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I grandi complotti in Economia
Attenzione, sto per farvi una rivelazione che vi sconvolgera’ l’esistenza e non solo il vostro approccio al trading; so gia’ che questo post mi creera’ dei nemici…
Sappiamo tutti che i mercati sono manipolati e che c’e’ un gruppo che li guida dove vogliono: io vi diro chi sono!
Ma non solo, se mi leggerete fino in fondo vi svelero’ un segreto noto solo agli addetti ai lavori, un segreto che riguarda la previsione dei corsi futuri non solo delle azioni ma anche dei tassi e delle commodities.
Argento, oro, indici azionari; nulla sfugge al loro controllo.
Dalla crisi Lehman e sub prime al boom dell’oro e dell’argento, dal prezzo del petrolio alle variazioni dell’S&P: tutto diventera’ molto piu chiaro.
Ma prima mi dovrete seguire in una piccola digressione.
Una piccola digressione
Perche’ questo post ricevera’ molte piu’ visite dei miei post didattici?
Perche le storie ci piacciono, soprattutto se raccontate bene e con una trama interessante: la maggior parte di noi preferisce leggere un romanzo piuttosto che un saggio (e ancora di piu’ preferiscono guardare la TV…).
Prima di parlare di mercato dobbiamo fare un discorso piu’ generale
Di complotti ce ne sono tanti e non solo recenti, addirittura certi proseguono da piu’ di 200 anni.
Uno dei piu’ famosi e’ quello dei protocolli dei savi di Sion, riportato alla ribalta nell’ultimo libro di Umberto Eco “Il cimitero di Praga” che ne racconta la genesi (finta).
Nello specifico i Protocolli partivano dai sentimenti antiebraici esistenti nel mondo occidentale e attribuivano agli ebrei un piano per la conquista del mondo tramite il controllo della finanza dell’informazione etc.
Ancora oggi gli arabi estremisti considerano veri i Protocolli e scie le vediamo anche nell’attribuire a Goldman Sachs il ruolo di burattinaio della finanza (fino al 2008 anche Lehman veniva citata per via del nome ebraico…)
Questo e’ importante perche’ rappresenta l’archetipo del complotto, innestare una teoria su una base di credenze gia’ diffuse e confermare credenze popolari.
Anche la finanza comportamentale cita la cognizione selettiva tra le sue basi: quando abbiamo una posizione cerchiamo notizie che confermano la nostra ipotesi. Se siamo lunghi sul mercato leggeremo con interesse i commenti di chi la vede come noi e le notizie macroeconomiche positive, allo stesso modo tenderemo a scartare le idee di chi la vede diversamente da noi e a considerare le brutte notizie come incidenti di percorso.
Una buona teoria del complotto non deve essere falsificabile e possibilmente essere complessa; quindi i fatti devono essere solo un pretesto; la segretezza diventa il pilastro della storia.
Dimostrare che la cospirazione non esiste (ovvero falsificare la teoria) diventa impossibile e questo rende tali teorie non-scientifiche.
Elencare le molte teorie esistenti porterebbe via molto spazio, se proprio volete vederne un elenco quardate QUI oppure, (in maniera meno seria) QUI .
I complotti e il mercato
In mezzo alla miriade di complotti non potevano certo mancare quelli sui mercati finanziari, ultimo in ordine di tempo quello che vuole JPM impegnata a manipolare il mercato dell’argento (oltretutto perdendoci un sacco di soldi visto che si sarebbe fatta trovare corta di un quantitativo che non so nemmeno con quanti zeri si scrive su un mercato che e’ triplicato…).
Sui mercati finanziari esistono una miriade di operatori (dai trader privati, ai fondi di investimento, hedge funds, banche etc.) che hanno un solo obiettivo: ottenere un profitto dalle loro operazioni. Nonostante quello che si dice nessuno di questi operatori e’ cosi grande da poter influenzare il mercato in una misura e per un tempo significativo.
Esiste un solo mercato dove ci sono degli operatori che non hanno come scopo il profitto ed e’ soggetto a manipolazioni: il mercato dei cambi. Questi operatori sono le banche centrali che detengono riserve valutarie in monete diverse da quelle che loro emettono e che possono essere soggette ad un controllo di tipo politico (ad esempio gli acquisti di dollari da parte della banca centrale cinese); inoltre capita che gli sbilanci valutari vengano risolti a livello politico (il Plaza nell’87 etc.) e in quel caso vi sono interventi coordinatoi delle banche centrali che spingono il mercato nella direzione desiderata (ma non sempre, alle volte il mercato riporta i cambi ai livelli precedenti gli interventi).
Le banche centrali non intervengono sui mercati azionari e solo raramente sul mercato dei bond; quando gli interventi sono massicci e’ perche’ diventano strumenti di politica monetaria (il quantitative easing della FED) ma in questi casi sono annunciati in anticipo perche’ cosi ottengono un effetto amplificato.
La politica monetaria messa in atto da Bernanke era sta gia tutta scritta e annunciata in un discorso pubblico tenuto nel novembre del 2002 (Discorso Bernanke).
Ed ecco la rivelazione…
Di fronte ad eventi imprevisti cerchiamo sempre una razionalizzazione e se la spiegazione ci mette di fronte ad una cospirazione creata da forze occulte e molto potenti ci sentiamo in qualche modo sollevati dalle nostre responsabilita’.
E adesso e’ venuto il momento che ho promesso vi diro’ chi e’ che guida il mercato, sono solo duele forze in gioco e hanno un nome molto semplice da ricordare, si chiamano domanda e offerta, solo nel punto di incontro di questi elementi si trova il punto di equilibrio.
Immagino la delusione di chi si aspettava qualcosa di piu’ clamoroso ma purtroppo i complotti, i comitati Bildenberg etc. prendiamoli per quello che sono: esercizi di fantasia.
Se proprio vogliamo cimentarci con delle teorie dovremmo passare alla seconda rivelazione: come si prevedono i prezzi futuri?
La risposta semplice (che darebbe anche Taleb del “cigno nero”) dovrebbe essere: non si possono prevedere, pero’ e’ nella natura umana cercare di trovare una risposta. L’unica soluzione e’ quella di cercare di anticipare quelle che saranno la domanda e l’offerta.
Ma l’unico mercato dove domanda ed offerta sono in qualche modo misurabili e’ quello che forse meno ci si aspetta: le commodities. Nel medio periodo le forze dominanti delle commodities sono proprio l’offerta (tramite produzione) e la domanda (i consumi).
Per gli altri investimenti non si possono prevedere i prezzi, ma solo cercare di capire il valore di quello che si compra.