Manovra di stabilità e tasse la platea più colpita è la classe media: quando andrete a votare ricordatevi di questi nomi

Scritto il alle 09:56 da Agata Marino

 

Mentre qualche giorno fa, all’indomani dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della manovra di stabilità, i giornali sussidiati di regime plaudivano per l’apparente taglio delle tasse, il sottoscritto, facendo un prima disamina dei provvedimenti adottati, in un articolo (lo trovate qui), scriveva che si trattava di una stangata che  avrebbe
colpito le classi meno abbienti, quelle più deboli e che avrebbe fatto precipitare verso la povertà un numero considerevole di famiglie, già provate profondamente da questa crisi.

A distanza di qualche giorno, sebbene con le rituali e vomitevoli riverenze per questo governo che, pur non eletto e sostenuto da un manipolo di incompetenti e cialtroni, sta disegnando a sua immagine e somiglianza la vita e il futuro di 60 milioni persone, debbo dire che anche i media sussidiati, che nel frattempo si saranno fatti bene i conti, si sono allineati abbastanza alle conclusioni a cui ero già giunto a poche ore dalla conferenza stampa del governo a margine del Consiglio dei Ministri, arrivando perfino a gridare allo scandalo per la retroattività dei tagli alle deduzioni fiscali, che colpiranno una determinata platea dei contribuenti già dall’anno in corso.

Ad ogni buon conto, tanto per non farci sfuggire l’argomento, che è quello di smentire le scioccanti menzogne del Ministro Grilli secondo il quale il risultato della manovra sarebbe a saldi invariati e, cito testualmente, “migliorerebbe il reddito disponibile delle famiglie meno abbienti”, proprio oggi, la Cgia di Mestre, certamente più autorevole del sottoscritto, ha diffuso un comunicato con il quale spiega che impatto avrà la manovra di stabilità sulle tasche degli italiani.

In particolare, nella nota si legge che:

“L’effetto composto della riduzione dell’Irpef, dell’aumento dell’Iva, dell’introduzione della franchigia e del conseguente taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali costerà alle famiglie italiane 2,5 miliardi di euro. Questa è la stima fatta dalla CGIA di Mestre sulle indiscrezioni circolate in questi giorni attorno ai contenuti della Legge di Stabilità.
“Una stangata – commenta il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – che rischia di mettere in ginocchio le famiglie italiane già stressate  da una crisi che dura ormai da 4 anni”.
Continua la nota:
Nel 2014, quando subiremo per tutti i 12 mesi dell’anno l’aumento di un punto delle aliquote Iva del 10 e del 21%, a fronte di una diminuzione del carico fiscale sui redditi pari a 5 miliardi di euro, le famiglie si troveranno un aumento dell’Iva di 6,5 miliardi di euro e un taglio delle agevolazioni fiscali pari a 1 miliardi di euro. Pertanto, nel “dare/avere” con il fisco, lo “sbilancio” sarà di  2,5 miliardi di euro, pari ad un incremento medio annuo per famiglia di circa 100 euro.
“ Se teniamo conto che dall’inizio della crisi i senza lavoro sono aumentati di oltre 1 milione e 200 mila persone, i consumi reali delle famiglie sono scesi del 4,5%, i prezzi e le tariffe sono in costante crescita,  con questa ulteriore stangata difficilmente il Paese reale riuscirà a trovare le risorse per rilanciare la domanda interna e quindi l’economia del Paese. Una situazione – prosegue Bortolussi – che rischia di avvitarsi e farci sprofondare in una depressione senza precedenti”.

Senza addentrarci troppo sui meccanismi di calcolo, variati per effetto dell’introduzione delle franchigie  di 250 euro e del limite massimo di detrazione posto a 3000, vorrei ribadirvi che, chi sarà maggiormente penalizzato dall’introduzione delle nuove norme che, violentando lo  statuto dei contribuenti, almeno in parte,  troveranno applicazione già dall’anno in corso, saranno i pensionati che vivono con le pensioni più basse e la classe media del paese ( che  non sarà più media).

