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Bundesbank: La banca centrale tedesca sta imponendo all’Europa le politiche di austerità ecco tutto quello che vorreste sapere

Scritto il alle 10:02 da carloscalzotto@finanza

 

La banca centrale tedesca sta imponendo all’Europa le politiche di austerità che hanno caratterizzato la gestione della crisi dei debiti sovrani. Ed è interamente posseduta dallo Stato tedesco.

La Bundesbank è diventato uno dei nuovi centri di potere dell’Unione Europea.
La crescita dell’influenza dell’istituto di Francoforte è derivato dall’esplosione della crisi dei debiti sovrani, ed è coinciso con l’arrivo al vertice di Jens Weidmann….
Il nuovo presidente della Buba ha trasformato la banca centrale della Germania nella roccaforte dell’austerità.
NO AD OBAMA – Il nuovo potere rivestito dalla Bundesbank si è rivelato al mondo la sera del quattro novembre 2011. Al G20 di Cannes, diventato famoso in Italia per le risate di Merkel e Sarkozy su Berlusconi, la Francia aveva proposto di destinare parte delle riserve delle banche centrali al Fondo Monetario Internazionale, al fine di fermare le tensioni sui mercati. Gli spread di Italia e Spagna si erano pericolosamente avvicinati alla soglia del default, e lo staff di Sarkozy, con la benedizione di Barack Obama, aveva rilanciato un’antica proposta francese, ovvero l’intervento degli istituti centrali per stimolare l’economia, e non solo mantenere la stabilità dei prezzi come prescrive lo statuto della Bce. L’unità raggiunta sulla proposta transalpina faceva ben sperare il consesso del G20, fino a quando Angela Merkel è stata informata della risposta del presidente della Bundesbank. Per l’uomo di Francoforte l’idea di Sarkozy assomigliava ad un finanziamento diretto dello Stato attraverso i fondi delle banche centrali. Una proposta inaccettabile per il dogma della Bundesbank, e il no dettato dalla Germania paralizzò il G20 di Cannes, che dovette retrocedere nonostante le reiterate pressioni di Obama. Nemmeno l’uomo più potente del mondo, stupito da tanta ferrea determinazione, ha potuto piegare Jens Weidmann, un episodio che ha rivelato tutta la nuova forza acquisita dalla Bundesbank in questi anni di crisi dei debiti sovrani.

BUBA NELL’OMBRA – Un banchiere centrale europeo che decide il corso della politica mondiale è un elemento di forte novità, a meno che si tratti del governatore della Bce. Jens Weidmann siede ovviamente nel Board dell’Eurotower, che si trova non casualmente nella stessa città dove c’è la sede della Bundesbank, Francoforte sul Meno, e da quando è arrivato al vertice dell’istituto centrale tedesco l’antico splendore della Buba è tornato ad influenzare il corso degli eventi continentali. Con l’introduzione della moneta unica europea alla Bundesbank è stata sottratta la competenza principale di una banca centrale, ovvero la stampa della moneta, e come era successo a Bankitalia ed agli altri istituti nazionali, anche a Francoforte si era avvertito il ridimensionamento di uno dei simboli della rinascita tedesca del secondo dopoguerra. La Bundesbank aveva dovuto ridurre il proprio personale, passato da quasi 15 mila a poco più di 10 mila dipendenti, e l’atmosfera all’interno dei suoi corridoi era molto diversa dall’epoca nei quali si citava la magnifica definizione di Jacques Delors. Il politico francese, due volte presidente della Commissione Europea, aveva rimarcato come non tutti i tedeschi credessero in Dio, ma la fede della Germania nella Bundesbank fosse totale. Un sentimento che si era però affievolito nel tempo, come ricorda Die Zeit, quando nel 2007 la Cancelleria Merkel celebrò il cinquantesimo dell’istituto di Francoforte. La leader della Cdu aveva lodato, sotto lo sguardo attento dell’allora governatore della Bce Trichet, i grandi successi passati della Buba, evidenziando il mito fondativo della banca centrale tedesca, ovvero la stabilità dei prezzi per evitare il ripetersi dell’iperinflazione che fece collassare la Germania democratica di Weimar, spianando la strada all’avvento del nazismo. La celebrazione del cinquantesimo anno della Bundesbank però era passata sotto silenzio, una rottura anche simbolica con l’istituto che aveva reso il D-Mark, il marco tedesco, una delle monete più solide del mondo.
RINASCITA DOPO LO SCANDALO – Da un paio di anni il comando della “seconda” banca di Francoforte era stato assunto da Axel Weber, che era salito al vertice della Bundesbank dopo che il presidente Ernst Welteke si era dimesso per uno piccolo, grande scandalo. Welteke aveva assistito ad una gara di Formula 1, andando a vedere il Gran Premio del Principato di Monaco, a spese della BMW. La notizia aveva scosso la Germania, ed in pochi giorni Welteke si era dimesso. Il governo Schroeder nominò al vertice dell’istituto Axel Weber, un professore di economia, componente del comitato scientifico della Buba, molto stimato per la sua carriera accademica. Dopo anni nell’ombra l’assunzione di giovani economisti aveva gradualmente rilanciato il ruolo della Bundesbank – più di 100 giovani accademici di spicco assunti negli ultimi anni – la cui influenza era cresciuta tanto in patria quanto in Europa. Per il vertice della BCE la Germania di Angela Merkel aveva pensato proprio a Weber, che però si è bruciato da solo lanciandosi contro le politiche accomodanti di Trichet ad inizio dell’eurocrisi. Una grossa sconfitta per i tedeschi, che però non ha intaccato il potere della Bundesbank, cresciuto sotto la guida di Jens Weidmann. Il nuovo presidente dell’istituto di Francoforte ha iniziato la sua carriera nel Fondo Monetario Internazionale, ma grazie alla sua attività di tecnico governativo ha creato una vasta rete di rapporti nella politica tedesca. Angela Merkel aveva chiamato Weidmann al suo fianco come responsabile del dipartimento economico della cancelleria. Il nuovo comitato del ministero delle Finanze, che controllerà l’andamento dei mercati, ha cristallizzato il nuovo potere della Bundesbank, che attraverso il suo diritto di veto ha la possibilità di determinare i flussi di credito all’interno della Germania source

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