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Banca Monte Dei Paschi: separare le banche dalle fondazioni cioè dalla politica
la partecipazione incrociata delle poltrone è un problema che affligge tutte le società quotate in borsa, non solamente le fondazioni bancarie, e non solamente l’Italia. Anche nella prima della classe Germania la solita elìte partecipa i consigli di sorveglianza e i consigli di amministrazione di una pletora di società per azioni.
purtroppo è inutile dire davanti a questo conflitto di interesse quanto senso abbia parlare di concorrenza, divieto di formazione dei trust e oligopoli in un momento di crisi economica e politica, quando i decisori collezionano incarichi a destra e sinistra, e sono fisicamente sempre gli stessi, insomma non mollano le poltrone per nessun motivo al mondo, noi abbiamo molti esempi da parte di nostri politici che hanno come unica professione fatta il politico, non faccio nomi li conoscete già 🙄 .
Ora torniamo a MPS gravissima situazione ma non tanto per la banca che come tutte le banche il questo periodo non meritano nessun tipo di solidarietà( Grandissime responsabili dìaver bloccato l’economia e stretto il credito alle imprese e alle famiglie) ma ai poveri risparmiatori che come molti hanno investito i sacrifici di una vita in banche che ritenevano SICURE! A CHI RIDA’ I SOLDI INDIETRO A QUESTE PERSONE?
TOGLIAMO LO STRATO DI MARCIO dal marcio
Separiamo il management delle banche dalla politica.
non è molto chiaro quali siano gli obbiettivi di banche in cui continua a esserci una forte influenza della politica.
Dal comportamento si può notare un influenza permanete tra interessi locali e cicli politici più che dal desiderio di garantire redditività ed efficienza e quindi interessi ai poveri correntisti.
come si potrebbe spezzare questa indegna collaborazione?
bisogna completare il processo di privatizzazione facendo uscire le fondazioni dal capitale delle banche conferitarie
Le vere responsabili, dove la politica si annida e raccoglie i frutti sono appunto le fondazioni il canale principale attraverso cui la politica mette le mani sulle banche.
Funziona così: I politici entrano negli organi sociali delle fondazioni, si “puliscono” per un mandato, e da lì passano ai consigli di amministrazione delle banche.
La procedura è talmente collaudata che il codice di autodisciplina recentemente approvato dall’Acri, l’associazione che riunisce la fondazioni, si è stranamente dimenticato di proibire che le fondazioni possano nominare membri dei propri consigli d’amministrazione ai vertici delle banche cui partecipano.
Ora cercherò di documentare e di mettere in luce quanti siano i politici di lunga carriera ai vertici della fondazioni.
E’ giusto ricordare che una certa quota di rappresentanti ai vertici delle fondazioni è di nomina di enti pubblici locali.
Ma nessuno vincola un Consiglio Comunale o Provinciale dal nominare persone competenti ai vertici delle fondazioni, con capacità manageriali e conoscenze specifiche nel terreno di intervento sociale prescelto dalla fondazione in questione.
Cominciamo qui sotto dalla Fondazione Monte Paschi di Siena, il cui vertice è composto per due terzi da politici di professione che, si noti, appartengono all’intero arco politico PD, PC, DC ANCHE UNO DI FORZA ITALIA… ECC
Fondazione Monte dei Paschi di Siena
Fonte presa dal sito la Voce
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GABRIELLO MANCINI
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ANATRINI FIORENZA
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MAURIZIO BOTARELLI
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PAOLO BROGIONI
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PIETRO BURRESI
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STEFANO CULICCHI
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ALESSANDRO GRIFONI
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FRANCA MARIOTTI
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MAURO MARIOTTI
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LIO SCHEGGI
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VITTORIO GALGANI
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ENRICO BOSI
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ENRICO CECCHETTI
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RICCARDO MARTINELLI