Economia Europea: BCE con un Quantitative Easing e decreto salva Italia

Scritto il alle 13:38 da carloscalzotto@finanza

L’annuncio di due giorni fa di un’iniezione record di liquidità da parte della BCE, in sintonia con un ulteriore aumento di bilancio della FED come parte del programma di SWAP (strumento derivato, che consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti. Viene annoverato come uno dei più moderni strumenti di finanziamento delle imprese. Si presenta come un contratto nominato (ma atipico in quanto privo di disciplina legislativa, a termine, consensuale, oneroso ed aleatorio) in dollari, appare come particolarmente drammatico, ma in realtà rappresenta solo la continuazione di un processo che è in corso da mesi ormai. Una cosa è certa ed è che la BCE ha capito che non ha
scelta se non quella di usare il bilancio della Banca Centrale per stabilizzare la crisi dell’euro. Può darsi che una qualsiasi alternativa fosse stata molto peggio di questa mossa, però questa operazione di Draghi bisogna chiamarla con il giusto nome e non come i media l’hanno descritta. Si tratta di un Quantitative Easing significatico e la differenza tra questa forma di QE e la monetizzazione diretta del deficit di bilancio (vietata dallo spirito dei trattati dell’eurozona), si sta ofuscando sempre di più. A grandi linee la BCE ha iniettato una montagna di euro nel settore bancario in cambio di garanzie sovrane alquanto fumose . Teniamo anche presente che la Banca Cntrale Europea ha preso in prestito altri 28 miliardi di dollari dalla FED questa settimana, nell’ambito del programma di Svap, che sono stati poi girati alle eurobanche.

Questo grafico mostra l’ultima stima della dimensione del bilancio BCE fino da metà febbraio. L’aumento da agosto a febbraio sarà di circa 700-800 miliardi di euro, una cifra di una quantità straordinaria per non credere che si tratti di QE. Non dimentichiamoci che ci sono ancora tre anni di iniezione di liquidità già a febbraio, che potrebbe esser ancora più oneroso di questo.
La giustificazione addotta dalla BCE per questa azione è che è (o dovrebbe essere) il prestatore di ultima istanza al sistema bancario dell’eurozona. Gli attuali regolamenti UE lo vietano, ma questo comportamento sembra abbastanza in linea con una prassi consolidata, che mira ad evitare rischi di fallimenti bancari già nel 2012. In questa maniera le banche di diverse zone d’Europa stanno cercando di raccogliere il denaro necessario per riscattare 600 miliardi di debiti in scadenza quest’anno.
Il deleveraging avrebbe anche causato una contrazione dell’aggregato monetario ampio M3 (È il terzo aggregato monetario e comprendente oltre alle componenti M1 e M2 anche i pronti contro termine di grande controvalore, le quote di fondi monetari in possesso di investitori istituzionali, e i depositi vincolati di grande dimensione) che la BCE fa fatica a prevenire o mitigare. Quello che succede ora sarà che la base monetaria si espanderà rapidamente e il finanziamento delle banche centrali per il settore bancario, sostituisce i finanziamenti privati, e questo aiuterà nell’impedire la caduta in grande stile del M3 che si sarebbe altrimenti verificato.
Soprattutto in Germania si domanderanno se, questa iniezione di liquidità sarà inflazionistica o anti-deflazionistica. Il moltiplicatore monetario nell’economia della zona euro (cioè M3 divisa per la base monetaria) è probabile che ceda, così gli M3 rimarranno deboli. I rischi inflazionistici non si cristallizzano fino a quando l’aumento della base monetaria si traduce in spinta verso i prestiti bancari con una crescita monetaria più ampia, che però può o non può accadere
Ciò nonostante dopo questa mossa della BCE, la speranza (a dire il vero molto vaga), è che le banche mutuatarie acquistino bond sovrani andando incontro ai governi in crisi da tempo. Non si capisce però come faranno le banche con problemi di bilancio inerenti al riscatto proprio dei bond già nella loro pancia, ad acquistarne degli altri per giunta più rischiosi.
Tuttavia, la BCE certamente impedirà alle banche di vendere debito sovrano che altrimenti avrebbero venduto, e lo sta facendo, espandendo a dismisura il proprio bilancio. L’alternativa all’azione della BCE sarebbe stata quella di aumentare le dimensioni del EFSF/ESM ad un costo diretto ai rating del governo. La BCE ha così anche mantenuto in vita le banche che altrimenti avrebbero potuto fallire, e come conseguenza ci sarebbero state nuove iniezioni di capitale da parte dei governi sovrani già in grandi difficoltà.
La verità è che, allo stato attuale della crisi del debito della zona euro,  bond sovrani e banche sono ormai inestricabilmente interconnessi. E’ difficile salvare uno senza essere accusati di salvare l’altro. La BCE non è ansiosa di ammetterlo, ma si capisce che sta cercando di salvare entrambi.

Tornando al nostro bel paese, le nostre banche ci regalano i conti correnti più cari d’Europa, tassi per il mutuo oltre il 9%, le imprese impegnano in media 6 mesi per avere un finanziamento o ottenere soldi. E poi le truffe storiche dei bond Parmalat e l’ultimo scandalo della BPM con le obbligazioni spazzatura rifilate agli Italiani.

Ora vi inserisco una tabella esplicativa, dei dettagli della manovra del governo MONTI

 

 

 

 

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