Crisi di Governo e campagna elettorale: Goldman Sachs mette le mani avanti

Scritto il alle 12:58 da carloscalzotto@finanza

Sembra una ripicca, una sorta di guerra, ma da qui trapela lo stato d’animo e le antipatie in economia, fantastico!

Berlusconi scende in campo e si è entrati in campagna elettorale con un mese d’anticipo? bene allora è guerra!

Faccio presente che sul sito del PD era apparso questo articolo e qui la dice lunga sui coinvolgimente della cara economia con la politica

Ma torniamo a noi! Per tutta risposta e per paura di una possibile vincita di Berlusconi, appunto, Goldman Sachs ci mette in quarantena

Crisi di Governo non ancora formalizzata, ma Goldman Sachs ci ha già messo in quarantena fino a febbraio. “Vendete titoli italiani” è l’ordine di scuderia in attesa che la situazione evolva ( o precipiti).
Si tratta di una nota riservata ai clienti della banca.

Un consiglio ad uso privato che fotografa meglio di ogni analisi la posizione dei cosiddetti mercati di fronte all’emergenza, stavolta anche politica, del sistema Italia. “Andrà peggio degli altri mercati non core” è la previsione di Goldman. Che prevede anche, una corsa di Berlusconi sui temi di Grillo che alla fine consentirà un governo di centrosinistra a guida Bersani con Mario Monti in qualche modo coinvolto…

L’orizzonte limite è quindi febbraio, fino a un minuto dopo i risultati elettorali.

Non è del tutto negativo il giudizio di Goldman Sachs, al netto delle fibrillazioni fisiologiche di una contesa che sarà durissima e con forti tratti demagogici (ai mercati storicamente piacciono livelli più bassi di conflittualità e miti tecnocrati al posto di ingombranti personalità politiche).

La rete istituzionale europea proteggerà l’Italia da pericolosi salti nel buio rispetto alla sua politica economica. Ma le incognite restano e i mercati sono sul chi vive.

Alberto Bisin su La Repubblica dell’11 dicembre ne individua tre fondamentali: la caduta del governo, il ritorno di Berlusconi, l’eventualità che le sirene del populismo contagino anche il Pd, accreditato come prossimo asse del Governo.

Caduta del Governo.  Si salverà solo la Legge di Stabilità.

Gli altri provvedimenti, a cominciare dalla riforma delle Province, naufragano sugli scogli della crisi. Resta, quale fattore destabilizzante per la fiducia dei mercati, la consapevolezza che nemmeno un governo tecnico in Italia riesce a tagliare la spesa, che “il sistema istituzionale è troppo corrotto” e che è irrealistico pensare di risolvere la questione dei conti e del debito con il solo aumento delle tasse. source

Il ritorno di Berlusconi. Immagine e considerazione sono al punto più basso presso gli investitori.

Nessuno pensa che abbia serie chance di vittoria, ma nessuno dimentica la sua capacità persuasiva in questo caso indirizzata all’avvelenamento del dibattito, con punte demagogiche che vanno dall’attacco all’euro alla minaccia di non ripagare i debiti, fino all’alleanza con la Lega no-Europe.

Affidabilità del Pd.

Per Bisin è l’incognita più grande, proprio perché il centrosinistra è destinato a vincere le elezioni.

Ce la farà a resistere, si chiedono con preoccupazione gli investitori internazionali, alle pressioni che da sinistra per porre un argine ai sacrifici, un freno alle politiche di austerity?

La correzione dei conti senza tagli e riforme, non può essere fatta, secondo gli interessi rappresentati sui mercati, contando solo su un ennesimo inasprimento fiscale nei confronti dei rendimenti finanziari e al prezzo di altre patrimoniali.

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