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PIL: crescita zero in Europa e da noi dimezzati i tassi dei bot a 6 mesi
L’area euro, dopo un 2011diciamo in crescita registrerà una crescita piatta nel 2012 dopo che, mese dopo mese, la gestione della crisi da parte dei vertici dell’Eurozona si è rivelata carente nei tempi, nelle misure adottate e nell’entità degli strumenti messi in campo.lo scenario macroeconomico 2012, prevede per l’economia mondiale una crescita nel 2012 di un +2,9%, trainata dall’Asia orientale (+6,9%) e dai paesi Opec (+5,5%).
Se il Pil negli Usa si dovrebbe mantenere fra il +2% e il +2,5% (+2,2% nel 2012) con una velocità “vincolata dall’assenza di crescita degli investimenti residenziali e dal processo di riduzione del debito delle famiglie”, ma con una crescita per ora “sana”, determinata dalla domanda finale del settore privato domestico, in Europa il clima di incertezza rallenterà le decisioni di investimento delle imprese e la domanda di beni da parte delle famiglie.
Sul fronte della crescita, il contributo negativo della domanda interna sarà bilanciato dal contributo positivo delle esportazioni nette, con un’inflazione prevista al 2,2%; il superamento della soglia del 2% dipende dall’andamento dei prezzi delle materie prime e dai rialzi di prezzi amministrati e imposte indirette.
Se il quadro internazionale rimarrà espansivo nella maggiore economia dell’area, quella tedesca, dovrebbe continuare a beneficiare del forte impulso derivante dalla politica monetaria, consentendo perciò all’intera Eurozona di evitare una recessione vera e propria, che invece colpirà Italia e Spagna, oltre ad altri Paesi più piccoli (Grecia,
Portogallo).
L’Italia è infatti fra i paesi dell’Eurozona già entrati in una fase recessiva, con il Pil che dovrebbe essersi contratto per tutta la seconda metà del 2011 e con un’ulteriore flessione molto probabile nella prima metà del 2012 come potete leggere nei precedenti articoli andando QUI; per il prossimo anno, poi, la contrazione prevista sarà di almeno l’1%. a pesare, oltre al contesto internazionale, meno vivace che negli anni scorsi, saranno le conseguenze della crisi del debito sovrano che dispiegheranno i loro effetti in termini di domanda interna, anche a causa delle tre manovre adottate a luglio, agosto e dicembre che dovrebbero complessivamente avere un impatto recessivo pari a circa l’1,6% del Pil, di condizioni finanziarie restrittive e di un impatto negativo sul clima di fiducia. il pacchetto fiscale presentato dal Governo Monti non scioglie ancora tutti i nodi dell’economia italiana e presenta dei punti di criticità venendo così bocciato da molti economisti( ecco l’articolo in questione), ma rappresenta un passo necessario per rassicurare i mercati, mentre sono prevedibili nuove misure legate a una revisione complessiva delle spese pubbliche e riforme strutturali a iniziare da quella del mercato del lavoro.
Per realizzare tutto questo, tuttavia, serve “un atteggiamento cooperativo dei principali partiti politici italiani, rimane una condizione necessaria per il superamento dell’emergenza”, mentre, per la soluzione della crisi, sarà sempre più cruciale “la qualità delle decisioni prese in ambito europeo e dalle banche”.
In tanto oggi a Milano Il Tesoro ha emesso 9 miliardi di Bot a sei mesi a un rendimento del 3,251%, decisamente al di sotto del 6,504% dei tassi che gli stessi titoli avevano presentato nell’ultima asta. La domanda è stata buona, con il bid to cover che si è attestato a 1,69.
Lo spread Btp-Bund a 10 anni intanto rallenta e scende sotto la soglia dei 500 punti base, a fronte di un rendimento che si posiziona al 6,7%. e rimane a questo punto l’ultimo l’appuntamento chiave per il mercato dei titoli di stato: si tratta dell’asta, prevista per domani, con cui l’Italia collocherà fino a 8,5 miliardi di euro di debiti con scadenza nel 2014, nel 2018, nel 2021 e nel 2022.
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