I primi, subiranno completamente l’aumento dell’Iva; mentre i secondi, oltre a subire l’aumento dell’Iva, subiranno anche l’effetto dell’introduzione delle franchigie e del limite massimo di detrazioni fruibili, che non verrà in alcun modo compensato dalla tanto decanta riduzione di appena un punto percentuale dell’Irpef sulle aliquote del 23 e del 27%. Insomma la classe già colpita da questa crisi e la platea più  numerosa del paese che tenderà a scivolare sempre più verso la povertà.

E’ evidente che, come denunciato dalla CGIA di Mestre, gli effetti della manovra si abbatteranno anche sulle dinamiche della domanda interna, destinata a contrarsi ulteriormente per effetto del calo dei consumi. Questo provocherà un ulteriore caduta del PIL e delle entrate tributarie, con la conseguente formazione di ulteriori buchi di bilancio che dovranno essere colmati. A colpi di tasse, a quanto sembra, fino alla povertà.

 SOURCE

Ora visto che siamo in piena campagna elettorale…

propongo un vecchio articolo ma utile per chi andrà a votare

Visto che siamo in fermento politico, rispolvero questo articolo con delle liste e nomi che potranno esservi utili quando dovete decidere chi votare…;-)

Governo Monti: sacrifici chiesti a tutti e tra i  Deputati esistono delle persone che hanno avuto il coraggio di fare ricorso annotare i loro nomi e ricordatevi di loro quando andrete a votare, non c’è altro da aggiungere credo, dopo tutto è giusto… loro lavorano tanto!

 

Parlamentari italiani   “giustamente”  …   Ritengono di essere sottopagati per il durissimo lavoro a cui   dedicano tutto il loro preziosissimo tempo, quotidianamente, 24 ore su 24 della loro durissima esistenza di politici italici. Ecco le foto, poverini sono stanchi!!

 

 

 

 

 

Lega Nord
Elisabetta Castellazzi (nata a Milano nel 1966)
Franca Valenti (Milano, 1959)
Roberta Pizzicara (Milano, 1955)
Diana Battaggia (Venezia, 1966)
Enrico Cavaliere (nato a Venezia nel 1958, deputato sia nella XII che nella XIII legislatura)
Oreste Rossi (Alessandria, 1964, deputato nell’XI, XII e XIII legislatura)
Alberto Bosisio (Lecco, 1953)
Francesco Stroili (Venezia, 1954)
Edouard Ballaman (Vallenried, 1962)
Flavio Bonafini (Brescia, 1953)
Fabio Padovan (Conegliano, 1955, deputato nell’XI legislatura)
Salvatore Bellomi (Robecco D’Oglio, 1952)
Roberto Asquini (Udine, 1964, XII e XII legislatura)
Giulio Arrighini (Brescia, 1962, XI e XII legislatura)

Ulivo
Michele Cappella (XIII legislatura, nato in provincia di Catania nel 1953)
Antonio Borrometi (XIII legislatura, nato a Modica nel 1953)

Melandri… poverina!! Giovanna Melandri, 50 anni, deputata Pd, ministro della Cultura con D’Alema e Amato e responsabile dello Sport con Prodi. La parlamentare non si vergogna a dire di aver lasciato il suo lavoro d’economista alla Montedison per entrare in politica, forse attratta dai possibili facili guadagni. L’onorevole, per giustificare la sua levata di scudi in difesa degli emolumenti ai deputati, tira in ballo addirittura Berlinguer e Fanfani. “Loro erano d’accordo sulla nozione di vitalizio – ha detto al Corriere della Sera –  e anche io penso che quel concetto non sia sbagliato. Non ho da recriminare nulla, ma ho paura di quello che resterà sotto le macerie del populismo”. La Melandri ovviamente ha il suo perché nel lamentarsi. Due giorni fa ha compiuto 50 anni. Con le vecchie regole avrebbe avuto già diritto ad una corposa pensione, mentre ora? “La prenderò fra dieci anni, nel 2022″ dice sconsolata la deputata Pd

Ugo Malagnino (XIII legislatura nato a Manduria nel 1952)

Forza Italia
Emanuela Cabrini (XII legislatura nata a Piacenza nel 1961)
Paola Martinelli (XII legislatura, nata a Parma nel 1955)

Alleanza Nazionale
Domenico Basile (XII legislatura, nato a Vibo Valentia nel 1952)
Daniele Franz (XIII e XIV legislatura, nato a Udine nel 1963)

Considerando d’essere consapevole che io la pensione non la vedrò mai!! ecco il decreto sulla manovra Monti inerente ai tagli delle pensioni e in seguito Vi inserisco un elenco di pensionati FORTUNATI

Per i comuni mortali

Il governo risparmierà e questo risparmio arriverà grazie alle pensioni. Il Governo stima di destinare 21,43 miliardi delle risorse raccolte alla riduzione del deficit e 18,54 miliardi al rifinanziamento di spese indifferibili e alla crescita dell’economia.

