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La crisi con le manovre della FED e della BCE sono miraggi a corto raggio
I mercati festeggiano alla grande, ma se leggiamo fra le righe di queste manovre, c’è ben poco da festeggiare.
La Banca Centrale di Draghi non ha fatto altro che alleggerire la pressione speculativa su Italia e Spagna,
dando nell’immediato un imput positivo solo a stato ed imprese.
La FED dal canto suo, con l’ultimo intervento, è stata perfino spudorata, cercando ancora una volta di mascherare un’economia USA che da tempo soffre (se non di più) della stessa sindrome delle economie in Europa.
La differenza (non da poco) sta nell’unità politica dei 54 stati che compongono gli USA.
Ma è soprattutto il debito pubblico dei maggiori stati dell’unione , a preoccupare quell’amministrazione, che nonostante le continue overdosi della banca centrale, non riesce ad averne ragione.
In Europa invece, assistiamo a continui sforzi, meramente contrastati dai vari partecipanti dell’eurozona, le cui decisioni, spesso finiscono in un dilungamento a dir poco spasmodico, prima di attuare qualche cambiamento.
Agli occhi del mondo poi, le ultime mosse di Bernanke e Monti, sembrano bianche colombe nel bel mezzo d’una grossa tempesta, portatrici d’una quiete poco più che effimera, sempre in attesa di future verifiche, che volenti o nolenti non tarderanno presto ad arrivare.
In Europa i vari meccanismi compreso quello “antispread” saranno una panacea non senza dolori e gli stati assoggettati ne risentiranno soprattutto in termini di “austerity” e privazioni sociali.
Quello che all’inizio sembrava un fattore risolutivo dell’intera economia del Vecchio Continente, ora vista la sua incompletezza, si sta rivelando soltanto un’apologia dal carattere quasi fantascientifico.
I vari responsabili del progetto s’affannano a spiegare l’utilità dei meccanismi messi in campo, ma i popoli che di questo progetto lo hanno fin da sùbito subìto (scusate il gioco di parole), a ragion veduta, non credono più ad uno sbocco positivo dell’attuale impasse.
Finale della favola….i nostri problemi sommati a quelli degli altri paesi occidentali con l’aggiunta del continuo deterioramento dell’economia asiatica, altro non fanno che cristallizzare una crisi provocata dagli USA che, (loro si) vogliono continuare a vivere al di sopra delle loro possibilità.