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Cari politicanti, mentre voi dimostrate solo bravura nel salvare le vostre chiappe, potreste imparare dalla Germania: è lo Stato tedesco il Paese con il minor numero di disoccupati.

Scritto il alle 19:13 da carloscalzotto@finanza

 

Mentre il nostro governo sta dimostrando serietà ad imporre tasse su tasse al popolo e sta dimostrando anche grande strategia nel salvare le chiappe dei politici con leggi a hoc per tutelare gli interessi personali e quelli degli amici degli amici( leggete a tal proposito questo articolo dove vi sono nomi e cognomi dei senatori che volevano tutelare le pensioni d’oro QUI), in germania viene fuori un dato interessante:

E’ lo Stato tedesco il Paese con il minor numero di disoccupati. 

Il segreto del loro successo è un processo di formazione improntato sull’integrazione tra lavoro ed istruzione.

I dati Istat, pubblicati pochi giorni fa, sulla disoccupazione giovanile hanno fotografato uno scenario decisamente negativo per il nostro Paese: quasi il 36% degli under 24 si trova infatti attualmente “a spasso”…
Forse i dati possono sembrare meno pesanti se confrontati con le disastrate Grecia e Spagna, rispettivamente con il 51,2% ed il 51,1% di disoccupati dai 18 ai 24 anni.

Molto meno felici però se confrontati con l’inossidabile Germania, che con il 7,9% è il Paese che possiede il minor numero di disoccupati.

Cos’è dunque che ha potuto determinare un tale distacco fra lo Stato tedesco e gli altri Paese dell’Ue?

Da un’attenta analisi scopriamo che non è solo l’industria il punto forte della grande “casa di produzione” tedesca: sono infatti i percorsi formativi il punto cardine del grande successo industriale della Germania.

I processi educativi tedeschi sono improntati sull’integrazione, già dall’infanzia, fra il lavoro e l’istruzione. Processi che consentono agevolmente il salto dall’apprendistato ai sistemi di istruzione secondaria e superiore.

Tutto ruota intorno all’istruzione dunque.

L’Italia in tal senso sembra essere però sulla buona strada: sul piano del tirocinio è del 18 aprile l’accordo tra Cgil, Cisl e Uil per rendere operativo l’apprendistato professionalizzante disciplinato. Anche se non c’è ancora l’intesa con i singoli settori, sembra un passo avanti che fa ben sperare sul futuro.

Per quanto riguarda l’istruzione, le recenti riforme dell’istruzione secondaria e tecnica superiore sembrano rendere possibile una formazione giovanile che possa appoggiare le necessità di agganciamentoprofessionale.

Bisognerà vedere però in che maniera verranno messe in pratica queste disposizioni.

Riusciremo ad eguagliare – o superare, perché no – l’eccellenza tedesca? source

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