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Ecco le cinque Sim e i cinque istituti di credito che possiedono il 90% dei derivati del mercato globale
Ce lo chiedono i mercati!
Bisogna rassicurare i mercati!
Come reagiranno i mercati?
Prima era la crescita economica, da qualche anno a questa parte l’impostura si è tolta la maschera: è la finanza internazionale a dettare i compiti alla politica.
Chi diavolo siano i mercati, però, è una questione lasciata regolarmente sul vago..
Tanto per cominciare, bisogna aver chiara la sproporzione apocalittica fra l’ammontare di ricchezza reale, prodotta con l’agricoltura, l’industria, i servizi, cioè mediante il lavoro, e il quantitativo generato dalle transazioni finanziarie.
Prendendo come misura di riferimento il valore (fallace ma comunemente accettato) del Prodotto Interno Lordo, quello del mondo intero nel 2010 è stato di 74 mila miliardi di dollari, mentre il Pil della finanza è stato di 611 mila miliardi: otto volte superiore.
Un’abnorme massa di denaro che gira vorticosamente da un angolo all’altro del pianeta, virtuale perché creata a prescindere dall’economia produttiva.
Manovrata da potenze finanziarie di gran lunga più forti di qualunque Stato che hanno un nome e cognome….
Secondo il Dipartimento del Tesoro americano, sono cinque Sim (Società di Intermediazione Mobiliare e divisioni bancarie), cioè J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc Usa, e cinque istituti di credito, ovvero Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Linch, Bnp-Parisbas.
Nel 2011 queste dieci banche hanno conquistato il 90% del totale dei titoli derivati, che ancor oggi costituiscono la fetta più grossa dell’intero mercato della finanza globale. source
Per venire all’Italia, il debito pubblico è posseduto all’87% da banche più assicurazioni, formando insieme il gruppo dei cosiddetti investitori istituzionali, più noti come speculatori.
Per l’esattezza, ad essere in mano estera è il 60% dei titoli italiani.
Scrive l’economista Fumagalli: «i mercati finanziari non sono qualcosa di etereo e neutrale, ma sono espressione di una precisa gerarchia: lungi dall’essere concorrenziali… essi si confermano come fortemente concentrati e oligopolistici: una piramide, che vede, al vertice, pochi operatori finanziari in grado di controllare oltre il 70% dei flussi finanziari globali e, alla base, una miriade di piccoli risparmiatori che svolgono una funzione meramente passiva».