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Strangolata dai debiti, decide di vendersi. Si tratta della città giapponese Izumisano
Izumisano, una città poco distante da Osaka e popolata da 100 mila persone, per dare ossigeno alle casse comunali, decide di vendere il suo nome a causa dei troppi debiti che, in euro, raggiungono quota 750 milioni, in pratica 7.500 euro per residente. La cittadina giapponese ha aperto la caccia allo sponsor accettando di diventare Sony city o McDonald’s city, con i dipendenti comunali pronti a ritagliare lo spazio pubblicitario sulle attuali divise o a indossare magari quelle dalla nota catena di fast food. Il rischio default attuale ha inizio con i sogni degli anni ’80 e ’94 ( fonte ANSA ), cominciati con la “bubble economy” e culminati con l’inaugurazione del mega aeroporto internazionali del Kansai. Struttura avveniristica realizzata nel mare da Renzo Piano, con un sofisticato sistema di palafitte di cemento. Il sindaco Noboru Mukae, in carica dal 1976 al 2000, lanciò l’ambizioso programma di infrastrutture pubbliche, quali l’ospedale, l’acquedotto, la rete fognante, il «Rinku Gate Tower Building», il secondo grattacielo più alto del Giappone e il centro culturale. Convinto che il nuovo scalo aereo avrebbe aumentato in modo esponenziale flusso di visitatori e quindi l’ economia locale. Arrivà però la deflazione e la crisi economica che hanno fatto crollare il gettito e messo sotto pressione il bilancio comunale, fino al deficit d’esercizio cronico, pari a 5,5 milioni di euro nell’anno fiscale 2010-11. Da qui il passo per il bando dello sponsor, al quale manca un minimo d’offerta, sarà aperto da giugno a novembre a imprese locali e internazionali, per la cessione dei diritti del nome della città per 1-5 anni. Izumisano fu inserita nel 2009 nella lista nera delle città in condizioni finanziarie negative, anticamera del fallimento.