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Goldman Sachs teme un default dell’Italia, ridotta l’ esposizione del 92% nel secondo trimestre

Scritto il alle 08:40 da balrock@finanzaonline

Goldman Sachs teme un default della Penisola e riduce così la sua esposizione verso i bond governativi italiani del 92%, nel secondo trimestre. Lo comunica la stessa banca alla SEC(la Securities and Exchange Commission, ovvero l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori, analogo all’italiana Consob), dai 2,51 miliardi di dollari detenuti alla fine di marzo, si passa ai soli 191 milioni di dollari di fine giugno. Intanto si copre con i derivati, come i Credit Default Swap, per assicurarsi dal rischio fallimento.

Il credit default swap (CDS) è uno swap che ha la funzione di trasferire l’esposizione creditizia di prodotti a reddito fisso tra le parti. È il derivato creditizio più usato. È un accordo tra un acquirente ed un venditore per mezzo del quale il compratore paga un premio periodico a fronte di un pagamento da parte del venditore in occasione di un evento relativo ad un credito (come ad esempio il fallimento del debitore) cui il contratto è riferito. Il CDS viene spesso utilizzato con la funzione di polizza assicurativa o copertura per il sottoscrittore di un’obbligazione. Normalmente la durata di un CDS è di cinque anni e sebbene sia un derivato scambiato sul mercato over-the-counter (non regolamentato) è possibile stabilire qualsiasi durata. I credit default swap sono normalmente utilizzati come metro di misura del rischio di fallimento di uno stato sovrano.

In pratica la 5° banca d’affari americana scommette sul fallimento dell’ Italia.

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