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BORSE: FESTEGGIANO GLI AIUTI ALLA SPAGNA, ECCO I 100 MILIONI PER LE BANCHE SPAGNOLE

Scritto il alle 09:31 da Agata Marino

Ecco il l via libera del G7 al piano europeo di salvataggio da 100 milioni per le banche spagnole ed il balzo segnato dalle esportazioni cinesi a maggio (+15,3% a fronte di previsioni ferme a +10%) hanno scatenato gli acquisti sui principali listini azionari, forte rialzo su tutte le piazze europee..

Forte rialzo in apertura per le Borse europee. Partenza sprint per Milano con l’indice Ftse Mib che sale dell’1,91% a 13.702 punti andando sopra la resistenza citata nei giorni scorsi e valorizzando l’ipotesi di un possibile cambio trend . Vola in apertura la Borsa di Madrid. L’indice guida Ibex 35 segna +5,75% a 6.928,90 punti.

Ora ritorniamo nello specifico su cosa succederà:

La quarta economia di eurolandia chiede gli aiuti, dopo vari tentennamenti e prese di posizione dati da orgoglio ecco Madrid che riceverà cento miliardi per salvare le banche

Il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker chiede in cambio una riforma finanziaria adeguata.

Ci sarà una ricapitalizzazione delle banche prosciugate dalla bolla immobiliare

Questa è l’ennesima prova che l’europa non vuole perdere pezzi e che le cose stanno cambiando.

Tre ore di conferenza che hanno portato i 17 ministri di Eurolandia a trovare questa soluzione visto che poche ore prima sia, il Fmi che Moody’s avevano sollecitato,  l’Europa ad agire, valutando in 40 miliardi di euro il bisogno di finanziamento delle banche spagnole, mentre l’agenzia di rating Moody’s aveva nuovamente messo in guardia dai rischi di contagio, precisando che dal sistema bancario spagnolo arrivano i maggiori pericoli per l’Italia.

Gli aiuti –  saranno erogati dai fondi europei salva stati Efsf e Esm( Mentre l’Efsf è un veicolo temporaneo che avrà la possibilità di emettere bond fino al luglio 2013, l’Esm, la cui data di avvio è stata anticipata a luglio 2012, sarà un fondo permanente. Gli Stati aderenti all’Esm sono gli stessi 17 che partecipano all’Efsf) e transiteranno verso il fondo spagnolo per la ristrutturazione bancaria (Frob). Madrid – precisa la dichiarazione finale dell’Eurogruppo – manterrà «la piena responsabilita» dell’aiuto, anche se la riforma finanziaria e lo svolgimento del piano di assistenza saranno «monitorati strettamente e regolarmente» dai partner, questo è stato un motivo più di orgoglio del popolo spagnolo che non si vuole vedere paragonare alla Grecia, Portogallo e Irlanda.

Resta il fatto che la Spagna, quarta economia di Eurolandia, diventerà il primo big a ricorrere agli aiuti dei partner, e il prossimo che sarà? Lo scopriremo solo vivendo :roll: .

Innanzitutto occorre salvare le banche.

I punti importanti sono il RISANAMENTO DEL SETTORE BANCARIO E NON DI UN NUOVO PIANO DI AUSTERITA’, così come chiesto dalla Spagna che ha anche preteso ed ottenuto solo un ruolo tecnico di sorveglianza per il Fondo monetario internazionale, che non parteciperà direttamente al prestito.

Anche stavolta. Queste “tartassate entità economiche”, troppo grandi per fallire ma troppo potenti per poter essere considerate “schiave” degli Stati che ospitano il denaro e il suo esattore, l’interesse, che comandano il sistema dell’usura e dello sfruttamento dei Popoli, invece di essere nazionalizzate, con la complicità dei governi e dei vampiri della finanza e della speculazione finanziaria verranno messe ancora all’ingrasso.

La crisi del debito, ha reso necessarie (e inutili) azioni coordinate a livello europeo, principalmente volte a perseguire una maggiore stabilità finanziaria.

Dicono proprio così gli esperti, economisti di rango che hanno ben studiato e quindi sanno come e, ancora più importante, cosa fare.

