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Monte Dei Paschi: lo scandalo derivati coinvolge l’Europa e procura e bagarre politica continua
Lo scandalo dei derivati coinvolge l’Europa
Il Monte nella tempesta giudiziaria e finanziaria.
Abbiamo pubblicato la smentita della banca MPS relativa a un articolo di Panorama su una operazione finanziaria dell’istituto chiamata “Chianti Classico”.
— “Mps smentisce Panorama sull’operazione Chianti Classico
Non ci sono accertamenti fiscali per la vendita del palazzo di Roma
Da Banca Monte dei Paschi riceviamo e pubblichiamo.
“Con riferimento alle notizie di stampa pubblicate da Panorama in merito all’operazione Chianti Classico, Banca Monte dei Paschi di Siena smentisce con decisione che a tale operazione siano connessi rischi di perdite straordinarie.
La Banca precisa che, nell’ambito della procedura relativa all’emissione dei nuovi strumenti finanziari, è stata solo sottoposta al Consiglio di Amministrazione un’ipotesi di ristrutturazione dell’operazione che, in ragione delle mutate condizioni di scenario, potrebbe consentire di ridurne i costi e recuperare in parte i diritti patrimoniali sugli immobili, con ulteriori connessi benefici economici e gestionali di breve e lungo periodo”.
Immobile di via dei Normanni
“Con riferimento a quanto apparso sulla stampa in merito a presunte verifiche fiscali in corso, Banca Monte dei Paschi di Siena precisa di non essere a conoscenza di alcun accertamento fiscale relativo alla cessione dell’immobile di via dei Normanni a Roma.
BMps ha ceduto l’immobile in data 30/09/2011 per l’importo di 130 milioni di euro, così come comunicato al mercato in data 03/10/2011. La Banca, inoltre, non ha mai conferito mandato a Sansedoni S.p.a. per la vendita dell’immobile in questione.
Banca Monte dei Paschi di Siena precisa, infine, di non essere a conoscenza di vertenze fiscali aventi ad oggetto l’acquisto di azioni Unipol” — source
Un’operazione di cartolarizzazione di immobili di proprietà del Monte dei Paschi, con il collocamento sul mercato di titoli per un valore di 1,5 miliardi di euro fatta nel novembre 2010. Panorama afferma di aver letto i verbali del CdA del 27 novembre e 11 dicembre 2012 in cui un consigliere non altrimenti identificato “esprime il suo disagio per aver scoperto le «rilevanti conseguenze economico-patrimoniali delle operazioni Alexandria, Santorini e Chianti Classico», mentre il management avverte che quest’ultima «ha sofferto dell’andamento dei prezzi di mercato e dello spread e oggi l’incentivo del cliente a rivendere non è marginale», con il rischio per la banca di un danno economico e di un «contraccolpo reputazionale”. Se ci mettiamo anche l’indiscrezione che su Monte dei Paschi di Siena pende anche la scure della legge 231 sulla responsabilità penale delle imprese, abbiamo un insieme di notizie che spiega bene il tonfo del titolo alla borsa di Milano, dove ha chiuso con -9,46 a euro 0,2422.
Una brutta notizia per il presidente della Fondazione che ha ribadito oggi la volontà di alienare, non appena le condizioni del mercato glielo consentano, la maggior quantità possibile di azioni della banca.
A confondere i mercati ci si mettono anche le dichiarazioni double face del presidente Profumo, il quale afferma che la banca sta migliorando però … cerca un nuovo socio forte.
Afferma che 3,9 miliardi di Monti bond sono sufficienti però … si fa autorizzare un aumento di capitale da 6,5 miliardi di euro, come se sapesse fin d’ora che i nuovi strumenti finanziari diventeranno azioni dello Stato – quando lui lo riterrà conveniente. Ma allora chi vorrebbe investire un miliardo per farsi comandare da Profumo?
Lascia comunicare alla Banca d’Italia che MPS non verrà commissariata però … se quello che dicono di aver fatto funzionerà perché la nostra banca centrale dovrebbe decidere per la nazionalizzazione vera non si capisce.
Che la borsa reagisca negativamente alle mosse sia di Rocca Salimbeni che della Fondazione pare abbastanza logico.
Dopo l’interrogatorio di Valentino Fanti, segretario del CdA vecchio e nuovo, verranno sentiti altri testimoni: Norberto Sestigiani, ex dirigente e azionista del Monte, che avrebbe deciso di collaborare con l’autorità giudiziaria, e Antonio Rizzo, funzionario della Dresdner Bank.
