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Monte Dei Paschi di Siena: piovono dichiarazioni e intrecci intorno all’ex presidente Mussari

Scritto il alle 12:09 da carloscalzotto@finanza

 

Piovono dichiarazioni su legami tra esponenti democratici e la Massoneria.
SIENA. Domani dovrebbe essere ascoltato, dagli inquirenti della Procura di Siena, Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte dei Paschi. Avrà l’indubbio vantaggio di parlare dopo Antonio Vigni e di poter avere un quadro dell’investigazione più completo, ma non per questo più facile da gestire.
Siamo curiosi di vedere se avrà con sé il documento di “farness opinion” citato dal Corriere della Sera che starebbe attendendo da Mediobanca.

Con esso, secondo le indiscrezioni riportate, l’avvocato di Catanzaro, indagato per aggiotaggio, false comunicazioni alle autorità di vigilanza, turbativa e truffa, dovrebbe “attestare la regolarità dell’operazione Antonveneta”. Mediobanca è l’advisor finanziario dell’aumento di capitale del 2008 (insieme a Merrill Lynch, Goldman Sachs e altri), nonché di quello del 2011 sui quali ha certamente ricavato importanti commissioni proprie dell’incarico conferitole. Il documento in questione potrebbe tuttavia rivelarsi un boomerang per la banca d’affari italiana, una confessione in pieno conflitto di interessi e la curiosità nasce proprio dalla considerazione come sia evidente che senza acquisto non ci sarebbero state commissioni per Mediobanca: come salvare il soldato Mussari senza rimanere invischiati nella ragnatela?

Il fondatore del Grande Oriente Democratico, Gioele Magaldi, apre stamani uno squarcio importante sui rapporti connessi tra la Massoneria e potere politico, a Siena e non solo.

Sono a Siena dai tempi dell’università, e la massoneria non l’ho mai incrociata”. Giusto un anno fa l’ex presidente di MPS, con questa battuta, disse la sua verità ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera.

Le frequentazioni e il presenzialismo di Mussari in una serie di incontri nell’anno 2007 per la presentazione di un libro sulla Massoneria sono noti: il 24 febbraio al Palagio di Parte Guelfa a Firenze, con la partecipazione del Gran Maestro Gustavo Raffi. Il 7 maggio al ridotto del Teatro Metastasio di Prato con Vittorio Gnocchini, Grande Archivista del Grande Oriente d’Italia.

E ancora il 16 maggio alla Camera di Commercio di Livorno presenti Alessandro Cosimi, sindaco DS della città labronica, e di Massimo Bianchi, Gran Maestro Aggiunto del Grande Oriente d’Italia.

Un insieme di rapporti tra massoneria e politica in terra di Toscana, che fa riflettere su come si sarebbero spartiti potere e banca in questi ultimi sedici anni (l’ormai famoso “Sistema Siena”) da parte di troppi soggetti, ma sarà materia per studenti universitari ancora da formare.

Ma le frequentazioni sono cosa ben diversa dall’appartenenza a chicchessia.

La portata dell’intervista a Gioele Magaldi sarà certo di grande aiuto per comprendere le dinamiche politiche ed economiche che a Siena i più ignorano. “Giuseppe Mussari è un massone … è stato iniziato libero muratore diverso tempo fa, agli inizi della sua scalata al potere” dichiara sicuro Magaldi “Luigi Berlinguer … appartiene a una famiglia di antica tradizione massonica. Non mente quando dice di non essere stato mai affiliato formalmente ad alcuna loggia, ma occorre ricordare che il padre di suo cugino Enrico, Mario Berlinguer, era un noto convinto e benemerito massone democratico e libertario, antifascista della prima ora … nella famiglia Berlinguer, e il discorso vale anche per Luigi, aderente al para-massonico Gruppo Spinelli … c’è sempre stata una consolidata vicinanza culturale ed ideologica al milieu massonico progressista. Franco Bassanini è invece molto vicino a certi ambienti massonici francesi. source
Giuliano Amato gode di ottime relazioni e amicizie tanto nel mondo massonico anglosassone che in determinati ambienti massonici sovranazionali collegati alla finanza e al mondo bancario tedesco. Denis Verdini ha frequentazioni massoniche un po’ più ruspanti e provinciali …”. Con una spiegazione puntuale per gli scettici nostrani: “Chiunque conosca un minimo i circuiti finanziari e bancari sovranazionali, che determinano anche quello che accade nella provincia italiana, sa bene che essi sono saldamente in mano a gruppi massonici e paramassonici”.

Paolo Cirino Pomicino, ex ministro della cosiddetta Prima Repubblica travolta dagli scandali di Tangentopoli, scrive oggi su Il Foglio “L’affaire MPS dovrebbero spiegarcelo Amato, Bassanini e i banchieri francesi”.

I due politici eletti in parlamento a Siena (e compagni d’avventura nell’associazione Astrid che ha tra i suoi soci la docente universitaria Tania Groppi che siede nell’attuale CdA di Rocca Salimbeni) avrebbero guidato “la solitudine del Montepaschi … in nome della cosiddetta senesità” dal 2002 (primo tentativo di fusione con Bnl) e “non a caso poi plaudirono all’insano acquisto per un prezzo esagerato dell’Antonveneta già in pancia agli spagnoli del Santander”.

A pensare che la gestione del Monte dei Paschi fosse compito esclusivo dei referenti locali della politica italiana, quasi tutti comunque legati al PD, sono rimasti a crederlo soltanto D’Alema e Bersani.

E quei quattro gatti che ancora credono che la banca sia stata della città negli ultimi diciassette anni.

Le scatole cinesi continuano  🙄 cari ROSSI

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