Ricordiamo ad esempio l’intuizione e l’istituzione geniale del European Financial Stability Facility (Efsf) nel maggio 2010, a cui da luglio 2012 farà seguito lo European Stability Mechanism (Esm). Un colpo tonante di culo per sottrarre profitti e consentire impunemente (tutti i membri dell’Esm sono immuni da procedimenti legali) alle banche europee di continuare ad investire a leva cercando con l’architettura finanziaria di ingrassare con super utili. L’Efsf non ha fondi propri ma gode di garanzie da parte dei 17 paesi membri dell’Unione Monetaria pari a circa780 miliardi di euro, che permettono una capacità di erogazione ai paesi in crisi pari ad un massimo di 440 miliardi di euro. Non essendo un ente istituzionale a sé stante, le emissioni di debito vanno a pesare direttamente sul bilancio dei paesi membri, in misura proporzionale alla loro quota di partecipazione attraverso le garanzie. Le politiche mondialiste dei giocolieri della finanza e dell’economia internazionale in seno alle loro società segrete (Trilateral, Bilderberg ecc.) con la complicità dei governi e della Banca Centrale Europea (autorizzata dal nessuno a emettere denaro creato dal nulla) impongono con la loro economia dei profitti agli Stati (senza più sovranità) di indebitarsi, per poi prosciugarne le risorse e i servizi pubblici con l’interesse sul debito. Per ricompensa dei servigi resi, i camerieri politici si vedono, a loro volta, accordare il privilegio di spendere a volontà prendendo a prestito il denaro (con interesse) e rifilano il conto da saldare al popolo aumentando le tasse. È in questo modo che il denaro prende il controllo dell’economia di uno Stato e, di conseguenza, fa la legge. E con la legge(che per obbligo è uguale per tutti anche se non tutti sono uguali davanti a essa) si costringe il popolo a pagare l’imposta sul reddito cha torna direttamente in tasca al denaro.

A seguito degli interventi a favore di Portogallo, Irlanda e Grecia, è evidente come l’entità della loro quota di garanzia si sia azzerata andando ad incrementare il peso percentuale di ciascun paese membro. L’intervento a favore dell’Irlanda ha previsto un prestito pari a 85 miliardi di euro, di cui: 17,5 miliardi dall’Irlanda (Tesoro e National Pension Fund Reserve); 22,5 miliardi dal FMI; 22,5 miliardi dall’EFSM; 17,7 miliardi dall’EFSF; 3,8 miliardi dal Regno Unito; 0,4 miliardi dalla Danimarca e 0,6 miliardi dalla Svezia.

Per quanto riguarda il Portogallo, invece, il “pacchetto di aiuti” è stato pari a 78 miliardi di euro, così distribuiti: 26 miliardi dall’Esfm; 26 miliardi dall’Efsf; 26 miliardi dal FMI.

L’Efsf è intervenuto inoltre in occasione del programma di aiuti allaGrecia:

il governo ellenico ha ricevuto una prima tranche di aiuti di 30 miliardi di euro (aprile 2010) a un interesse del 5%. Un mese dopo è stato deliberato un “pacchetto di salvataggio” da 110 miliardi di euro per il triennio 2010-2012, di cui 30 miliardi dal FMI e 80 miliardi dall’Eurozona. Il 21 luglio del 2011 gli usurai della zona euro hanno approvato un nuovo pacchetto di aiuti di 109,1 miliardi di euro poi salito (a ottobre) a 130 miliardi. Contemporaneamente i creditori privati della Grecia hanno accettato una ristrutturazione del debito che ha comportato una svalutazione del 50% dei loro investimenti.

Per la parte di competenza dell’Efsf i prestiti vengono distribuiti tra gli Stati aderenti al Fondo secondo le proporzioni indicate nella tabella:source

Ciascuno Stato svolge un ruolo “irrevocabile e incondizionato” di garante, ad esclusione di quelli che da garanti diventano destinatari del piano di aiuto. Ossia usurati.

Come spiegato all’inizio dell’articolo mentre l’Efsf è un veicolo temporaneo che avrà la possibilità di emettere bond fino al luglio 2013, l’Esm, la cui data di avvio è stata anticipata a luglio 2012, sarà un fondo permanente. Gli Stati aderenti all’Esm sono gli stessi 17 che partecipano all’Efsf. In questo caso però vi è un capitale sottoscritto pari a 700 miliardi di euro, di cui 80 miliardi corrispondono al capitale che sarà versato da qui al 2014. La capacità di prestito dell’Esm corrisponderà a 500 miliardi di euro.

