in caricamento ...
Elezioni, Sequester e Austerity: tre cose che noi italiani possiamo insegnare agli USA
John Boehner e Barack Obama |
Daily Beast: il risultato delle elezioni farà anche ridere, ma avrà ripercussioni in Europa e in America. Roma dimostra inoltre, alla vigilia dei tagli automatici alla spesa, che l’austerity non è la soluzione ai problemi economici
Gli Stati Uniti imparino la lezione italiana: l’austerità non può essere la soluzione ai problemi economici..
Alla vigilia del ‘sequester‘, i tagli automatici alla spesa che – senza un accordo in Congresso – entreranno in vigore domani, Robert Shrum, consulente politico che ha lavorato a diverse campagne elettorale democratiche, ha spiegato sul Daily Beast i rischi cui vanno incontro gli Stati Uniti.
Lo speaker della Camera, John Boehner, si rifiuta di trovare un compromesso che potrebbe salvare migliaia di posti di lavoro, avanzando l’ipotesi che l’austerity possa “risolvere i problemi di spesa” e “salvare in futuro decine di milioni di posti di lavoro”. Forse, nota con ironia Shrum, “sarebbe troppo chiedergli di leggere John Maynard Keynes, ma potrebbe dare un’occhiata allo stato pericoloso in cui si trovano Gran Bretagna e Italia, e sempre più l’intera Unione europea”. Il Grand Old Party sembra aver calcolato che la gente, per i tagli automatici, se la prenderà con la Casa Bianca e i democratici. Possiamo suggerire di leggere QUI
Il risultato delle elezioni in Italia potrà anche far ridere, con “la riabilitazione di un politico diventato clown”, come Silvio Berlusconi, e la contemporanea affermazione di Beppe Grillo, “clown trasformatosi in politico”. Come scritto da Paul Krugman prima delle elezioni – aggiunge Shrum – le politiche di austerity imposte all’Italia hanno aggravato la crisi, e provocato l’aumento della disoccupazione( ECCO QUI L’ARTICOLO), soprattutto tra i giovani.
Ma la difficile situazione, che ha causato l’ondata di protesta che ha portato alla “farsa” italiana, non sembra ancora aver convinto gli ideologi del rigore di aver sbagliato. Eppure la Gran Bretagna ne è un altro esempio.
Il voto avrà delle ripercussioni a livello mondiale, come hanno subito dimostrato le reazioni dei mercati finanziari, che temono una nuova crisi nell’Eurozona.
Anche se il dollaro si è rafforzato, gli investitori statunitensi hanno compreso le possibili ricadute della crisi, contrastata dalla Federal Reserve, almeno finora, con un piano di stimolo monetario.
Non possiamo isolarci da un ordine globalizzato, scrive Shrum, perché la “nostra crescita dipende dal destino dell’Eurozona”, dove il rigore voluto dalla Germania si scontra con il funzionamento della democrazia in Francia, Spagna, Italia. “Le loro e le nostre banche sono legate – scrive – e sappiano cosa vuol dire: il loro declino deprime la vendita di beni e servizi, e la creazione di posti di lavoro in America”. source
Non è però il solo pericolo – o lezione – per l’America. “Questa settimana, o la prossima, o il prossimo mese, potremmo noi essere ostaggi del Beppe Grillo di turno” fa presente Shrum.
La crisi ha resuscitato Berlusconi e portato al centro della politica italiana Grillo, che ha mostrato come il web possa stimolare, ma al tempo stesso paralizzare, la democrazia. La disillusione in Italia è profonda e “temo – scrive Shrum -che non abbiamo ancora visto nulla, in Italia e nelle altre democrazie”.
L’Italia ha poi dimostrato che Twitter è diventato un’alternativa ai sondaggi, come mostrato da Voices from the Blogs, un progetto dell’Università di Milano, che ha pronosticato l’esito delle scorse elezioni presidenziali americane monitorando più di 40 milioni di tweet negli Stati Uniti, nel mese finale della campagna elettorale.
Il risultato predetto – la vittoria di Barack Obama con 3,5 punti percentuali di vantaggio su Mitt Romney – si è molto avvicinato a quello reale, fa notare Shrum; anche se il risultato in Colorado e Pennsylvania non è stato indovinato, è stato invece correttamente assegnato il successo al presidente – aggiunge – in Stati in bilico come Florida, Ohio e Virginia. Il modello è stato poi applicato alla campagna elettorale italiana, dove tutti i sondaggi hanno sovrastimato il consenso per il centro-sinistra; Voices from the Blogs non è andato così vicino al risultato finale delle elezioni italiane come a quello maturato negli Stati Uniti, ma ha comunque compreso meglio dei sondaggisti come gli italiani avrebbero votato.
Insomma, c’è poco da ridere. Per l’Italia, e per gli Stati Uniti.