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Ad aprile occhi puntati su Avi Biopharma ($AVII), antisense al potere!

Scritto il alle 11:00 da cerealkiller

Avi Biopharma è uno di quei titoli che vedi salire ed ai quali non attribuisci un gran peso, io nemmeno sapevo chi fossero fino a settimana scorsa. Li guardi dopo qualche giorno ed ancora stanno salendo. Lo stesso accade la settimana dopo e allora ti chiedi: “Non sarà il caso di capire che stanno facendo?”.
Il punto è sempre lo stesso, hai paura che la salita sia alla sua conclusione e che dopo aver comprato il titolo vada a far compagnia ai pesci. Poi la paura aumenta quando ti accorgi che uno dei farmaci si chiama eteplirsen… eteplirsen? Ma se finisce con “-sen”, non sarà per caso…
Esatto, si parla di antisense.

Con gli antisense è così, cominci col parlarne e poi non ti puoi fermare, uno tira l’altro, come per i biscotti al burro salato o le costine. Solo ieri ho aggiunto Oncogenex ($OGXI) al portafoglio virtuale a seguito dell’emissione di nuove azioni e loro basano quasi tutto sulla tecnologia antisense ed oggi mi occupo di Avi Biopharma. Domani? Probabilmente ritornerò su $OGXI per chiarire alcuni punti ma adesso concentriamoci su Avi e quello che accadrà ad aprile.

Cominciamo col vedere di capire di cosa si occupa questa Avi.
Come si può notare dalla tabella che riporta le varie fasi dei farmaci in sviluppo, il più avanzato è AVI 4658, cioè eteplirsen.
Il farmaco si trova in fase 2 in pazienti affetti da Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD), una malattia genetica che causa la mancata produzione di distrofina che insorge nei primi anni di vita (generalmente dai 2 ai 4 anni), portando prima ad un indebolimento dei muscoli e poi alla perdita della deambulazione nei primi 12 anni di età ed espandendo l’azione devastante anche al cuore ed alla muscolatura respiratoria… il tragico epilogo è la morte, anche prima dei trent’anni.
Attualmente le speranze di cura si limitano a trasformare la distrofia di Duchenne nella variante meno grave, quella di Becker, attraverso quello che è chiamato “salto dell’esone”, tecnica innovativa che agisce direttamente a livello dell’RNA messaggero. Il che ci porta all’antisense.
La malattia è causata dalla mutazione di un gene, come detto. Questo gene è composto da 70 esoni, che altro non sono se non dei “mattoncini” che spesso vengono a mancare, impedendo la formazione di distrofina. Il farmaco che viene somministrato serve a permettere la produzione di una distrofina più corta, ma se non altro funzionante.
Attualmente, che io sappia, non esistono terapie approvate specificatamente per questa malattia e sono principalmente due compagnie a provare questo approccio, Glaxo Smith Kline (GSK)in fase 3 e Avi Biopharma in fase 2.
Tutte e due le società si sono focalizzate sul salto dell’esone 51 (come vedete dalla pipeline però, AVII è a livello pre-clinico impegnata anche sul salto del esone 50 e del 45) visto che permette di trattare la maggior parte delle mutazioni presenti nei pazienti affetti da DMD.
La fase 3 di GSK origina dalla biotech europea Prosensa che ha sviluppato il farmaco per poi entrare in collaborazione con il colosso farmaceutico e si rivolge a pazienti con mutazioni che possano essere trattate col salto dell’esone 51.
In poche parole, GSK2402968 (il farmaco di GSK) e eteplirsen usano lo stesso meccanismo d’azione, ma sono differenti dal punto di vista chimico, il che vuol dire che l’uso del farmaco di Avi ha solide basi scientifiche ma può differire come performance e come tollerabilità.

Esiste la possibilità che GSK2402968 mostri benefici talmente elevati da indurre lo stop dello studio clinico per i passaggio dei pazienti dal gruppo di controllo a quello attivo, consentendo a GSK di chiedere l’approvazione del farmaco in tempi ridotti. Avi quindi è costretta ad inseguire, per il momento.

Il vantaggio è che i primi dati li conosceremo a fine aprile ed un confronto sarà subito possibile.
In fase 1b/2 (open label su 19 pazienti in 6 dosaggi differenti) il farmaco si è dimostrato capace di ottenere risultati in termini di aumento della distrofina nei pazienti senza scatenare risposte immunitarie indesiderate. Dal punto di vista della sicurezza del farmaco finora non sono state correlati eventi avversi gravi al suo impiego, se non in un caso che coinvolgeva un paziente con funzione cardiaca deteriorata, ma che quasi sicuramente è attribuibile alla malattia.
Sette pazienti hanno risposto al trattamento con aumenti dal 8,9% al 16,4% dei livelli di distrofina rispetto al controllo (p value 0,0287).
L’efficacia si è dimostrata legata al dosaggio (p value 0,023) e, seppur variabile a seconda dei soggetti trattati, statisticamente significativa (p value= 0,04) e la riduzione dei marker CD3, CD4 e CD8 suggerisce che l’effetto del farmaco agisca positivamente sull’incedere del processo degenerativo.

La fase IIb di eteplirsen, AVI 4658-us-201, o più semplicemente studio 201, è randomizzata e in doppio cieco versus placebo. Lo scopo è determinare efficacia, sicurezza e tollerabilità del farmaco somministrato in due diversi dosaggi su 12 pazienti che posseggono la mutazione richiesta perché eteplirsen sia efficace.

I 12 pazienti sono stati suddivisi in due gruppi attivi al dosaggio di 50 e 30 mg/kg ed in uno con placebo e a fine aprile conosceremo i risultati. Tutti gli arruolati sono poi stati inclusi in uno studio successivo nel quale anche ai pazienti che nel 201 avevano ricevuto il placebo viene somministrato il farmaco di Avi.

Eteplirsen, se tutto va come deve andare, entrerà in fase 3 a fine 2012, dopo le discussioni del caso con FDA.
Lo studio costerà e l’ultima emissione azionaria risale al secondo trimestre del 2011 (2Q11), non è assurdo ipotizzare che questa sia un buon momento, se si intende battere cassa di nuovo, visto che la quotazione da dicembre ad oggi è più che raddoppiata.

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