in caricamento ...
Classifica della sostenibilità finanziaria: l’Italia arriva al primo posto tra i dodici paesi membri fondatori dell’unione europea (EURO12)
Nonostante l’elevato debito pubblico dell’Italia pari al 120% del PIL, nella classifica della sostenibilità finanziaria stilata dalla Fondazione Marktwirtschaft l’Italia arriva al primo posto tra i dodici paesi membri fondatori dell’unione europea (EURO12) seguita dalla Germania al secondo posto e dalla Finlandia al terzo. Agli ultimi posti per sostenibilità troviamo la Grecia al 10° posto, Lussemburgo all’11° e infine l’Irlanda al 12°.
Lo dimostrano gli ultimi calcoli (Berlino, 7 dicembre 2011) della Fondazione Marktwirtschaft in collaborazione con il Centro Studi Generationenverträge e la relativa pubblicazione che vi traduco qui di seguito.
Stupiscono i risultati della classifica messa a punto dalla Fondazione Marktwirtschaft che vedono l’Italia al primo posto per sostenibilità finanziaria di lungo periodo e tra gli ultimi posti Lussemburgo, paese modello dell’Eurozona. La Germania, basandosi su un “calcolo onesto“ del debito e quindi includendo anche il debito implicito, riesce ad arrivare seconda in classifica di sostenibilità con 4 miliardi di Euro di debito effettivo (su base annua 2010). l’Italia la troviamo invece al primo posto per sostenibilità finanziaria grazie soprattutto alla nuova riforma delle pensioni che tiene conto della reale speranza di vita dei cittadini al giorno d’oggi.
Tenendo conto di tutti i debiti, anche di quelli impliciti e cioè quelli che si formerebbero nel futuro prossimo calcolando l’invecchiamento della popolazione e le relative spese previdenziali, di assistenza sanitaria e di welfare in genere, troviamo come nella maggior parte dei paesi analizzati, la percentuale di debito su PIL sia molto più alta di quella indicata da Maastricht e di quella ufficiale esplicita. Ad eccezione di Finlandia e Lussemburgo, tutti gli Stati analizzati hanno infatti oramai trasgredito ai criteri di Maastricht.
Ranking della Sostenibilità dei Paesi membri fondatori dell’UE**
Nel confronto internazionale sul debito pubblico effettivo, l’Italia sta messa meglio della Germania e arriva al primo posto per sostenibilità di lungo periodo:
Anno base 2010
*Il divario di sostenibilità è la somma tra debito ufficiale/esplicito e debito implicito.
Fonti: Commissione Europea, AMECO Database, Eurostat, Fondazione Marktwirftschaft grazie ai calcoli del Centro Studi “Generationenvetraege”
Traduzione:
Colonna 1: Debito esplicito; Colonna 2: Debito implicito; Colonna 3: Divario di sostenibilità; Colonna 4: Necessità di consolidamento
Quali sono le cause di questi risultati inattesi?
La performance positiva dell’Italia è in parte da attribuirsi in primo luogo al fatto che nel Bel Paese, dopo la Francia, si prevedono le più basse percentuali prospettiche di aumento della spesa per pensioni e assistenza sanitaria. In secondo luogo, anche se attualmente l’Italia soffre sotto una vera e propria montagna di debito pari al 120% del PIL e dei relativi altissimi pagamenti per gli interessi su questo debito, in termini di saldo primario (saldo pubblico tolti gli interessi sul debito), si ha una valutazione molto più positiva delle finanze pubbliche italiane.
“I risultati migliori in classifica li ottengono proprio i paesi che presentano un maggiore invecchiamento della popolazione” afferma l’autore dello Studio Prof. Dr. Bernd Raffelhüschen, presidente della Fondazione Marktwirtschaft: si tratta infatti di paesi che alla luce del loro invecchiamento prospettico, hanno già messo in atto riforme del sistema pensionistico e sono stati ricompensati da un “divario di sostenibiltà” minore (vedi terza colonna da sx della tabella). “L’ammontare del debito implicito dipende soprattutto dall’aumento atteso per la spesa relativa all’invecchiamento della popolazione” continua Raffelhüsche. Secondo lo studio della Fondazione Marktwirtshaft, oltre a Lussemburgo, soprattutto la Grecia e la Spagna avrebbero bisogno di tagli nei loro sistemi pensionistici per essere in grado di affrontare la sfida demografica.
La necessità di consolidamento (vedi colonna a dx della tabella) mostra, inoltre, in che misura dovrebbe migliorare il saldo primario di ciascun paese analizzato -ovviamente aumentando le tasse o riducendo le spese pubbliche in maniera permanente – per garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche.
La Grecia per esempio dovrebbe ridurre in maniera permanente la sua spesa pubblica di ben 18 punti percentuali di PIL per riuscire a chiudere il divario di sostenibilità che attualmente risulta essere superiore al 1000% del suo PIL (vedi tabella) e per mantenere stabile negli anni il rapporto debito/pil del paese.
I consigli della Stiftung Marktwirtschaft alla luce dei risultati sulla sostenibilità finanziaria dei paesi membri fondatori dell’Unione Europea:
1. Per una stabilizzazione dell’area euro, nella lista dei criteri di stabilità, dovrebbero essere inclusi anche i debiti impliciti di ciascuno Stato membro.
2. La collettivizzazione del rischio d’insolvenza attraverso gli Eurobond potrebbe portare con se il rischio di premiare politiche fiscali irresponsabili. Si consiglia, invece, di modificare (eliminare) quelle norme che portano a una valutazione distorta del rischio dei titoli di Stato di ciascun paese e di promuovere una valutazione del rischio adeguata e fedele alla realtà dei titoli di Stato.
3. La politica dovrebbe prendere sul serio il segnale proveniente dai mercati finanziari sulla disciplina del bilancio nazionale.
4. Una buona parte delle entrate provenienti dalle tasse dovrebbe essere utilizzata per il risanamento, ossia per la riduzione del debito. (Quantomeno in Germania, paese che presenta entrate fiscali ancora relativamente alte). source
Per maggiori informazioni:
Vi consiglio la lettura del seguente articolo dove si tratta l’argomento principale su questa crisi che ci devasta… la solita Banche e crisi: è una crisi figlia del debito indotto e liquidità infinita a basso costo QUI