Se si somma l’entità di questa manovra a quelle varate nei mesi scorsi dal Governo Berlusconi, le cifre della correzione diventano astronomiche: 76 miliardi nel 2013, 81,2 nel 2014. Per avere un termine di paragone, la maxi-manovra del ’92 (Governo Amato), valeva 90mila miliardi di vecchie lire (ovvero circa 45 miliardi di euro).

Vediamo le misure: le principali novità introdotte rispetto a quanto previsto dal decreto riguardano le pensioni. La rivalutazione viene bloccata non più per quelle superiori a due volte il minimo ma a tre: significa che resteranno rivalutate al 100% le pensioni fino a 1.405 euro. Secondo i calcoli della Cgia di Mestre. E’ stato introdotto un prelievo di solidarietà per le pensioni d’oro, pari al 15% sulla quota che eccede i 200mila euro. Il prelievo sarà applicato dal luglio 2011 al dicembre 2014.

Come già previsto dl decreto, sale l’età per la pensione di vecchiaia e ci sono cambiamenti anche sul fronte dell’anzianità, che dal primo gennaio 2012 resta possibile solo per gli uomini che hanno 42 anni e un mese di contributi e le donne che hanno 41 anni e un mese di contributi.

C’è però una deroga che garantisce la possibilità di ritirarsi a 64 anni a chi entro il 2012 ha maturato 35 anni di contributi. Possono andare in pensione a 64 anni anche le donne del settore privato che entro il prossimo anno avranno compiuto 60 anni e versato almeno 20 anni di contributi.

Tornando all’età, come già previsto dal decreto dal 2018 sarà a 66 anni per tutti. A questo bisogna aggiungere gli scatti dell’adeguamento alle aspettative di vita, che vengono elaborati dall’Istat ogni tre anni. Si stima che nel 2018, sommando età e aspettative di vita, ci vorranno 66 anni e sette mesi per andare in pensione. La progressione per le donne del settore privato (nel pubblico vanno in pensione a 65 anni dall’anno prossimo) è la seguente: 62 anni nel 2012, 63 e sei mesi dal primo gennaio 2014, 65 anni nel 2016 e, appunto, 66 nel 2018.

Quanto all’anzianità, ai 42 anni e un mese (41 e un mese per le lavoratrici) bisognerà aggiungere un mese nel 2013 e un altro nel 2014, anno da cui anche qui scatta l’adeguamento alle speranze di vita. Infine, previsto un disincentivo per chi sceglie la pensine di anzianità e non ha ancora 62 anni: riduzione dell’1% sulla quota retributiva per ogni annodi anticipo, che sale al 2% dal terzo anno in su.

E qui siamo all’ultima novità sulle pensioni, rimasta invariata rispetto al decreto, ovvero il passaggio al sistema contributivo per tutti.

ORA INSERISCO LA LISTA DEI FORTUNATI, con un pò di amarezza ed invidia :-(, quando li sentirete parlare non dimenticate quello che loro prendono e il perchè lo possono percepire

Vittorio Sgarbi, ex parlamentare, in pensione a 54 anni, 8 mila e 500 euro al mese. Mauro Sentinelli, classe ’47, ex manager Telecom, 3 mila euro al giorno, 90 mila euro al mese di pensione. Manuela Bossi, ex insegnante, moglie del Senatur, in pensione a 39 anni. Alfonso Pecoraro Scanio, ex parlamentare, in pensione a 49 anni, 9 mila euro al mese. Achille Serra, Senatore, stipendio da parlamentare più 22 mila euro al mese di pensione. Clemente Mastella, stipendio da Eurodeputato più pensione da 9 mila e 600 euro al mese: 397 giorni di lavoro per maturarla.

qui troverete i nomi di chi si è opposto ai tagli delle pensioni d’oro 

 

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