paragonare le due aziende sono troppo diverse. Al momento EXEL nonostante quoti relativamente poco è più avanti nello sviluppo clinico e da più parti ormai la pipeline e in particolare il loro farmaco di punta “Cabo” (abbreviato) negli anni si è costruito un nome con dati clinici sempre convincenti. Dopo la prima approvazione nel tumore alla tiroide ormai il farmaco va sempre più avanti nello sviluppo clinico e cercherà l’approvazione anche in altri tumori.
Tornando ad Array, commentando man mano che escono dati clinici, in passato ho usato questa frase “l’azienda sembra non sbagliare un colpo”. Beh ogni tanto qualche colpo invece lo sbaglia e in particolare non direttamente ARRY ma il suo partner Astrazeneca con il selumetinib preso in licenza da Array. Vediamo cosa è successo.
Dal 9 al 12 Marzo a Los Angeles si è tenuto il Congresso della Society of Gynecologic Oncology
L’inibitore sperimentale delle MAP chinasi selumetinib non ha raggiunto gli endpoint principali di uno studio di fase II condotto in pazienti con tumore all’endometrio. I risultati del trial sono stati presentati al Congresso. Per noi azionisti di Array BioPharma, Inc. (ARRY) che ha dato il selumetinib in licenza al colosso Astrazeneca questo evento per fortuna è passato quasi inosservato.
L’attivazione del pathway delle MAP chinasi (MAPK) gioca un ruolo importante nelle proliferazione cellulare ed è frequente nel tumore all’endometrio. Gli esperti hanno voluto così analizzare l’efficacia di selumetinib, farmaco che inibisce selettivamente MEK-1/2, nelle donne con tumore all’endometrio ricorrente.
Lo studio è di fase II, a singolo braccio e in open che ha come endpoint principali il tasso di risposta e la sopravvivenza senza progressione (PFS) a sei mesi. Gli endpoint dello studio erano raggiunti con una aumento dal 15 al 20%, con un livello di significatività del 10% e una potenza del 90%. Per essere iscritte al trial le pazienti erano state trattate con almeno un regime chemioterapico, ma non più di due trattamenti precedenti.
Quindi 75 mg bid di selumetinib per via orale, somministrato tutti i giorni fino alla progressione della malattia o alla comparsa di manifestazioni di intolleranza per una durata di un ciclo di 28 giorni.
Lo studio ha arruolato 54 pazienti, 4 sono state escluse e l’età media delle partecipanti era di 62 anni. La classificazione istologica era nel 62% delle partecipanti di tipo endometrioide, nel 16% di tipo sieroso e nel 20% di tipo misto. Il 36% delle pazienti presentava un tumore endometrioide di grado 1/2. Il 30% delle partecipanti era stato precedentemente trattato con due regimi terapeutici citotossici (cellule danneggiate).
Il 6% delle pazienti trattate con selumetinib ha ottenuto una risposta oggettiva (una risposta completa e due risposte parziali). In 13 pazienti la risposta migliore è stata la stabilizzazione della malattia. La percentuale delle pazienti con una PFS a sei mesi era del 22%. La PFS media e la sopravvivenza generale (OS) media erano rispettivamente di 2,4 mesi e di 8,4 mesi.
Per quanto riguarda la sicurezza del farmaco, gli eventi avversi di grado 3 e 4 attribuibili al medicinale e osservati in più del 5% delle partecipanti erano fatigue (senso di stanchezza e spossatezza che i pazienti avvertono a prescindere dalle attività svolte) (14%), anemia (10%), edema (8%) e dispnea (respirazione difficoltosa eh) (6%). Durante lo studio si sono verificati un caso di infezione renale di grado 4 e un decesso dovuto alla progressione e alla disfunzione epatica.
Questi risultati dimostrano che selumetinib è sicuro nelle donne con tumore all’endometrio, ma il medicinale non ha raggiunto gli endpoint prespecificati di efficacia in queste pazienti.
Come ricorderete Selumetinib, ha dato risultati positivi in combinazione con docetaxel in fase II condotto in pazienti colpiti dal sottotipo genetico più comune di cancro al polmone non a piccole cellule (Nsclc) – quello con mutazioni del gene KRAS. Il farmaco ha dato risultati positivi anche in fase II sul carcinoma ovarico sieroso di basso grado.
Il cancro dell’endometrio, o del corpo uterino, origina dalle ghiandole della mucosa che riveste la cavità del corpo dell’utero. Questo tumore è, tra quelli più frequenti dell’apparato genitale. La mortalità per cancro dell’endometrio è, però, notevolmente inferiore a quella per cancro dell’ovaio e della cervice.
Questo si presenta spesso nella fascia di età compresa tra i 55 ed i 65 anni e solo nel 20% dei casi prima che sia iniziata la menopausa.
Proprio ad ASCO 2012 selumetinib ci aveva lasciati dubbiosi con sopravvivenza mediana che non raggiunge la significatività statistica ma che mostra un netto vantaggio a favore di Selumetinib: 9,4 mesi contro i 5,2 del placebo (parliamo di tumore al polmone, con mutazione del gene KRAS).
Astrazeneca ha i soldi per provare selumetinib in svariati studi clinici, sono tantissimi. Ogni tanto ci sta qualche battuta d’arresto alternata a qualche buona notizia come avevamo già commentato nel precedente articolo. Mentre Astrazeneca arranca almeno dal punto di vista della chiarezza (di cosa fare con le fasi 3), Novartis con l’altro MEK inibitore preso sempre in licenza da ARRY ha le idee chiare.
Ragazzi la battaglia dei MEK inibitori è già iniziata da anni ma solo recentemente con i nuovi MEK di ultima generazione sono arrivati anche i risultati. Da una parte tra i colossi abbiamo Roche Vs GlaxoSmithKline ovvero GDC 0973 (preso in licenza da EXEL Vs Trametinib. Poi si passa ad Astrazeneca che sta cercando di trovare una strada e prima o poi ci riuscirà mentre Novartis e ARRY ormai la strada l’hanno decisa e ci sono anche loro…….peccato che la piccola Array ne ha due. Ma Array non è che sia solo MEK inibitori eh…..anzi….. A voi.
presente sul titolo long 😀