Casa e mutui: aumentano gli acquisti ma sono pochi quelli che vendono

Scritto il alle 11:34 da Agata Marino

 

Continuano i cali degli investimenti nel settore edilizio, nei primi mesi di quest’ anno, rispetto al 2011, secondo l’ Osservatorio congiunturale dell’ ANCE, abbiamo un -6%, superiore al -3,8% che era stato stimato per quest’anno.

Per il costruito la situazione è diversa:

c’è anche da dire che per il 74% degli italiani questo non e’ il momento opportuno per vendere casa, questo è in un certo senso un dato positivo visto che se vendi a questi prezzi vuol dire che hai bisogno di soldi.

E’ questo il primo dato che emerge dall’indice sulla fiducia immobiliare di Immobiliare.it, che analizza trimestralmente come varia la percezione degli Italiani sull’andamento del mercato immobiliare.

In parallelo a questo dato, sale la propensione all’acquisto: dopo sei mesi di stallo al 45%, e un salto al 49% registrato ad aprile, adesso arriva al 52% la percentuale degli italiani che pensano che (nonostante la crisi, o forse proprio per questo motivo) sia un buon momento per comprare casa.
Da una notizia comunicata da AGI emerge che Il miglioramento della propensione all’acquisto immobiliare e’ legato a doppio filo con la mutata percezione dell’andamento dei prezzi nel settore: per il 51% degli italiani, nei prossimi dodici mesi, comprare casa costera’ di meno. I piu’ restii all’idea di vendere sono i toscani (78,7%) e i veneti (77,5%), mentre i calabresi (64,6%) e i sardi (67,4%) si trovano in fondo alla classifica. Se l’ultima rilevazione vedeva lo scettro dell’ottimismo in mano a Emilia Romagna e Toscana, adesso e’ la Lombardia la Regione in cui il sentiment e’ migliore: la regione arriva al 56,2%, seguita dalla Toscana che conferma il suo 56% di ottimisti.
Resta in fondo alla classifica il Trentino Alto Adige, che nemmeno nel secondo trimestre dell’anno riesce a superare il 40%.

Cosa diversa nel settore costruzioni, complice anche la restrizione sui mutui LEGGETE QUESTO ARTICOLO QUI

Dal 2008 al 2012 il calo generale degli investimenti è stato di un quarto circa, -25,8%, sono 43 i miliardi di investimenenti in meno nel settore delle costruzione che ci riportano ai livelli di metà anni ’70 . Dallo scoppio della crisi, sempre secondo l’ ANCE, si stima che i posti di lavoro peduti si aggirino intorno a 500 mil: 325 mila nel settore edile più 175 mila dell’ indotto. Tra il 2009 e il 2011 sono 7.552 le imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare, a soffrire sono tutti i comparti, dalla produzione di nuove abitazioni, che nel quinquennio avrà perso il 44,4%, all’edilizianon residenziale privata, con una diminuzione del -27,9%, e i lavori pubblici, che registrano una caduta del 37,5%. In questo comparto la contrazione è iniziata nel 2005 e complessivamente la flessione raggiunge il -44,7%.

Ma nel 2013 gli investimenti in costruzioni dovrebbero arrestare la loro caduta e ricominciare a crescere molto modestamente, le stime parlano di un +0,1% in termini reali rispetto al 2012. Uno dei motivi come spiega l’Ance, e che ci sarebbe un miliardo e mezzo di investimenti attivabili da subito per effetto del decreto sviluppo, principalmente per effetto delle detrazioni per interventi di ristrutturazione ed efficentamento energetico.

Secondo l’Ance, per gli investimenti in abitazioni è previsto un incremento dell’1,7% per effetto di un aumento degli interventi di riqualificazione e di un’ulteriore flessione delle nuove iniziative. Gli investimenti nelle nuove abitazioni mostrano tuttavia una flessione dello 0,5% in quantità anche per il 2013.

 

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