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Burocrazia e truffe autorizzate e poi l’Italia va male!
Coloro che mi seguono, sanno bene qual è il mio pensiero sulla finta unione europea e su tutte le sue implicazioni.
Esiste tuttavia un malfunzionamento congenito dell’Italia, che prescinde dalla permanenza nell’Europa e che ha radici molto più profonde.
L’Italia è il paese dove la burocrazia è capace di moltiplicare un debito inesistente nel merito, di migliaia di volte in poco tempo e senza che il singolo cittadino possa far nulla per evitarlo.
La storia è quella di una cittadina di Napoli, alla quale nel 2009, ad un controllo presso una stazione della metropolitana veniva contestata l’obliterazione di un biglietto orario, oltre il termine consentito (90 minuti).
La signora Anna faceva notare con gentilezza al personale addetto al controllo, che l’obliteratrice automatica aveva accettato il passaggio del biglietto in questione, ma il solerte controllore obiettava che esso era comunque avvenuto fuori tempo ed elevava pertanto il verbale.
Anna è una cittadina perbene, ossequiosa delle leggi vigenti , pertanto accettava , pur suo malgrado, la multa.
Costo del biglietto 1,10 Eur, sanzione di 47 Eur, da pagare alla successiva notifica del verbale, salvo possibilità di opporsi presso il giudice di pace.
Il verbale giunge al domicilio di Anna qualche mese più tardi , lei, che è un avvocato, fa due conti, e sapendo bene che l’opposizione avrebbe un costo di 38 Eur (solo per il bollo), decide di pagare, non avendo tra l’altro la certezza di vincere il ricorso stesso.
La storia sembra finita lì, con il cittadino vessato, vittima di una obliteratrice automatica starata e della solerzia di un controllore.
Ma quattro anni più tardi, siamo nel 2013, arriva un ingiunzione di pagamento di 110 Eur, per il mancato pagamento del verbale contestato nel 2009.
Anna stenta a ricordare l’episodio, poi fa mente locale e ricostruisce la vicenda; tra le sue doti, c’è quella di essere estremamente ordinata, quindi va nel suo archivio e trova la pratica relativa al fatto in questione, con tanto di bollettino postale relativo al pagamento effettuato di 47 Eur.
Tutto coincide, anche la data e il numero di protocollo del verbale, quell’ingiunzione è un’ingiustizia, non ha ragione di essere, perché la multa (anche se ingiusta), era già stata pagata a suo tempo, per evitare perdite di tempo ed eventuali aggravi di spesa.
A questo punto il lettore si chiederà: si può considerare nulla l’ingiunzione? Neanche per sogno.
Essendo l’ingiunzione un atto esecutivo, la legge dice che Anna, per far valere i suoi diritti, deve opporsi ufficialmente presso il giudice di pace, spendendo i famosi 38 euro che aveva voluto risparmiare a suo tempo, perché in caso contrario il decreto ingiuntivo farà il suo corso, fino al pignoramento.
Ricapitolando quindi, 1.10 Eur , divenuti inizialmente 47 Eur, sono poi stati magicamente moltiplicati fino a diventare 110.00 Eur oltre spese e ulteriori sanzioni.
La somma quindi è 1.10 + 47 + 110 + 22 + 6.60 = 186.70 Eur, per un biglietto regolarmente obliterato. Un aggravio del 17.000 % . In una nota parabola, Gesù Cristo moltiplica i pani e i pesci per i bisognosi, in Italia si moltiplicano le truffe autorizzate a danno dei cittadini onesti.
Twitter: @GDallaglio
ormai si deve scendere dal piano politico a quello militare