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Archivi tag: Spending review
E’,senz’altro, una manovra inutile, tanto che arriveranno al punto di farne una aggiuntiva in primavera. Che voto dare alla “competenza” economica di questo governo considerando che Grilli snocciola cifre , e percentuali , contraddette dalle dichiarazioni di BankItalia, Corte dei Conti, … Continua a leggere
Dopo l’esaltazione per le magnifiche sorti progressive della nazionale di calcio e la batosta che ha riportato sulla (sotto?) terra il calcio italiano, finalmente si sta tornando a parlare di cose serie e cosa potrebbe esserci di più serio … Continua a leggere
Facciamo una premessa per quanto riguarda i tagli ai super privilegi: il Governo non può fare niente sulle spese di ciascuna Camera del Parlamento. Per Costituzione ciascuna Camera è finanziariamente indipendente. I super-privilegi come treno gratis, pasti quasi gratis, aerei, … Continua a leggere
Monti sta facendo il contrario di quello che dovrebbe fare, il debito pubblico si cura con la crescita che assorbirà la disoccupazione, allora si capisce che la crescita va messa al primo posto, allora Monti afferma che dopo la politica … Continua a leggere
Dopo che il Fondo monetario internazionale ha annunciato che ridurrà le stime della crescita economica globale quest’anno, per la debolezza in investimenti, lavoro e disoccupazione in Europa, Stati Uniti, Brasile, India e Cina. Lo ha detto Lagarde in un discorso … Continua a leggere
Il via libera ai tagli per 26 miliardi circa in tre anni arriva dal Consiglio dei Ministri ieri sera, dopo 7 ore di riunione, è stato evitato l’ aumento dell’ IVA per l’ anno in corso rendendolo più leggero per … Continua a leggere
Osservatori autorevoli come il Financial Times “sfottono” l’apologia trionfatrice di Monti
Borse e spread timidi c’è chi frena su Monti. Fu vero trionfo?
I giornali e le tv hanno dipinto Monti come il trionfatore di Bruxelles. Ma osservatori autorevoli come il Financial Times sfottono un po’ questa apologia.
Mario Monti riferirà alla Camera giovedì pomeriggio sull’esito del vertice europeo, ma più tempo passa, meno brillante sembra essere il suo vantato successo nella dura trattativa con Angela Merkel….
A Bruxelles, il presidente del consiglio ha strappato il cosiddetto meccanismo calma-spread, ma ieri Olanda e Finlandia (alleati di ferro della Germania) lo hanno rimesso in discussione. Ieri i mercati hanno galleggiato sulla parità, più sensibili ai dati drammatici dell’economia reale. Se la borsa di Wall Street ha perso mezzo punto secco appena è stato comunicato l’indice Ism manifatturiero negli Stati Uniti di giugno, sceso a 49,7 da 53,5 punti di maggio (dato peggiore delle delle stime degli analisti), le borse europee hanno frenato anche sui dati della disoccupazione dell’eurozona a 17 paese, salita all’11,1%, la più alta dai tempi dell’introduzione dell’euro. Né i mercati hanno gradito le prese di posizione di Olanda e Finlandia, che hanno ribadito la loro contrarietà a che il fondo salvastati Esm acquisti titoli di stato dei paesi in difficoltà sul mercato secondario, punto centrale del piano calma-spread italiano. Già, lo spread: il differenziale tra i Btp e i Bund tedeschi è sceso a 423 punti base, con i titoli italiani che scambiano al 5,71%. Meglio della settimana scorsa, ma nulla di più. Piuttosto si spera in un taglio dei tassi della Bce, dopodomani.
«Per il governo tedesco contano i risultati», ha risposto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert a Berlino alla domanda se Angela Merkel si sentisse sconfitta o meno da Monti, aggiungendo che «al vertice si sono prese decisioni importanti coerenti con la linea tedesca». Sul Financial Times, l’editorialista Wolfgang Munchau dà una lettura del vertice Ue molto realista: se Monti ha «sfidato» Merkel e ha «vinto la battaglia», il «vero vincitore» del summit di Bruxelles è stato «il cancelliere tedesco, non Monti». La spiegazione è più che corretta: per Munchau, Monti è stato «intelligente» a minacciare il veto su «qualcosa di cui la Merkel aveva urgente bisogno», riferendosi al piano per la crescita da 120-130 miliardi di euro. Il presidente del Consiglio ha messo la Merkel «nell’angolo» e «sopravviverà qualche settimana o mese in più in politica», «un esempio di classica diplomazia Ue». Ma «dietro le quinte», si legge su Ft, si vede che, «almeno per l’Italia, non è cambiato assolutamente nulla». Anzi: il fondo salva-Stati poteva già acquistare titoli italiani sul mercato ma non era utilizzato e l’Italia deve comunque firmare un memorandum d’intesa (Mou) ed essere soggetta alla Troika (Commissione Ue, Bce, Fmi), anche se la procedura sarà «meno invasiva», permettendo all’Italia di «salvare un po’ più la faccia». Resta il fatto che la capacità di fuoco dell’Esm (European stability mechanism) di 500 miliardi di euro «non è cambiata», prosegue Munchau, osservando che questa somma, «semplicemente, non è abbastanza». Quindi, «Monti si sarà assicurato il giusto accordo politico, ma per risolvere il problema delle dimensioni dell’Esm avrebbe dovuto veramente insistere su una licenza bancaria». Per questo, è la Merkel la «vera» vincitrice: la cancelliera è riuscita a mantenere invariate le responsabilità della Germania. «Qualcuno – scrive – dovrà spiegarmi com’è possibile non avere alcun cambiamento nelle responsabilità complessive della Germania, né delle politiche della Bce, e comunque (dire) che adesso l’Italia e la Spagna possono essere al sicuro, quando non lo erano una settimana fa» Continua a leggere
Prende sempre più corpo il decreto di revisione della spesa pubblica, che sempre più somiglia ad una manovra fatta di tagli anche lineari e proprio per questo scatena l’altolà di Pd, Pdl e sindacati alla vigilia dell’incontro di Mario Monti … Continua a leggere
L’ ex- premier Silvio Berlusconi dichiara di sentire la crisi economica: “Devo tagliare, non me lo posso più permettere, prima avevo 11 palazzi, ora solo uno, se prima le mie azioni valevano 11, ora valgono uno“. Le sue spese personali … Continua a leggere
Sanità, Enti locali, “auto blu”, tetti agli stipendi, risparmio energetico, consulenze, pensioni: sono i temi su cui si concentrano le oltre 95.000 segnalazioni sulla spending review inviate dai cittadini in appena una settimana. Una media di 1 messaggio ogni 2 secondi, … Continua a leggere
Il piano c’è. Ora però bisognerà calmare i ministri. La spending review del ministro Piero Giarda è sul tavolo di Mario Monti. Repubblica passa in rassegna i tagli in questa tabella… Ora però arriva il difficile. Ovvero, individuare i ministeri … Continua a leggere