Il dopo swap della Grecia: gli aiuti non placano la disoccupazione e neanche i malumori dei tedeschi

Scritto il alle 14:47 da balrock@finanzaonline

Nonostante il via libera definitivo agli aiuti del secondo pacchetto da 130 miliardi, lo dice Juncker precisando: «Gli Stati della zona Euro hanno approvato formalmente il secondo programma per la Grecia, tutte le procedure nazionali sono state completate, gli aiuti hanno lo scopo di permettere all’economia greca di tornare su un percorso sostenibile, nell’interesse di tutti». Aiuti che sono arrivati complessivamente alla cifra record di 214 miliardi, non servono per il momento a niente. La disoccupazione in Grecia è aumentata soltanto nell’ ultimo tirmestre 2011 del  20,7%, contro il 17,7% dei tre mesi precedenti e il 14,2% dello stesso periodo del 2010. Si tratta della lettura più alta dall’inizio della serie storica nel 1998, il mercato del lavoro in Grecia è in grande deterioramento con una disoccupazione che è aumentata del 44,1% nel 2011, circa 1,25 milioni di senza lavoro in più ( 1.205.877 unità per l’ esattezza ). Chi sono i più colpiti? Sempre i giovani con una disoccupazione che è arrivata a sfiorare il 40%, quasi la metà non ha un’ occupazione. Per l’ agenzia di statistica greca siamo alla bellezza di 3.932.000 di disoccupati……………………………. Alla faccia degli aiuti e, come abbiamo fatto già presente, si aggiunge la piaga della disperazione che porta e costringe la gente a rubare

ad aggiungere Vi riporto l’interessante articolo di Matteo Corsini sui malumori della Germania source
i cittadini tedeschi sono enormemente irritati dalla richiesta di aiuto della Grecia, ma il fatto è che finora da quanto hanno prestato ci hanno guadagnato. Un rapporto del ministero delle Finanze di Berlino racconta che i 15,17 miliardi di euro finora prestati ad Atene a tassi compresi tra il 3,4 e il 4,5% hanno reso alle casse federali 380 milioni di euro. Si tratta di un rendimento doppio e triplo di quello dei Bund. Nessuno fa valere questa semplice osservazione nel dibattito tedesco proprio perché il dibattito è nazionale… È ovvio che qualsiasi discorso pubblico europeo in una sede comune di confronto democratico sarebbe in grado di convincere i cittadini tedeschi che è loro convenienza aiutare i greci a patto che questi ultimi rispettino gli accordi. Ma anche per far rispettare gli accordi a un governo straniero è necessario sviluppare un sistema di governo comune democratico e certamente non nazionale. (C. Bastasin)

Carlo Bastasin è solito scrivere articoli europeisticamente corretti. Da qualche mese a questa parte
rimprovera i tedeschi perché, a suo dire, non avrebbero motivo di irritazione per gli aiuti alla Grecia e ad altri Paesi malmessi. Non voglio stare a discutere sui vantaggi e gli svantaggi che i tedeschi hanno tratto e continuano a trarre dalla moneta unica. Ciò che mi interessa è concentrarmi sul discorso del guadagno che i contribuenti tedeschi trarrebbero dai prestiti alla Grecia.

Dato che gli interessi incassati dalla Grecia sono oltre il doppio di quelli che la Repubblica federale tedesca paga quando emette titoli di Stato, si tratterebbe di un grande affare che solo grezzi bevitori teutonici di birra oltre il decimo litro possono non apprezzare. Ci sono due problemi, a mio parere: il primo è che quegli interessi erano ridicolmente al di sotto di quelli di mercato e sono poi stati gradualmente ridotti (peraltro allungando notevolmente le scadenze), perché la Grecia non ce la faceva comunque a pagare. Questo comunque lascia ancora il carry abbondantemente positivo per i tedeschi. Il secondo è che gli interessi accordati alla Grecia sono andati diminuendo all’aumentare del rischio di insolvenza del debitore, ossia il contrario di quello che solitamente avviene nelle transazioni creditizie. Difficile che uno che presta soldi suoi si comporti in questo modo.

Last, but not least, Bastasin evita di affrontare lo stesso argomento con riferimento all’Italia, che pure è il terzo contribuente europeo negli aiuti alla Grecia, e subirà per questo un aumento del debito pubblico compreso tra i 31 e i 47 miliardi di euro. Quando vennero erogati i primi prestiti bilaterali, Bastasin era tra coloro che sostenevano la convenienza per i contribuenti italiani nel dare quegli aiuti, perché avrebbero reso interessi ben superiori al costo del debito pubblico di pari scadenza. Io all’epoca avanzavo le stesse perplessità espresse sopra.

Nei mesi successivi, però, mentre gli interessi alla Grecia venivano abbassati e le scadenze allungate per le sue note difficoltà, il costo delle emissioni di titoli di Stato italiani è schizzato verso l’alto, rendendo il differenziale di interessi negativo per il signor Rossi. E’ una cosa di cui si tende a non parlare nei mezzi di informazione, forse non tanto per evitare figuracce rispetto a quanto si sosteneva all’epoca (la memoria in Italia, si sa, è notoriamente corta), quanto per evitare che anche qualche italiano si svegli dal torpore e si accorga che gli aiuti alla Grecia sono un costo netto. Che si aggiunge ai salassi fiscali delle recenti manovre finanziarie, casomai non fossero abbastanza pesanti.

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