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I nostri investimenti vanno male? i redditi familiari in caduta libera? attenti alle emozioni! …
Vogliamo investire…
(specie di questi tempi)
ricordiamoci di questa tabella grafica….
Purtroppo la crisi economica ha un impatto non solo a livello nazionale, ma anche sui bilanci delle famiglie:abbiamo visto come nel biennio 2008-2009, a fronte di una riduzione del Pil del 6%, i redditi familiari hanno, infatti, registrato una contrazione del 4%. E questo non sono io a dirlo ma è la tabelle degli ultimi dati di Bankitalia, presentati nell’ambito del convegno “La famiglia un pilastro per l’economia del Paese”, purtroppo evidenziano come negli altri Paesi industrializzati, europei e non, il reddito disponibile lordo sia, in realtà, aumentato. Dai dati risulta, inoltre, che nel 2008-2010 è diminuito il numero delle famiglie indebitate, per una via di una minor richiesta di prestiti e finanziamenti bancari, anche perchè il credito è stato ridotto notevolmente dalle banche.
Come spiega Anna Maria Tarantola, vice direttore generale di Bankitalia, “la crisi ha gravemente influito sui redditi delle famiglie italiane, riducendone la capacità di risparmio”. La ricchezza accumulata, finanziaria e reale, è stata in larga parte utilizzata per far fronte alle difficoltà economiche e all’aumento generalizzato dei prezzi (l’ultimo in ordine di tempo è quello relativo ai costi dell’energia elettrica e del gas), due fattori che hanno inevitabilmente contribuito a ridurre il potere d’acquisto degli italiani.
Nel biennio 2008-2010 il numero delle famiglie indebitate è diminuito, passando dal 24 al 21%. Un dato che sembrerebbe positivo ma che, in realtà, “è dipeso da una minore domanda di prestiti” e da “una maggiore selettività nella concessione dei finanziamenti da parte degli intermediari finanziari”. La stretta creditizia ha fatto che sì che molte famiglie non potessero ottenere, in tutto o in parte, il credito da loro richiesto. Secondo i dati di Bankitalia, la crisi non ha spinto le famiglie a modificare il loro standard di vita, ma piuttosto a ridurre la propensione al risparmio e a richiedere prestiti personali e finalizzati.
Quando, nella primavera del 2009, la crisi ha raggiunto il suo massimo picco sul mercato del lavoro italiano, circa 480.000 famiglie hanno dovuto sostenere almeno un figlio convivente, che aveva perso il lavoro nei dodici mesi precedenti. Per aiutare i figli in difficoltà, i genitori hanno attinto non solo al loro reddito da lavoro, ma anche alle loro pensioni.
Di fronte a questo quadro estremamente allarmante, non si è fatto attendere il commento dell’Adoc, che ha invitato il Governo ad intervenire al più presto e, congiuntamente con Federconsumatori, a desistere dall’idea di “ritoccare” al rialzo l’iva. “Il carovita sta paralizzando i consumatori italiani – afferma Carlo Pileri, presidente dell’Associazione dei consumatori – per le spese quotidiane in Italia si spende poco meno di 40 euro, circa il 2% in più della media europea”. Secondo i dati in possesso dell’Adoc, le spese giornaliere assorbono da sole l’83% dello stipendio mensile percepito. Come, inoltre, denuncia l’Adoc, un lavoratore dipendente italiano percepisce in media una retribuzione netta mensile di circa 1.400 euro a fronte dei più di 2.500 euro ricevuti in busta paga in Germania e Inghilterra. Ciò a conferma di come i redditi italiani siano i più bassi d’Europa, circa il 35% in meno rispetto alla media europea.source
Per le persone che necessitano di un finanziamento per far fronte alle numerose spese, il consiglio è di far affidamento al servizio di confronto prestiti di SuperMoney e SoldiOnline, che confronta le migliori offerte di prestiti on line e prestiti tradizionali, aiutando a trovare quello più vantaggioso e che fa al proprio caso. Findomestic, Agos Ducato, Compass, sono solo alcune delle banche confrontate, sempre che veniate reputati idonei, l’altra soluzione è lo strozzinaggio che è fomentato da questa politica di chiusura del credito, spero che lo stato intervenga anche su questo anche perchè sino ad ora a parte salassi non si sono visti.