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Tonfo di Deutsche Bank sul Dax dopo che Bundesbank ha lanciato un’inchiesta
Tonfo di Deutsche Bank sul Dax. Il gruppo di Francoforte come Montepaschi
Chi la fa, l’aspetti.
In forte rosso il titolo Deutsche Bank sul Dax di Francoforte dopo che il Financial Times ha rivelato che la Bundesbank ha lanciato un’inchiesta per il presunto occultamento di circa 12 miliardi di euro di perdite sui derivati da parte del colosso guidato da Jürgen Fitschen e da Anshu Jain.
Dopo la Consob tedesca e quella statunitense, anche la Buba di Jens Weidmann dunque ha acceso un faro sulle pericolose operazioni che avrebbero salvato il gruppo dal fallimento nella crisi finanziaria del 2009. Tipo di operazioni, “armi di distruzione di massa” come le ha definite il celebre finanziere Gordon Gekko nel sequel del film Wall Street che, oltretutto, Deutsche Bank ha aiutato il Montepaschi di Siena a confezionare (tramite il veicolo societario Santorini) per spostare dal bilancio senese sempre perdite su derivati. Mossa che ha gettato la banca di Palazzo Sansedoni in una pericolosa crisi di fiducia.
E così, in una seduta positiva fino a metà pomeriggio per il listino tedesco, il titolo Deutsche Bank lascia sul terreno oltre il 2% a 30,765 euro prima di ammortizzare le perdite e chiudere in flessione dello 0,64%. Secondo il quotidiano della City, che ha citato fonti vicine all’operazione, gli ispettori della banca centrale tedesca starebbero per volare a New York (la prossima settimana) per ascoltare diverse persone, tra cui ex addetti di Deutsche Bank, a conoscenza delle operazioni sui derivati. source
Deutsche Bank ha ripetuto ieri che le accuse, da parte di tre ex dipendenti successivamente licenziati o usciti dalla banca dopo aver manifestato la propria opposizione alle operazioni, sono totalmente infondate e che si tratta di un caso già vecchio di due anni e mezzo sottoposto a un’accurata indagine condotta da uno studio legale su incarico della banca. Il colosso bancario di Francoforte ha anche espresso la propria intenzione di continuare a collaborare con le autorità di vigilanza e che i suoi tre accusatori non avevano responsabilità o conoscenza diretta delle operazioni in questione. Le posizioni sono state successivamente chiuse o cedute.
I derivati al centro dell’inchiesta del valore nozionale di 130 miliardi di dollari, sarebbero stati valutati in modo non corretto, senza tener conto delle perdite incorse con il collasso dei mercati al culmine della crisi. Le operazioni di cui si parla sono i cosiddetti “leveraged super senior trades”, un prodotto del quale Deutsche Bank era leader di mercato. Questi consentivano a un investitore di proteggersi contro la possibilità di insolvenza di un pool di società considerate fra le più sicure ed erano costruiti in modo da replicare la tranche più alta (super senior) di una Cdo (collateralized debt obligation). La leva era data dal fatto che gli investitori potevano fornire solo 100 milioni di dollari di collaterale per un’operazione da un miliardo e avevano l’opzione di uscirne senza dover consegnare altro collaterale.
Secondo le accuse, la banca non avrebbe tenuto adeguato conto, all’epoca, delle violente oscillazioni di mercato che comportavano forti perdite potenziali.