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Crisi immobiliare: -17,8% le compravendite nel 1° trimestre 2012 rispetto al 2011. -44% rispetto al 2006
Le compravendite delle case sono calate in tutta la Penisola, da nord a sud. I dati sono forniti dall’ Agenzia del Territorio ( QUI il rapporto completo ), nel primo trimestre 2012 rispetto all’ anno precedente, le compravendite sono calate del 17,8%, rispetto al picco del 2006 invece il calo è stato ancora più consistente, sfiorando il -44%:
I settori più colpiti sono stati il residenziale e il terziario, con un crollo pari a -19,6%. A Roma il crollo è stato pari a -20,6% mentre Milano ha risentito meno della crisi, con una variazione pari a -10,7%.
I motivi? Sempre i soliti noti. La crisi economica, stretta sui mutui concessi dalle banche che erogano finanziamenti con il contagocce, minore domanda di mutui da parte di cittadini, quasi -5% il dato ad aprile 2012, pressione fiscale, tasso di disoccupazione aumentato ( solo tra il III trimestre 2011 e il IV trimestre 2011 si è passati dal 7,6% al 9,6%), il TAEG nel 2011 è aumentato di quasi un punto percentuale, salari al palo, la propensione al risparmio che si è attestata al 12% nel 2011, il livello più basso registrato dal 1995, ecc. ecc.
Anche l’ IMU ha fatto la sua parte, il crollo è avvenuto nel momento in cui il governo decideva di reintrodurre la tassa sulla prima casa, per molte famiglie questa imposta ha significato un sacrificio molto consistente che pesa sul bilancio famigliare. Ci sono numerose famiglie, meno ricche, proprietarie di seconde case, nella maggior parte dei casi ottenute in eredità, che si sono trovate centinaia o migliaia di euro da pagare nel giro di un anno. Per mantenere un patrimonio consistente è necessario avere un reddito elevato. Quanto il secondo si riduce, come in Italia, mantenere il primo diventa impossibile.