Folla oceanica per Grillo anche a Torino dove spara su MPS

Scritto il alle 01:01 da Agata Marino

A Torino terra del PD, chi ha potuto ascoltare Grillo ha assistito, davanti ad una folla enorme, alla denuncia che Beppe Grillo ha fatto in maniera inequivocabile e senza mezzi termini verso Francesco Gaetano Caltagirone ( vice presidente sino ad un anno fa  di MPS e niente popoò di meno che suocero di Casini, e inserito in aziende leader delle costruzioni come Impregilo, insomma a differenza del genero uno pesante e che conta)  

Ha sottolineato un meccanismo perverso per il quale Mussari non è stato altri che una rotella di un sitema criminale.
Mettendo in rilievo e senza mezzi termini la responsabilità diretta dei soci privati nella devastazione e saccheggio della Banca.

Il leader del movimento 5 stelle ha citato direttamente il Vicepresidente fino ad un’anno fa Francesco Gaetano CALTAGIRONE,dicendo che come vice presidente NON POTEVA NON SAPERE.

Su Grillo ognuno ha il giudizio che vuole, resta significativo che se il comico ha attaccato così direttamente e in quella maniera, NON PUO’ NON AVERE IN MANO ELEMENTI SCHIACCIANTI, altrimenti rischierebbe di essere denunciato pesantemente e Beppe non avrà nemmeno una minima immunità parlamentare per farsi scudo.

Mette in luce Mussari, che a Siena veniva visto come un Dio, riportando alla giusta dimensione e sua interpretazione il personaggio marionetta di squali ben più furbi di lui.

 

Ma ora ritorniamo ai fatti, dopo il breve intermezzo e commento sul nuovo intervento di Grillo.

SIENA. Abituati ai “torrenziali” interrogatori  di Antonio Vigni, i giornalisti sono stati quasi colti alla sprovvista quando, dopo “appena” tre ore e mezza,  l’avvocato Mussari ha lasciato il Palazzo di giustizia. Secondo i procuratori l’incontro è durato “l tempo giusto; giusto il tempo di una valutazione” se lo hanno lasciato andare avrà parlato alla grande, aggiungo io. 
Mussari era arrivato poco prima delle 12 in tribunale e ha atteso nel corridoio per una cinquantina di minuti prima di entrare nelle stanze della procura.

L’interrogatorio si è svolto nell’ufficio del procuratore capo Tito Salerno, presenti i pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso, il generale Bottillo, che comanda il nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza e i due legali dell’ex presidnete del Monte, Tullio Padovani e Fabio Pisillo.

Fonti giudiziarie fanno sapere che il verbale dell’interrogatorio di Giuseppe Mussari è stato secretato e che per ora non è prevista una nuova convocazione davanti ai pm, che valuteranno nei prossimi giorni se chiamare di nuovo l’ex presidente della banca per ulteriori chiarimenti.

Rumors sulla presentazione di una memoria darebbero una spiegazione sulla brevità dell’incontro, ma altre voci ipotizzano che le risposte dell’ex-presidente non abbiamo soddisfatto i magistrati.source
I legali di Mussari hanno affermato che il loro assistito ”ha risposto a tutte le domande formulate dai Pm”. Tullio Padovani, legale di Mussari, è uscito con una impressione positiva dicendo: “Ho assistito a tantissimi interrogatori nella mia carriera e questo lo posiziono nella fascia alta di gradimento per un avvocato difensore”.

Secondo la Reuters il legale ha aggiunto “Anche il fatto che il confronto coi magistrati sia durato relativamente poco “è un elemento di gradimento e i magistrati hanno ottenuto le risposte che volevano”.

A favore della mia teoria rimane il fatto che non sembra sia stato fissato una nuova convocazione per Mussari.

Intanto i pm hanno deciso di prendersi una settimana per vagliare tutte le informazioni raccolte in questi giorni.

Nel frattempo ci aspettano gli ultimi fuochi della campagna elettorale per le politiche di fine mese, la prima è successa ieri a Torino CON GRILLO…

Altre accuse arrivano da Di Pietro ma Verso Monti sul complesso della vicenda MPS: “le responsabilità politiche e istituzionali se le deve assumere il presidente del Consiglio Monti e il ministro dell’Economia, che erano stati avvertiti per tempo fin dall’anno scorso, con plurime interrogazioni parlamentari, di quel che stava accadendo, e si sono girati dall’altra parte, facendo finta di non vedere, omettendo così quel che era il loro dovere di ufficio”.

Presente a una iniziativa elettorale a Firenze, l’esponente politico ha aggiunto che a suo avviso “hanno agito con leggerezza e negligenza Bankitalia e la Consob; perché, dopo aver accertato che le cose non funzionavano, si sono limitati a prenderne atto, senza rimuovere le cause che avrebbero portato a queste conseguenze … C’è una responsabilità politica in questa commistione tra sistema bancario e sistema politico, che le forze politiche in generale e il Pd in particolare – accusa Di Pietro – non hanno voluto rimuovere in questi anni per un interesse politico-economico”.

Insomma la BOMBA E’ PRONTA . il fatto tragico è che centinaia di correntisti hanno visto i loro soldi sparire rimane la soddisfazione che forse questa volta almeno i responsabili politici ed economici paghino per le loro malefatte.

 

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