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Bitcoin, la Cina diffida
No alle transazioni con la moneta virtuale per la Banca centrale di Pechino:
troppi i rischi che porta con sé
Roma – Pechino ha riferito di essere contraria alla criptomoneta Bitcoin (BTC), che nel paese sta diventando sempre più popolare soprattutto perché impiegata come forma alternativa di investimento.
Secondo le autorità è troppo insicura sia perché “manca dello stesso status legale delle altre monete”, sia perché “non è né controllata né emessa da un’autorità centrale che ne possa vigilare l’andamento”; inoltre “alcuni siti offrirebbero poca sicurezza e pochi controlli ed anche per questo la moneta virtuale può essere facilmente vittima di attacchi informatici o truffe da parte degli operatori dei siti che gestiscono le transazioni”: nei giorni precedenti all’annuncio della Banca cinese, tra l’altro, tre persone sono state arrestate con l’accusa di aver sottratto soldi ad investitori attraverso un falso si sito di scambio online di Bitcoin.
La decisione di Pechino significa principalmente due cose: che la valuta Bitcoin non verrà scambiata dalla Banca centrale cinese e che nel paese asiatico verranno adottate misure anti-riciclaggio per controllare le transazioni online che la riguardano e che obbligheranno, innanzitutto, gli utenti a registrarsi con la propria identità.
La prima conseguenza dell’annuncio della Banca cinese, peraltro, è stata per il valore della criptomoneta che – dopo l’intervento delle autorità d Pechino – ha visto il suo prezzo sobbalzare e passare da più 1.100 dollari a poco più di 970,62.
La criptomoneta, nata online nel 2009 per rispondere ad esigenze di sicurezza e per offrire un canale alternativo alle monete ufficiali, è d’altra parte il sorvegliato speciale di diverse autorità nazionali. Negli Stati Uniti, per esempio, le agenzie federali sono impegnate ancora a cercare di studiare la nuova moneta e, oltre ad aver avviato diverse inchieste sul fenomeno, sono già stati messi a segno alcuni sequestri di portafogli virtuali di Bitcoin tra cui quello record del patrimonio di Ross William “Dread Pirate Roberts” Ulbricht, l’amministratore del mercato nero del deep web Silk Road.
Peraltro, la giovane moneta presta ancora il fianco ad abusi ed insicurezze tecnologiche, com’è il caso del mining illegale: nel suo algoritmo crittografico vi sarebbero vulnerabilità e debolezze che permettono la generazione (mining) illegale di BTC e da ultimo due tedeschi sono stati arrestati con l’accusa di aver creato illecitamente circa un milione di dollari.
Nonostante queste diffidenze di stato, peraltro, a Wall Street hanno iniziato a guardare con interesse a Bitcoin ed il broker David Woo è il primo a dire ai propri clienti che seguirà l’andamento della criptomoneta in quanto “può rappresentare un interessante mezzo di scambio sul mercato online”. source