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L’ Iran vuole dotare le proprie navi nello Stretto di Ormuz con missili a corto raggio
Scritto il 30 Giugno 2012 alle 23:00 da
La tensione è alle stelle, sono mesi orami che Stati Uniti e Israele hanno in mente un possibile attacco contro gli impianti nucleari iraniani, dove si pensa venga arricchito uranio per la produzione di un ordigno atomico. Nel caso in cui la via diplomatica e sanzioni continuassero a non dare frutti, Teheran pensa di armare le proprie navi nello stretto di Hormuz con missili a corto raggio, chiaramente questo è un chiaro messaggio. L’ Iran ha più volte minacciato di chiudere lo strategico stretto, in cui transita il 40% delle esportazioni di greggio a livello mondiale, se non verranno rimosse le sanzioni occidentali che bloccano le sue esportazioni, negando sempre le accuse lanciategli contro e sostenendo che le attività nucleari sono a scopo civile.
“Abbiamo dotato le nostre navi con missili con un raggio d’azione di 220 chilometri e a breve con altri di portata pari ai 300 chilometri. Dalle nostre coste potremmo raggiungere tutte le aree della regione del Golfo Persico, lo Stretto di Ormuz e il Mare di Oman”.
Sono le parole di Ali Fadavi, comandante del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica, noti come Pasdaran, intervistato il 29 giugno dall’agenzia Mehr.
L’Unione Europea conferma l’entrata in vigore del primo luglio riguardo l’embargo petrolifero, che era stato stabilito lo scorso 23 gennaio, contro Teheran con l’intento di bloccare il suo controverso programma nucleare. Le sanzioni prevedono il divieto immediato di nuovi contratti petroliferi, mentre i contratti esistenti saranno onorati fino a domenica 1 luglio. La Quinta Flotta degli Stati Uniti, presente in Bahrein, attualmente si trova a circa 225 chilometri dall’Iran, considerato che il missile Sajjil-2 in dotazione alle forze armate iraniane ha una portata di 2400 chilometri, anche Israele potrebbe essere un bersaglio che rientra nel raggio d’azione di Teheran.
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