Crisi economica: dopo una sorta di tregua, per lo più conseguente alle promesse di Draghi, su un probabile piano di salvataggio, la Spagna torna di nuovo in Prima Pagina.

Scritto il alle 18:36 da carloscalzotto@finanza

 

 

Dopo una sorta di tregua, per lo più conseguente alle promesse di Draghi, su un probabile piano di salvataggio, la Spagna torna di nuovo in Prima Pagina.

Una nuova stangata da 40 miliardi nella finanziaria per il 2013 e un maxi Piano nazionale di riforme approvati ieri in una seduta fiume del consiglio dei ministri. È l’estremo tentativo con il quale il governo di Mariano Rajoy tenta di dissolvere i dubbi dei mercati sulla sostenibilità del debito spagnolo e consegnare l’Europa nell’era della Troika.

Tutti a benedire il miglioramento dello spread tra l’obbligazionario iberico ed il bund tedesco, senza tener conto però che la situazione spagnola continuava a peggiorare.

Il governo spagnolo continua ad avere grossi problemi di bilancio.

Fino alla fine del mese d’agosto di quest’anno, il fabbisogno del finanziamento statale, in termini di deficit di contabilità nazionale, è stato di 50.132 milioni di euro, in aumento di 9,634 milioni sul numero registrato alla fine dello stesso periodo 2011. In termini di PIL stimato, il disavanzo pubblico è pari al 4,77% di tale portata, in aumento di 0,96 punti rispetto all’agosto 2011, quando il deficit rappresentava il 3,81% del PIL.

E come siamo arrivati a questo punto?

Probabilmente a causa dell’aumento dei trasferimenti statali nei meandri dello stesso governo, per gli oneri dell’Unione europea ed il non trascurabile aumento degli interessi sul debito.

 

Nel suo complesso nel 2012 il costo di emissione del debito è aumentato.

In effetti, il livello attuale di 4,77% del PIL, è già oltre il target del 4,5% a/a per questa sezione di bilancio (altre sezioni vengono aggiunte per ottenere il numero totale ad esempio 1,5% per i governi regionali, che sommati, arriviamo all’obiettivo generale del 6,3% del PIL).

 

Tuttavia è bene ricordare che in Spagna, il disavanzo di bilancio complessivo 2011 era al 8,5% e fino ad ora, per quest’anno è in esecuzione ad un livello di gran lunga superiore.

Il quotidiano El Pais scrive che il deficit di bilancio totale nel 2012 potrebbe raggiungere il 10% del PIL. Quindi, al di sopra della previsione e superiore rispetto l’anno scorso.

 

Infatti tutte le previsioni son saltate.

Uno dei risultati più negativi dellacrisi spagnola, è stato il deterioramento delle finanze pubbliche, che poneva il deficit al 11,1% del PIL già nel 2009.

 

Visto poi come s’è messo l’andazzo, nel 2010 il governo decise frettolosamente di accelerare i piani di risanamento del bilancio.

 

Pertanto, l’obiettivo della strategia di consolidamento fiscale spagnolo era quello di raggiungere un deficit del 3% del PIL nel 2013 e 2,1% nel 2014.

Per fare questo, gli obiettivi di bilancio intermedi prevedevano: un deficit del 9,3% del PIL nel 2010, 6% nel 2011 e al 4,4% nel 2012. Il programma prevede uno sforzo annuo di bilancio superiore al 1,5% del PIL in media fino al 2013, ma più intensa nel 2011.

 

C’è stato un divario molto grande tra queste (utopiche) previsioni e come sono andate veramente le cose. Siamo di nuovo al problema della sovra-stima delle previsioni di crescita:

la domanda interna dovrebbe stabilizzarsi nel 2011 e generare un contributo positivo di 1,3 punti alla crescita entro quest’anno.

 

Attualmente invece le vendite nel commercio al dettaglio a prezzi costanti (vale a dire, eliminando l’effetto dei prezzi) hanno una variazione annua del -2,1% nel mese di agosto, la variazione mensile è a -6,9%.

L’indice medio generale del commercio al dettaglio nei primi otto mesi dell’anno presenta una variazione di un -5,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

 

Finora nel 2012 l’economia spagnola s’è contratta ad un tasso annuo del 1,3%, e se le previsioni della Banca di Spagna per una caduta “significativa” nel terzo trimestre sono un alert, allora questo numero è in procinto di peggiorare. Di qui vediamo chiaramente come la Commissione europea aveva fatto un grave errore nel prevedere un conseguimento di tipo panglossiano, con una previsione di crescita economica nel 2012 al 2,3%, con un avvertimento per il 2013, che non si capisce su che base s’aspettavano dei dati così ottimistici.

 

Così, quando il governo spagnolo ha annunciato ulteriori misure di austerità, almeno un paio di questioni son da prendere in considerazione. Uno è chiaro che questo sembra una sorta di processo senza fine che si aggiunge ai 14,9 miliardi di euro di gennaio e degli ulteriori 65 miliardi a partire dal mese di luglio. Il secondo è che alcune delle misure come sostanziali riforme dei mercati del lavoro e delle pensioni è stato promesso nel documento della Commissione europea già due anni fa. Per questo abbiamo la sensazione di un processo senza fine, dove son state solo promesse, mai mantenute.

 

Giusto per aggiungere qualche altro problema, non si nota alcun progresso reale sul piano di salvataggio europeo del travagliato settore delle banche spagnole.

Avremo un po’ di notizie su questo dai risultati delle prove degli stress, ma questo inizia con due problemi fondamentali.

Dell’area euro i stress test bancari hanno finora avuto sempre un record negativo per la precisione possono essere accusati di anti-prescienza e una delle società responsabili di questo particolare test è la Anglo-Irish Bank descritta, poco prima del crollo, come la miglior banca del mondo!

 

Quindi non è una sorpresa vedere il decennale spagnolo con un rendimento titoli al 6%. Era migliore in precedenza, ma la notizia che Castilla La Mancha ha chiesto 800 milioni di euro dal fondo di salvataggio regionale della Spagna ha intaccato il precedente miglioramento.

2 commenti Commenta
helmut
Scritto il 28 Settembre 2012 at 21:37

La Spagna è tornata alla ribalta. Ma vi sono differenze per le quali l’esito a medio termine potrebbe essere migliore che per l’Italia che oggi ha uno spread minore.
1. La causa principe del disastro Spagnolo è la bolla immobiliare. Ma ormai da anni non si costruisce pertanto è in lento riassorbimento. L’Italia continua imperterrita in folli spese correnti pubbliche.
2. Le banche spagnole fanno utili all’estero nel Sud America. Le italiane no.
Infine gli spagnoli sono guidati da un governo eletto, gli italiani da uno imposto.

Scritto il 1 Ottobre 2012 at 01:38

Da quando la bolla è scoppiata, la Spagna ha il “complesso problema” del recupero della COMPETITIVITA’, un processo doloroso che durerà ancora molti anni. A meno che la Spagna non lasci l’euro, mossa che nessuno vuole prendere in considerazione, il destino sarà quello di anni e anni di pesante disoccupazione.
Per quanto riguarda l’Italia invece… son d’accordo con te.

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