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Grecia: dopo la crisi c’è la fame e dopo la fame la delinquenza dilaga
La Grecia non sta bene… Ecco l’articolo interessante che mette in rilievo il dopo tempesta finanziaria, nulla è risolto e la povertà e la fatica si trasforma in disperazione, nonostante qualcuno voglia farlo credere.
I buchi di bilancio sono tutt’altro che coperti e se ne scoprono di nuovi.
E’ il fronte interno, però, che mostra quanto la crisi sia ancora gravissima.
Una delle questioni più urgenti che il nuovo ministro greco per la Protezione del Cittadino, Michalis Chrisochoidis, ha voluto affrontare già dal primo giorno del suo insediamento, è il problema del rapido aumento della criminalità organizzata nel centro storico di Atene, risultato anch’esso della grave crisi economica abbattutasi sul Paese.
Bande di criminali di diverse nazionalità, spacciatori di droga e reti che gestiscono la prostituzione
sfruttando ragazze provenienti dai più vari Paesi, compongono ormai la variegata fauna umana che si aggira giorno e notte nel centro della capitale ellenica dove i turisti stranieri, impauriti, abbandonano i pochi alberghi ancora aperti, mentre abitanti e commercianti rimasti in zona vivono nell’incertezza, lontani dalla presenza rassicurante della polizia. La criminalità nel centro storico di Atene, così come in altre grandi città del Paese, colpisce anche l’imprenditoria. Secondo un’indagine condotta per conto della Confederazione Generale del Commercio Ellenico «si può parlare di un’epidemia di chiusure che colpisce i negozi e che continuerà ad espandersi come una malattia infettiva». Secondo la stessa indagine, la situazione nel centro della capitale diventerà ancor più critica della seconda metà del 2011, visto che la percentuale dei negozi chiusi è passato già dal 24,4% dell’agosto del 2010 al 29,6%. Il continuo arrivo di immigrati clandestini – ha scritto la deputata del Pasok, Nantia Giannakopoulou, in un’interrogazione parlamentare – che non riescono a trovare lavoro o, se lo trovano, vengono pagati poco, funziona come terreno di coltura per criminalità e illegalità. Ciò fa sì che gli equilibri sociali siano sconvolti mentre il centro storico viene tagliato in due. Scrive la parlamentare: «Indicativo del triangolo ‘immigrazione clandestina – criminalità – crisi economicà è il fatto che arriva in tempi radipissimi nella capitale la maggior parte delle circa 300 persone che ogni giorno entrano clandestinamente in Grecia». Anche i recenti dati della polizia greca parlano chiaro. Nel 2011 il numero dei furti denunciati in Grecia ha superato i 100.000.
Nel 2011 sono state messe a segno in tutto il Paese 6.636 rapine contro le 6.079 nel 2010. Soltanto nella regione dell’Attica nel 2011 sono state segnalate 5.134 rapine contro le 4.595 del 2010. Nel mirino dei malviventi sono entrate ultimamente le abitazioni e non sono pochi i casi in cui per derubare i piccoli risparmi della gente si fa ricorso alle armi.
Nel 2011 le rapine in casa in tutta la Grecia sono state in totale 912, 480 in più di quelle portate a termine del 2010 (432). Sempre nella regione dell’Attica le rapine in abitazioni sono state 605, 337 in più di quelle segnalate nel 2010 (268). Nel 2011, inoltre, in Grecia sono state arrestate per crimini vari circa 185.000 persone, 15.562 delle quali per rapina a mano armata, furti in abitazioni, supermercati, banche e auto. Nello stesso anno si sono registrati 184 omicidi contro i 176 dell’anno precedente e 182 tentativi di omicidio, contro i 193 del 2010. Di qui la decisione del ministro per la Protezione del Cittadino di rafforzare immediatamente il gruppo speciale per il controllo dell’ordine nel centro di Atene con 195 unità in più.
In uno dei momenti più duri della crisi economica che attanaglia la Grecia, entrata ormai nel quinto anno di recessione, anche per il settore alberghiero ellenico – una volta tra i più fiorenti al mondo – le prospettive non sono rosee per quest’anno, soprattutto in considerazione delle aspettative negative sulla prossima stagione estiva.
Circa il 10% degli albergatori greci – come Giorgos Tsakiris, presidente della Camera ellenica degli Hotels, ha spiegato al quotidiano Kathimerini – hanno manifestato l’intenzione di vendere le proprie quote attraverso le agenzie immobiliari, siti web specializzati e canali di investimento. Il che significa, secondo Tsakiris, che circa 1.000 alberghi tra grandi e piccoli in tutto il Paese dovrebbero essere messi in vendita in un prossimo futuro. Tsakiris rileva inoltre che la crisi economica e la ridotta liquidità sul mercato hanno aggravato il fenomeno degli albergatori che scelgono di chiudere piuttosto che continuare a combattere per la sopravvivenza, anche se gli stessi motivi hanno reso sempre più difficile trovare acquirenti anche se nel frattempo il prezzo medio richiesto dai proprietari di hotel è calato del 10%. Nella regione dell’Attica (Grecia centrale), i proprietari di almeno 50 alberghi hanno reso noto che stanno cercando acquirenti. Una delle più grandi società immobiliari del Paese, intanto, detiene già un portafogli di 22 hotel nell’Attica, di cui Atene è il capoluogo, il cui valore totale ammonta a 290,6 milioni di euro. Di queste 22 unità, 10 si trovano nel centro di Atene (con quattro su piazza Omonia e nei suoi pressi), tre nel quartiere di Patissia, e uno ciascuno in piazza Syntagma, Plaka e Psyrri.
Il prezzo più alto – 95 milioni di euro – è richiesto per un albergo di 385 stanze vicino all’ormai poco attraente piazza Omonia. Inoltre, gli alberghi (spesso di lusso) situati nel centro di Atene hanno visto un crollo non solo nelle prenotazioni e nei soggiorni di turisti stranieri a causa dei recenti disordini registratisi per lo più su piazza Syntagma, davanti al Parlamento, ma anche un vero e proprio congelamento del settore del turismo congressuale. Secondo stime fornite da Panayiotis Podimatas, della compagnia internazionale Congress Rental Network (Crn), ben 16 tra conferenze e viaggi aziendali già prenotati in tutta la Grecia sono stati cancellati dall’inizio dell’anno a causa dei timori suscitati da scioperi e proteste popolari. Tra i congressi e i seminari internazionali che si sarebbero dovuti tenere in un albergo a cinque stelle di Atene ce n’erano anche di aziende come Microsoft, Honeywell e Siemens.
La crisi economica, naturalmente, non ha colpito solo gli hotel della capitale ellenica ma ha fatto vittime anche nel settore alberghiero di Salonicco, seconda città della Grecia per numero di abitanti. Lì – secondo Aristotelis Thomopoulos, responsabile della locale associazione degli albergatori – gli hotel attualmente in vendita sono ormai 18 Source
Cifre agghiaccianti su cui riflettere, quello che mi fa pensare di più è che si parli anche di gestione della prostituzione: per chi, con che cosa pagano, con un quarto della popolazione disoccupata.