Le due facce dell’oro: previsioni su Oro giallo e nero nel 2013

Scritto il alle 09:55 da carloscalzotto@finanza

 

Che sia giallo o nero, gli analisti scommettono sul mercato delle commodities.
Scegliere tra vendita di opzioni, azioni di società del settore e etf.

Che le materie di prime, oro e petrolio in testa, da sempre rappresentino una buona opportunità per gli investitori non è certo una notizia.
Il problema è capire a quali prodotti finanziari affidarsi e se il trend positivo degli ultimi anni
continuerà ancora nel 2013. Stando agli esperti interpellati da economiaweb.it c’è da stare tranquilli.
Il motivo? La foto di famiglia scattata nel 2012 dimostra che l’andamento delle commodity sta sempre più prendendo una via propria, distaccandosi progressivamente dalle Borse mondiali.
LE PREVISIONI SULL’ORO. Le banche d’affari e i grandi broker internazionali non vedono all’orizzonte segnali di rallentamento della corsa al rialzo dei prezzi dell’oro, che si è fermata ad inizio ottobre scorso poco sotto 1.800 dollari l’oncia. Sul lungo termine il team Private Bank Forex & Commodities di Jp Morgan ha una view sull’oro sempre molto positiva. Le motivazioni principali a sostegno della tesi degli esperti della banca americana sono il proseguimento della politica monetaria ultra-espansiva della Fed e la debolezza del dollaro americano. Secondo gli analisti di Jp Morgan, grazie all’attuale contesto di tassi ai minimi storici, il rapporto costo/opportunità nel detenere oro è su valori molto bassi. Insomma, la banca ritiene sia giusto tenere in portafoglio il metallo prezioso, in vista di una sua imminente rivalutazione. Jp Morgan stima un target a 12 mesi a 1.975 dollari l’oncia, aspettandosi anche un aumento della domanda in India e delle banche centrali. source
POSITIVA LA VIEW SUL PETROLIO. Secondo quanto afferma Credit Suisse, le quotazioni dell’oro nero saranno sufficientemente volatili, ma non tanto da creare particolari drammi o incredibili sorprese a chi sceglierà di impiegare parte dei propri risparmi sul Wti (il riferimento petrolifero Usa) che nel corso del 2013 dovrebbe oscillare in via permanente tra un minimo di 75 dollari e un massimo di 105 dollari al barile. Maggiori saranno invece le quotazioni del Brent, che si aggireranno tra gli 85 dollari e i 125 dollari al barile. Le commodity, spiega Massimo Siano di Etf Securities con una metafora calcistica “sono il Barcellona delle asset class. In particolare l’oro che ogni anno ha un valore superiore a quello precedente, un trend che segue da inizio di questo secolo. Nell’attuale scenario macroeconomico, l’oro infatti è percepito dagli investitori come uno dei pochi hedge esistenti di fronte alla svalutazione intrinseca della moneta.
CHI NON SI FA PRENDERE TROPPO DALL’ENTUSIASMO. Per quanto riguarda l’asset class materie prime, Dexia AM è leggermente positiva. Infatti, fa notare a economiaweb.it Nadège Dufossé, Asset Allocation strategist di Dexia Asset Management, “anche se il ritmo della domanda accelererà nel 2013, la crescita globale non si attesterà ad un livello tale da provocare un rischio di surriscaldamento. Eccezion fatta per alcuni metalli di base come il rame, dove esiste un più stretto equilibrio fra domanda e offerta, il mercato rimarrà trainato dall’offerta. Infatti, nel 2013 l’offerta dovrebbe essere sufficiente a coprire l’incremento della domanda. Gli indici total return dovrebbero migliorare grazie ai più favorevoli roll over dei future sottostanti (meno tensioni sugli equilibri di domanda/offerta). Siamo più positivi su rame, olio, mentre non prevediamo un sostanziale rialzo del prezzo dell’oro. Mentre la domanda di petrolio rimarrà contenuta, in linea con la crescita del pil mondiale, sussistono tuttora vincoli sull’offerta e il mercato rimarrà molto sensibile alle tensioni geopolitiche. Inoltre, a supporto del prezzo del prezzo del petrolio è il fatto che il prezzo di pareggio deciso dall’OPEC è salito a circa 100 dollari al barile. Al contrario, non siamo positivi sul prezzo dell’oro: pensiamo che perderà un po’ di sostegno in quanto, nel nostro scenario macro, non prevediamo un andamento in diminuzione dei tassi reali USA e abbiamo già beneficiato dell’enorme espansione del bilancio della banca centrale e il prezzo dell’oro è correlato a questi due fattori”.
DOVE INVESTIRE SECONDO I TRADER.  In una moltitudine di scenari e previsioni degli analisti, resta da capire però su quali prodotti finanziari bisogna puntare per massimizzare i profitti. Secondo Giancarlo Dell’Aglio, trader esperto in commodities, in un contesto come quello attuale il metodo più tradizionale per investire sul petrolio è la vendita delle opzioni, con il trader che venderà due basi con la stessa scadenza, al fine di sfruttare un range molto più vasto di quello individuabile dalle banche. Occorre naturalmente scegliere con molta attenzione le basi vendute e, altrettanto ovviamente, monitorare in modo costante l’evoluzione del mercato.  In alternativa, per chi ama il mercato azionario globale, Gabriele Roghi, responsabile gestioni patrimoniali di Invest Banca, consiglia i titoli di grosse multinazionali del settore come  Newmont Mining, Barrick Gold Corporation, Freeport McMoRan Copper & Gold e, per quanto riguarda il mercato italiano, Eni e Saipem. Tra gli etf, invece, il consiglio è di investire su prodotti che abbiano come sottostante il prezzo delle materie prime fisiche in modo da non esporsi al rischio del cambio euro-dollaro.

1 commento Commenta
ilcuculo
Scritto il 1 Febbraio 2013 at 11:18

Comprare Titoli o derivati del Petrolio è una buona forma di Edging perchè se sale avrò più costi causa inflazione che potrò compensare con i guadagni sull’investimento, se scende il contrario.

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