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Prossimo vertice di Bruxelles: L’UE sta preparando una sorta di Piano Marshall, un riferimento storico inquietante che negli ultimi mesi appare anche nei documenti ufficiali dell’Unione
Per il prossimo vertice, Bruxelles vuol presentare agli azionisti la proposta di iniettare 200.000 milioni di euro per infrastrutture, energia e tecnologia.
L’UE sta preparando una sorta di Piano Marshall, un riferimento storico inquietante che negli ultimi mesi appare anche nei documenti ufficiali dell’Unione, e dà un’idea dello stato di salute dell’economia del continente…..source
E non ultimo l’Unione Europea ha anche un progetto per stimolare la crescita nei paesi più colpiti, ma a una condizione molto caratteristica dei tempi: senza spendere soldi, o almeno non troppo denaro. Bruxelles ha sviluppato un grande piano di investimenti in infrastrutture, tecnologie energetiche verdi e avanzate anche nel settore privato, come spiegato da fonti europee a El Pais, per ottenere qualcosa di simile con la quadratura del cerchio come le politiche per la crescita senza aumentare il debito dei partner dell’euro.
La rivolta contro l’austerità tedesca ha un nome, Alleanza per la crescita, o Agenda per la crescita, come la chiamava la cancelliera Angela Merkel fino a ieri, mentre ora invece abbraccia le idee del candidato socialista alla presidenza della Francia, François Hollande. Utilizzare la Banca Europea degli Investimenti (BEI) come leva per effettuare investimenti, creare posti di lavoro e cominciare a crescere. Nel prossimo vertice, dopo le elezioni francesi, la Commissione presenterà un menu di opzioni di capitalizzazione sul passaggio della BEI ove poter utilizzare l’ingegneria finanziaria per intraprendere progetti per un importo di circa 200.000 milioni di euro attraverso queste approvazioni. In programma ci sono anche Eurobond per finanziare investimenti, o qualsiasi altro tipo di sofisticati veicoli finanziari, oppure la creazione di una infrastruttura europea che serva al medesimo scopo.
L’Unione ha in programma due opzioni. La più immediata è quella di chiedere denaro ai paesi in modo da iniettare 10.000 milioni di euro con la BEI. Questa istituzione, creata più di mezzo secolo fa per finanziare progetti europei, rischia di perdere il rating da parte delle agenzie, causa la recessione allarmante, in quanto riduce i suoi prestiti e sovvenzioni in condizioni difficili per mantenere la propria Tripla A. In altre parole, non aiuta quando ce n’è più bisogno. Questa iniezione di capitale servirebbe per ammorbidire l’aria abbastanza tesa per aumentare così la sua capacità di prestito a 60.000 milioni di euro per quest’anno (non che il denaro nuovo servisse per evitare un taglio drastico ai suoi prestiti). Avrebbe la possibilità così di istituire investimenti europei per un importo pari a 180,000 milioni di euro.
Questo non è l’opzione più fattibile a causa della pressante asfissia fiscale corrente. Si devono cercare alternative: il Comitato onde finalizzare una mossa che dovrebbe essere pronta per il vertice informale chiesto dopo le elezioni francesi, cerca di fornire tutte le ipotesi che richiedono queste cose alla prossima riunione formale dei capi di Stato e di governo di fine di giugno, com’è già noto nei corridoi di Bruxelles. Il Vertice di crescita, con tutte le capitali e tutte le lingue ivi rappresentate, è finalizzato con appuntamenti enormi che vogliono essere decisivi. “Se nei mercati c’è spazio, è necessario utilizzare ogni immaginazione per la ri-crescita politica. Gli investitori istituzionali sono disposti a presentare le loro opzioni interessanti, e tutti quei soldi verrebbero convogliati verso progetti europei per la tenuta dell’Unione”, spiega una fonte comunitaria. Bruxelles cerca di utilizzare i quasi 12.000 milioni di euro la parte non utilizzata del fondo di salvataggio finanziato dal bilancio comunitario (chiamato EFSM 60.000 milioni, il resto è già impegnata negli aiuti alla Grecia, Irlanda e Portogallo), e usare quel denaro come leva per attrarre circa 200.000 milioni di investimenti con il settore privato.
Ci sono diverse opzioni sul tavolo, più o meno ambiziose per utilizzare questi 12.000 milioni, al termine delle elezioni francesi. E a seconda della conferma, o meno, avremo la conversione della Merkel al nuovo vento della politica europea. In breve, si tratta di ingegneria finanziaria: con quel denaro come capitale ibrido da parte della BEI, a titolo di garanzia per progetti infrastrutturali pubblico-privati attraverso sofisticati strumenti finanziari e obbligazioni di progetto (obbligazioni garantite da progetto UE l’acquisto di fondi pensione e altri investitori, che da tempo stanno preparando dallo scorso autunno).
Bruxelles ha già fatto circolare queste opzioni, e lo ha anche espresso al team di Hollande, come Lui stesso ne ha parlato apertamente nella sua campagna elettorale, utilizzando la BEI nella sua strategia di crescita. La Merkel ha aggiunto l’idea proprio ieri, a tal punto da sembrare una lingua simile a quella di Hollande sia sulla BEI che sui fondi europei, con uno stock di oltre 30.000 milioni di euro. Con il sostegno verbale, in tasca, l’Unione Europea sta aspettando in una calma apparente, il maggio francese. In questo modo viene salvato anche se dovesse vincere.
In una lettera Hollande e la Francia decrive la sua tesi in una battuta: tagliare il portafoglio prestiti della BEI, cartolarizzare prestiti già concessi oltre al sostegno del bilancio europeo, liberando così capitale per riprendere il prestito: un chicanery (cavillo) finanziario ambizioso insomma, alla maniera del subprime, a condizione che la Germania supporti questo corso.