Il decreto salva-Italia non salva le imprese, nel primo trimestre 2012 sono 26000 quelle perse

Scritto il alle 16:55 da balrock@finanzaonline

Il decreto salva-Italia no riesce a salvare le imprese, infatti il saldo del primo trimestre di quest’ anno è – 26.090, il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2011 quando erano 9.638. Da inizio anno abbiamo meno creazioni di nuove attività, cinquemila iscrizioni in meno e 12.000 cessazioni. E’ segno che la crisi che colpisce imprese e lavoratori, si fa sentire ripercuetendosi nel nostro Belpaese, infatti abbiamo la bellezza di un suicidio al giorno:

 

Sono stati 362 nel 2010 i suicidi dei disoccupati, superando ulteriormente i 357 casi del 2009, che gia’ rappresentavano una forte impennata rispetto ai 270 suicidi accertati in media del triennio precedente (rispettivamente 275, 270 e 260 nel 2006, 2007 e 2008), confermando la correlazione tra rischio suicidario e integrazione nel tessuto sociale. E’ quanto emerge dal 2* Rapporto Eures dal titolo esplicativo: ”Il suicidio in Italia al tempo della crisi”.

Tra i disoccupati la crescita riguarda principalmente coloro che hanno perduto il lavoro (272 suicidi nel 2009 e 288 nel 2010, a fronte dei circa 200 degli anni precedenti), mentre meno marcato appare l’incremento tra quanti sono alla ricerca della prima occupazione (85 vittime nel 2009 e 74 nel 2010, a fronte delle 67 in media nel triennio precedente). La crescita dei suicidi dei disoccupati tra il 2008 e il 2010 si attesta complessivamente sul 39,2%, salendo al 44,7% tra quanti hanno perduto il lavoro. Considerando la sola componente maschile, l’aumento dei suicidi dei senza lavoro appare ancora piu’ preoccupante (da 213 casi nel 2008 a 303 nel 2009 a 310 nel 2010), attestandosi a +45,5% tra il 2008 e il 2010, confermando ancora una volta la centralita’ della variabile occupazionale nella definizione dell’identita’ e del ruolo sociale degli uomini, messo in crisi dalla pressione psicologica derivante dall’impossibilita’ di provvedere/partecipare al soddisfacimento dei bisogni materiali della famiglia.

 

Secondo Unioncamere siamo tornati al 2009, servirebbero sostegni concreti alle piccole imprese, visto che sono quelle in numero maggiore sul territorio, per interrompere il fenomeno, oltre a credito e semplificazione servono azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale. Invece per il momento solo più tasse per il pareggio di bilancio nel 2013, che molti dubitano che sarà raggiunto, forse servirà un’ altra manovra aggiuntiva in un paese che ha il livello di pressione fiscale tra i più alti in circolazione. Per il momento resta una sola parola di attualità, recessione, recessione e ancora recessione.

Secondo il Fondo Monetario Internazionele, il Pil dell’ Italia dovrebbe avere una contrazione intorno a -1,9% quest’ anno e 0,3% nel 2013, mentre nel Def secondo il governo, il Pil italiano crollerà quest’anno a -1,2%, peggio del -0,4% previsto precedentemente. Mentre la pressione tributaria volerà oltre il 45% per ben tre anni, con nuovi record assoluti che stracciano il 43,7% segnato nell’anno dell’Eurotassa.

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