in caricamento ...
Tassa in arrivo per il settore finanziario: l’italia e altri 8 paesi vogliono la Tobin tax entro il mese di luglio
“Alcuni paesi dell’Ue vogliono imporre la tassa sulle transazioni finanziarie”, titola la Süddeutsche Zeitung.
Insomma vogliono prelevare i soldi della casta finanziaria e di conseguenza anche dei piccoli risparmiatori.
Secondo il quotidiano di Monaco i ministri delle finanze di nove stati – Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Finlandia, Portogallo e Italia – hanno inviato una lettera comune alla presidenza danese dell’Ue chiedendo di “superare tutti gli ostacoli” e realizzare la Tobin tax entro il mese di luglio. I ministri sono convinti che la tassa sarebbe “uno strumento cruciale per garantire un contributo adeguato del settore finanziario ai costi della crisi”.
L’iniziativa non è una novità. Già a settembre la Commissione europea aveva ipotizzato la creazione di una tassa sugli scambi di azioni, prodotti derivati e altri prodotti finanziari, ma la proposta era stata respinta dal Regno Unito e dalla Svezia. Stavolta i ministri delle finanze sottolineano di voler cercare “alternative” se entro la metà dell’anno in corso non si troverà una soluzione. Secondo la SZ questa precisazione ha una grande importanza che va “letta tra le righe”:
Il fatto che i firmatari siano nove lancia un messaggio chiaro: possiamo farla anche da soli. [Secondo i trattati europei] gli stati possono mettere in atto una cooperazione rafforzata indipendente se sono almeno in nove. È per questo motivo che la breve lettera [inviata alla Commissione] è una sorta di minaccia nei confronti di chi esita. Ormai lo hanno capito quasi tutti: con ogni probabilità la nuova tassa sarà introdotta.
Il quotidiano sottolinea che la lettera avrà anche conseguenze sul fronte interno per i firmatari, soprattutto per Francia e Germania: Sarkozy potrà racimolare qualche voto in più alle elezioni presidenziali di aprile e maggio, mentre Angela Merkel potrà placare l’opposizione, che considera la Tobin tax una condizione necessaria per approvare il patto fiscale.
Ecco le fonti QUI e la Süddeutsche Zeitung