Adesso che lo stato dei fatti è evidente anche al resto del mondo, nuvole pesanti si addensano sul presidente della Bce.
Perché lo scandalo del Monte è stato colto al volo dalla stampa tedesca. Die Welt: “La banca tradizionale italiana mette in difficoltà il presidente della Bce”.
Con relativo sottotitolo: ”Le accuse al Monte dei Paschi di Siena raggiungono Draghi, all’epoca più alto supervisore del paese”.
Sarebbe interessante, a onor del vero, chiedere al giornale tedesco cosa ne pensa di Deutsche Bank e Dresdner, che hanno rifilato a Mussari, Vigni e Baldassarri certi derivati tossici come Alexandria e Santorini… Die Welt infine chiede: “perché lui e i suoi collaboratori di Banca d’Italia non siano intervenuti tempestivamente”.source
E arriva la denuncia del Frankfurter Allegmeine Zeitung: “La crisi del Monte dei Paschi raggiunge Draghi … perché è un assaggio di quali difficoltà dovrà affrontare la Bce una volta approdata al suo nuovo ruolo di sorveglianza”. Il punto della questione è se Mario Draghi, di fronte al comportamento tenuto nei confronti di MPS – nonostante oggi tutti si proclamino all’oscuro della situazione che si era creata a Siena – sia all’altezza di fare il controllore delle banche.
Perché i maggiori istituti di credito tedeschi (dati Mbres-Mediobanca), al 15 giugno dello scorso anno avevano nei loro portafogli ancora derivati per 971 miliardi di euro, contro i 177 miliardi dell’Italia e, dal governo Merkel, hanno ricevuto aiuti per 419,6 miliardi di euro.
E ancora oggi Deutsche Bank dichiara che chiuderà il 2012 con miliardi di perdite, per lo scandalo sul Libor ed errori nel investment banking e asset management.
E fresche fresche d’oggi il botta e risposta tra Monti e Bersani
Pur senza alcun riferimento diretto alle polemiche su, Monti interviene sul tema dei rapporti fra politica e banche con un messaggio sulla sua pagina di Facebook, battuta alla quale prontamente replica il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, dicendo che oltre a tenere i partiti lontano dalle banche sarebbe bene anche tenere i banchieri fuori dai partiti.
“Sono stato accusato in passato di presiedere un governo di banchieri”, esordisce Monti nella sua nota precisando subito il tema del suo intervento.
“Ricordo solo che il decreto Salva Italia, voluto dal nostro governo, ha vietato le presenze incrociate nei consigli di amministrazione di banche e compagnie di assicurazioni concorrenti. Sono anche questi intrecci di persone a generare i conflitti di interesse, le distorsioni al mercato e i danni al sistema finanziario.”
La nostra misura è stata una scelta coraggiosa e apprezzata all’estero, che migliora la concorrenza del mercato, a vantaggio dei cittadini. Un provvedimento che non può certamente essere etichettato come un favore ai ‘salotti buoni’ della finanza, anzi è un primo passo concreto e importante per arginare la commistione tra politica e finanza, che ho già definito una brutta bestia”, aggiunge la nota.
Il documento si conclude perentoriamente: “Per il bene di tutti, dobbiamo tenere i partiti lontani dalla gestione delle banche”.
“I partiti fuori dalle banche? Sono d’accordo dieci volte. Io aggiungo: via i banchieri dai partiti”, ribatte Bersani, interpellato dai giornalisti a margine di una manifestazione elettorale a Palermo.
E oggi, tanto per non sbagliarsi, Moody’s ha messo sotto osservazione il rating a lungo termine Ba2 del Monte e della controllata Mps Capital Services per un possibile downgrade.
Questo pomeriggio la procura di Roma ha reso noto di avere aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di manipolazione del mercato, che si aggiunge a quello aperto a Trani, sempre contro ignoti, per omessa vigilanza da parte di Bankitalia e Consob, e alle due inchieste senesi, una sulle presunte tangenti per Antonveneta e l’altra per truffa legata a alcuni strumenti strutturati.
I magistrati senesi hanno inoltre reso noto oggi di stare valutando l’apertura di un procedimento per insider trading e aggiotaggio, con riferimento a notizie di stampa su nuove presunte iniziative della procura.
Insomma buona fortuna a chi possiede il titolo e pensare che un tempo venivano considerati titoli da cassetto!
Vi lascio con questa foto che dice tutto 😉