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Come manipolare il PIL: negli ultimi tre mesi del 2011 è sceso dello 0,4%
La certificazione nero su bianco della recessione è arrivata dall’Istat la scorsa settimana: il Pil negli ultimi tre mesi del 2011 è sceso dello 0,4% rispetto a un anno prima. Tradotto in termini pratici la frenata significa minori ricavi o compensi per imprese, lavoratori autonomi e professionisti. Un dato di cui anche il fisco ora dovrà tenere conto source
Ed ora parliamo di come è possibile manipolare il Pil…
Autore: Michele Spallino (articolo precedentemente pubblicato su il mio vecchio sito Stop-Profit.com) che rende benissimo l’idea su come è possibile manipolarlo.
Il PIL o Prodotto Interno lordo di una nazione tenta di misurare il flusso di beni e servizi prodotti nel periodo temporale prescelto. Tralascio gli enormi problemi teorici e pratici che sotttostanno al sistema di misurazione oggi comunemente adottato, e che si possono approfondire nei testi di contabilità nazionale, e si deducono facilmente qualora si vadano a vedere le tante avvertenze metodologiche che costellano le tabelle divulgate.
La misura standard internazionale, considera il PIL come la somma dei seguenti elementi:
consumi+ investimenti+spesa pubblica+ saldo netto della bilancia commerciale (che si detrae quindi se il saldo è negativo).
I consumi sono la somma di ciò che la popolazione presente spende in beni e servizi.
Gli investimenti si scompongono in due categorie: residenziali e non residenziali.
Importante: negli investimenti non entrano gli acquisti di azioni e obbligazioni, e le attività finanziarie in genere, perchè quando si compra un azione non si crea nulla, si ha solo un trasferimento di qualcosa che già esiste tra soggetti diversi.
Gli investimenti non residenziali sono la spesa delle imprese in capitale fisso(macchinari, attrezzature,etc.), i residenziali quella dei cittadini quando si riversa in nuove costruzioni(per gli immobili già esistenti, vale lo stesso concetto delle azioni).
Quindi si crea PIL quando si costruisce un nuovo capannone, una nuova villa, etc.
Ma ogni anno gli investimenti preesistenti perdono di valore, ed infatti si procede alla stima degli ammortamenti, stima che però è ben lungi dall’essere oggettiva, e che è particolarmente aleatoria quando concerne i cosiddetti investimenti immateriali (software,etc.).
La spesa pubbica è la somma delle spese statali,a cominciare dagli stipendi ai suoi dipendenti.
Quando lo Stato assume nuovo personale, aumenta il PIL contabilmente, anche se questo personale viene tenuto con le mani in mano dentro a una stanza a non fare nulla. Si dà per scontato che produca qualcosa.
Non sono inclusi i sussidi disoccupazionali e altri trasferimenti per protezione sociale. La spesa militare è invece considerata creazione di PIL.
La differenza tra esportazioni ed importazioni dà infine il saldo netto di cui sopra.
Ciò che si compra all’estero si sottrae dai beni prodotti all’interno, mentre si aggiunge ciò che qui si produce e viene poi venduto all’estero.
Lo scopo infatti è misurare il prodotto interno, non quello nazionale (dove invece andrebbe contato ciò che i residenti producono all’estero), per cui vi rientra invece ciò che i non residenti producono nel paese. Quindi se una azienda sposta i suoi impianti all’estero, sottrae al PIL; e viceversa se un azienda estera apre impianti nel paese.
Il PIL non misura il benessere della popolazione. Una nazione africana che produca molto petrolio, avrà un PIL elevato, ma se poi i ricavi di questa produzione restano appannaggio di una ristretta oligarchia mentre la maggioranza del popolo fa la fame, il PIL non ce lo dice.
Vi sono altri problemi.
Se il terremoto fa cadere delle case, la loro ricostruzione aumenta il PIL, ma alla fine il paese ha le stesse case di prima. Il PIl di paesi diversi non è poi direttamente comparabile a causa delle fluttuazioni del tasso di cambio.
Nonostante queste ed altre limitazioni, le variazioni percentuali di tale grandezza così definita, anche in periodi brevi come i trimestri, sono la bussola dei governi del mondo sviluppato.
La sua crescita continua è il mito della nostra epoca. Sull’argomento è di recente uscito un ottimo libro in italiano(la dittatura del PIl di Pierangelo Dacrema, Marsilio ed.)
A me però interessa segnalare la “manipolabilità” del PIL. E’ evidente che per motivi politici si abbia tutto l’intersse di sovrastimare il PIL, e che di sistemi per farlo ce ne siano a iosa. Soprattutto per pilotarne le variazioni tra un periodo e l’altro ; ed infatti si assiste a strani svarioni da un trimestre all’altro, come si osserva in particolare negli USA dove nel primo trimestre il PIL (reale, cioè deflazionato per l’apposito indice dei prezzi) risultava cresciuto dello 0,6% mentre nel secondo risultava cresciuto del 3,8% nonostante un evidente rallentamento in corso, per il peggioramento progressivo della situazione immobiliare.
Quale persona dotata di normale buon senso può credere che il PIL della più grande, a tutt’oggi, economia del mondo, abbai avuto un oscillazione di simile portata in 3 mesi, e senza che nessuno se ne sia accorto?
Andando a guardare le singole componenti sopramenzionate, si osserva che nel secondo trimestre i consumi sono scesi a un +1,4% dal +3,7% del primo trim. (e i consumi incidono per il 70% sul totale). Dunque se il risultato è stato così clamorosamente capovolto lo si deve alle altre componenti, pur minori. Che infatti aumentano tutte: gli investimenti (inclusi i residenziali) passano da -8,2 a +4,6 la spesa del governo da -0,5 a +4,1 e il saldo netto estero da -10,3 a +24,2.
Ma il peso maggiore ce l’hanno il governo(17,5%) e gli investimenti delle imprese(11,8%).
Guarda caso le due voci più facilmente manipolabili.
Morale della favola: quando fu fatta la rivelazione del primo trimestre l’amministrazione non si aspettava quella forte caduta, e non era intervenuta; invece sul secondo ha provveduto. Vedremo tra pochi giorni come se la giocano con il terzo trimestre (secondo me lo tengono in solo lieve diminuzione rispetto al secondo, intorno al 3%, facendolo risultare meglio delle attese che sono per il 2,5%).
Complimenti per avere scoperto l’acqua calda: sono trent’anni che stato, pubblica amministrazione imprese pubbliche e private manipolano i dati a proprio comodo, uso e consumo.
Certamente con rispetto parlando, non ci voleva certo il Sig. Michele Spallino per scoprirlo e capirlo.
D’altronde “i ristoranti sono pieni”, “i salari e gli stipendi dei lavoratori italiani sono nella media europea”, e “gli stipendi dei politici e dei manager della p.a. sono ben al di sotto della media europea”. Adesso dobbiamo solo attendere la smentita (dati taroccati alla mano, ovviamente) relativa al fatto che il debito pubblico, da febbraio 2011 a gennaio 2012, non solo NON è passato da 1.875,917 a 1.935,829 euro (dunque con un aumento di 59,912 miliardi) bensì é notevolmente sceso grazie alla cura del grande ed incommensurabile tecnico “Rigor Montis”.