La seguente tabella riporta l’entità del capitale sottoscritto e quella del capitale da versare entro il 2014: source

La percentuale di capitale versato rispetto a quello sottoscritto (11,4%) è tra le più elevate rispetto ad istituzioni simili (si veda in seguito la tabella European Investment Bank). Questo livello sarà però effettivamente versato attraverso cinque rate entro il 2014. Nel corso del primo anno il capitale effettivamente versato corrisponderà a 32 miliardi di Euro, quindi a solo poco più del 4,5% del totale del capitale sottoscritto. Nel corso dell’anno l’Italia, ad esempio, verserà complessivamente 5,7 miliardi di euro: la prima tranche a luglio e la seconda prevista a ottobre. Entro il 2014 l’Italia verserà quindi un capitale pari a circa 14,3 miliardi di euro, somma che verrà finanziata presumibilmente attraverso l’emissione di titoli (i famigerati Eurobond) a medio-lungo termine (quindi aumentando di fatto il debito).

Distinguendo tra capitale “impegnato” e “versato”, riportiamo di seguito per ciascuno degli Stati membri dell’Unione monetaria (ad eccezione di Irlanda, Portogallo e Grecia) il totale delle garanzie e degli impegni effettivamente assunti. La situazione è aggiornata alla fine del 2014, ovvero la data entro cui verranno effettuati tutti i versamenti del capitale Esm: source

La somma totale dei versamenti effettuati entro il 2014 è pari a 82,7 miliardi di euro.

Se poi, per esempio, la Grecia decidesse di uscire dall’euro e non onorare i crediti verso le istituzioni comunitarie, la situazione si potrebbe aggravare ulteriormente se si considera anche il capitale della BCE. Nel dicembre 2010 è stato effettuato un aumento delcapitale (sottoscritto) da 5 miliardi di euro, raggiungendo un ammontare superiore ai 10,7 miliardi di euro. Attualmente il capitale totale versato è pari a 6,48 miliardi di euro, rappresentando circa il 60% di quello sottoscritto, dato ben più rassicurante rispetto agli altri istituti considerati:

marzo, il dato relativo all’attivo di bilancio della BCE ha raggiunto un nuovo record che supera anche quello della Federal Reserve statunitense pari a 2.900 miliardi di dollari. L’attivo dell’Eurotower ha toccato un picco di 3.023 miliardi di euro, assicurandosi il nuovo massimo storico. I prestiti alle banche europee sono saliti di 310,7 miliardi di euro per un totale di 1.130 miliardi dopo le due maxioperazioni di prestiti triennali alle banche, la prima a dicembre pari a 489 miliardi, la seconda a fine febbario pari a 529 miliardi. Le attività in titoli sono state pari a 631 miliardi di euro, di cui 284 miliardi detenuti per “scopi di politica monetaria”: in questa voce rientrano i 219 miliardi di titoli di stato del Securities Market Programme avviato nel 2010 allo scoppio della crisi del debito pubblico della Grecia. Il valore delle banconote in euro attualmente in circolazione è pari a 71.090.081.710 € (la quota spettante alla BCE è dell’8%).

Il maggiordomo Mario Draghi, prima di diventare presidente della BCE, quando era ancora governatore di Bankitalia SpA, lanciò apertamente l’allarme contro il rischio delle “banche zombie” mantenute in vita dall’eccesso di liquidità nell’eurosistema. Poi l’opportunismo ebbe la meglio sulla ragione. Il voltafaccia di Draghi è ancora più evidente adesso poichè da Francoforte la sua politica monetaria sembra contraddire in pieno la vecchia tesi:

Certo la BCE, a differenza degli altri enti senza sovranità monetaria e precedentemente menzionati, “potrebbe” decidere di stampare denaro per coprire eventuali ammanchi di capitale, ma cosa direbbe in laGermania in proposito essendo il maggiore contribuente dei “salvataggi” europei, fosse solo perché la Bundesbank è un’azionista imprescindibile per la stessa BCE?

2 commenti Commenta
kry
Scritto il 11 Giugno 2012 at 10:47

Magari fossero solo 100 milioni quelli per le banche,mentre i restanti 99,9 miliardi per la popolazione.( il titolo). Come si diceva Francia o spagna che ci frega purchè se magna,siamo riusciti ad esportare in europa questo detto. Ciao.

Scritto il 11 Giugno 2012 at 11:12

Ciao kry la figura dei maialini e’ proprio appropriata 😀

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