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Gold bene rifugio o è ora di cambiare? ma parliamo anche di Warren Buffett !!

Scritto il alle 13:21 da Agata Marino

A renderlo noto è (ASCA) e la notizia è fresca fresca di ieri  🙄 – A febbraio balzano le esportazioni di oro verso la Svizzera. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Istat sull’andamento del commercio estero. L’Istituto di statistica rileva ”consistenti aumenti dell’export” verso la Svizzera che a febbraio segna un +35,6% ”per lo piu’ imputabile alle vendite di oro greggio non monetario”. In linea generale a febbraio si rileva un aumento dello 0,1% delle esportazioni rispetto al mese precedente (+7,3% tendenziale) mentre le importazioni crescono dello 0,7% (+0,8% tendenziale).

La crescita tendenziale delle esportazioni, rileva l’Istat, ”e’ trainata dalle vendite di metalli di base e prodotti in metallo verso la Svizzera, di macchinari e apparecchi verso gli Stati Uniti e Germania, di prodotti petroliferi raffinati verso i paesi OPEC e di articoli farmaceutici, chimico- medicinali e botanici verso la Francia”. Per quanto riguarda le importazioni, la crescita viene dagli acquisti di petrolio greggio dai paesi OPEC, di gas naturale dai paesi OPEC, dalla Russia e dai Paesi Bassi e di prodotti petroliferi raffinati dalla Russia. Il disavanzo della bilancia commerciale nei primi due mesi dell’anno e’ di 5,5 miliardi di euro, in miglioramento rispetto al deficit di oltre 9 miliardi dell’anno precedente. Il saldo non energetico e’ positivo e pari a 6,5 miliardi.

il gold sembrerebbe diretto a quota 1600 e quindi, la fase di ribasso dai massimi dovrebbe continuare, la resistenza passerebbe a quota 1680 circa dove sono presenti grossi volumi di vendita, premetto che come da grafico, sino alla barra evidenziata il trend rimarrebbe nel lungo sempre long

Per quanto riguarda l’intraday i livelli e le situazioni sono ben diverse e la resistenza per oggi passa a quota 1658 rotta la quale proietterebbe il future a quota 1680 dove si potrebbe tentare l’ingresso short.

Inserisco il grafico daily dove ho messo in evidenza il canale rialzista presente sul future.

INSOMMA L’ORO RAPPRESENTA UN BENE RIFUGIO. ma parliamo del cubo di Warren Buffett e se vale ancora la pena investire sull’oro!!

e’ da sempre che l’oro ha rappresentato un rifugio “istintivo” ed il più remunerativo in un periodo come questo di blocco del mercato pieno di grandi incertezze sulla seconda moneta del mondo, l’Euro. Ora però, se si crede a una semplice normalizzazione dei mercati, è giunto il momento di ritornare ai veri asset in questo periodo fomentato dal nervosismo nel settore finanziario molti  aspettano delle certezze e dei consigli dai grandi e chi è da considerare un grande della finanza?

che domande faccio! Warren Buffett  che annualmente elargisce consigli e idee sui suoi investimenti.

L’edizione 2012 mantiene le promesse ed esordisce con un abile “teasing”: Warren Buffett ha trovato il suo successore… Inutile precipitarsi a leggere la lettera: non viene svelato nessun nome! Lo slogan è stato ampiamente commentato dalla stampa finanziaria (il talentuoso Ajit Jain avrà la meglio?) ma è la conclusione della lettera, con il suo riferimento all’asset allocation, ad attirare la nostra attenzione.
C’è una sola pagina dedicata alle obbligazioni, oro, terre agricole, azioni, ma in realtà contiene tutte le indicazioni importanti. Del resto, un rendimento dello 0,8% per titoli di Stato quinquennali, siano essi tedeschi o americani, come ben sintetizza un cronista dello Wall Street Journal con una formula difficilmente traducibile, non è più un “risk-free return” (ossia un rendimento senza rischio) bensì un “return-free risk”, ovvero un rischio senza rendimento.

Oro e azioni a confronto

Analizziamo allora le altre due classi di attivi, l’oro e le azioni. Il primo sfavilla di tutte le sue luci da cinque anni… e può riassumersi in tre punti: è giallo, non distribuisce dividendo ed è espresso in questa curiosa unità che è l’oncia (anche se si conosce il prezzo, 1.750 dollari, non si capisce bene a che cosa corrisponda). Le azioni invece stanno ritrovando un certo lustro dall’inizio dell’anno. ma scontano ancora il loro passato erratico.
E qui Warren Buffett costruisce i suoi due cubi: il primo, il cubo A, è costituito dalla totalità delle riserve auree del mondo, 170mila tonnellate, che formano un cubo di 68 piedi (20 metri) di lato. Rimanendo nel vocabolario anglosassone, questo cubo “pesa” circa 9,6 trilioni di dollari (per agevolare il lettore diffidente, 32mila once formano una tonnellata). Poco meno di 10 triliardi di dollari in un volume così compatto rappresentano un enorme valore concentrato in un unico posto…
La saggezza ottuagenaria di Buffett prende il sopravvento ed ecco che ci presenta il cubo B, di identico valore, costituito da tutte le terre coltivabili degli Stati Uniti (400 milioni di acri), 16 aziende Exxon Mobil (la società la più redditizia del mondo: 40 miliardi di dollari di utile netto l’anno) e 1000 miliardi di dollari…
È l’ora delle scelte: il cubo A, 20 metri cubi di metallo giallo, o il cubo B, più voluminoso ma soprattutto più remunerativo? Infatti il cubo B è costituito da attivi reali che, nel linguaggio “Buffett”, sono sinonimo di attivi che producono un rendimento. Rendimento che consisterebbe in tonnellate di mais, frumento e latte per le terre agricole e 144 miliardi di dollari di dividendi l’anno per le 16 Exxon Mobil. Quando tutto ciò sarà realizzabile è da vedere, ma l’esito è indubbio: prima o poi, per un semplice effetto di composizione del rendimento, il cubo A sarà inevitabilmente superato dal cubo B.
Oltre a essere un eccellente investitore, Buffett ha il merito di fornire risposte semplici a domande complesse, e in un inizio d’anno che vede reiterarsi la sempiterna questione dell’asset allocation, i due cubi rappresentano un aiuto prezioso.
Ci ricordano che, sulla durata, il rendimento fa la performance. L’oro è stato un rifugio “istintivo” e remunerativo in un periodo di blocco del mercato e di dubbi sulla seconda moneta del mondo. Ma se si crede a una semplice normalizzazione dei mercati, è giunto il momento di ritornare ai veri asset. E chi subisce ancora il fascino dell’oro giallo, dovrebbe ricordarsi il vecchio detto: quello che il saggio fa all’inizio, il pazzo lo fa alla fine, quindi occhio che prima o poi i canali si rompono e le tendenze cambiano 😉 .

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