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Bankitalia: battuta d’arresto dei prestiti e la crescita senza abbandonare il rigore
Bankitalia: battuta d’arresto dei prestiti
A marzo il tasso di crescita per le società è stato +0,9%, per le persone fisiche +2,2%.
Si ferma a marzo il credito alle imprese e frenano i prestiti alle famiglie….
Il tasso di crescita per le famiglie sui dodici mesi si è attestato al 2,2% (2,7% a febbraio), quello dei prestiti alle società non finanziarie ha registrato un valore nullo (0,9% a febbraio). Lo afferma Bankitalia nell’analisi dei bilanci bancari.
A marzo il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è diminuito al 14,6% rispetto al 16,6% del mese precedente. Sempre a marzo il tasso di crescita annuale dei depositi del settore privato – emerge dall’analisi condotta da Via Nazionale – è cresciuto al 2,4% rispetto allo 0,5% registrato a febbraio.
Il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria è stato pari al 15,3% (era pari 17,7% nel mese precedente).
Nello stesso periodo preso in considerazione Bankitalia segnala poi che i tassi d’interesse sui nuovi prestiti erogati alle società non finanziarie sono diminuiti al 3,59 per cento dal 3,79% segnato a febbraio. I tassi d’interesse sui mutui erogati nel mese di marzo alle famiglie sono scesi al 4,54 dal 4,61 per cento del mese precedente mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono scesi al 9,99 dal 10,10 per cento di febbraio. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,24% (1,19% a febbraio). source
Il problema dei problemi che sta affrontando l’Europa è come dare una forte spinta alla crescita economica senza allentare il rigore che deve portare a diminuire lo stock di debito pubblico…..
Una soluzione esiste, ma (come per la proposta che abbiamo fatto per la riforma del sistema fiscale: “Una riforma radicale del fisco”) è troppo radicale per poter essere presa in considerazione dalla politica.
La soluzione, che naturalmente andrebbe concordata a livello europeo, è quella di consentire alle nazioni che lo desiderano di affiancare all’Euro un sistema di pagamento alternativo basato su una moneta decrementale elettronica.
Vediamo, in maniera estremamente semplificata, come potrebbe funzionare.
In primo luogo si dovrebbe emanare una legge che istituisce un sistema di pagamento elettronico, gestito dallo Stato, basato su una moneta esclusivamente elettronica e decrementale. Ciò significa creare una infrastruttura pubblica per la gestione dei pagamenti effettuati con questa moneta elettronica. Ogni cittadino dovrebbe essere dotato di un portafoglio elettronico. Un modello base di tale portafoglio elettronico dovrebbe essere messo a disposizione gratuitamente dallo Stato (vedremo poi l’aspetto delle risorse da reperire).
Naturalmente, la legge darebbe valore legale ai pagamenti effettuati attraverso questa moneta. Tutti i prezzi continuerebbero ad essere espressi in Euro, ma potrebbero essere saldati indifferentemente in Euro o nella nuova moneta.
La nuova moneta dovrebbe essere decrementale. Ciò significa che ogni giorno dovrebbe perdere un po’ del suo valore e quindi sarebbe conveniente spenderla. Una ipotesi potrebbe essere quella di fargli perdere 0,35 millesimi del suo valore al giorno, pari a circa il 12% annuo. Il fatto che la moneta sia decrementale è l’aspetto centrale di tutta la soluzione.
Una moneta decrementale non crea problemi di debito pubblico perché si estingue da sola nel tempo. Al tasso decrementale sopra indicato, dopo circa 5 anni e mezzo, la metà della moneta emessa non sarebbe più in circolazione. source
di Alessandro Pedone…Svolge attivita’ di formazione per professionisti nel settore della finanza e collabora con riviste del settore (Investire e Investimenti Finanziari).
E’ consulente dell’Aduc per gli investimenti finanziari e fondatore di questo sito Internet.
manca solo la “merda elettronica” che perda valore del 10% annuo e poi il caos è completo.