Spesa, Sanità, Tagli, Farmaindustria lancia l’allarme: Sfumati 10000 posti di lavoro ! Stato di crisi del settore ?

Scritto il alle 17:16 da gooser

Non so se riusciremo a portare nuovi farmaci in Italia”. E’ l’allarme lanciato dal presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, durante dell’assemblea pubblica dell’associazione facendo riferimento al provvedimento sulla spending review. “Non costringeteci – ha aggiunto – a chiedere lo stato di crisi del settore. Lo scorso anno abbiamo perso il 9% del mercato e questo si aggiunge ai 10 mila posti di lavoro sfumati…il rischio e’ che alla fine si creeranno due fasce di cittadini quelli che andranno in Svizzera a comprare i nuovi farmaci e quelli che non li potranno avere”. Source PHARMASTAR

“C’e’ un caso Italia nel farmaceutico”, invertire la rotta (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 04 lug – “Bene maggior rigore nella sanita’, minori sprechi, meno leggi e piu’ controllo”, ha detto Scaccabarozzi, “ma le politiche siano mirate e riconoscano all’industria farmaceutica il suo ruolo tra le leve di sviluppo del Paese. Il settore del farmaco e’ un patrimonio che l’Italia non puo’ perdere”.

Se la presenza dell’industria farmaceutica in Italia garantisce investimenti, esportazioni (il 47% delle quali e’ hi-tech e colloca il nostro Paese al decimo posto nella classifica dei settori) e occupazione di qualita’ (65.000 addetti e 6.000 ricercatori distribuiti in 165 fabbriche nazionali), il settore, per il suo presidente, incontra “diversi fattori di criticita’”.

Tra i “piu’ urgenti” c’e’ il rallentamento del mercato interno, con tassi di crescita piu’ bassi degli ultimi 15 anni, le scadenze brevettuali, l’aumento dei costi della Ricerca e dello Sviluppo dei medicinali, i cambiamenti nei modelli di organizzazione e la ristrutturazione delle aziende, ma anche lo spostamento della domanda mondiale verso altri Paesi emergenti capaci di attrarre investimenti. Ecco perche’, spiega ancora Scaccabarozzi,”esiste un caso Italia” nel farmaceutico. Il settore e’ “ormai al bivio”: i tagli, che prima riguardavano per l’80% l’informazione scientifica adesso toccano i centri di ricerca e gli investimenti. “Gli investitori stranieri ne sono consapevoli e parlano di delocalizzazione e di un’Italia dichiaratamente no innovation”.

Il settore dell’industria farmaceutica propone dunque un’inversione di rotta immediata con tempi certi di accesso ai farmaci innovativi “che oggi raggiungono anche 500 giorni, penalizzando cosi’ i cittadini in attesa” e gli investimenti stessi; occorrono tempi certi di pagamento delle forniture alla Pubblica Amministrazione “in media di oltre 250 giorni e punte di 700, ma che si sono allungati ulteriormente negli ultimi due anni”.

 

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