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Le Opzioni (e i warrant)
Avevo promesso un pezzo sulle opzioni, ma poi cercando delmateriale in rete ho trovato questa dispensa preparata per Borsa Italiana che copre in maniera semplice ed esaustiva l’argomento, quindi anziche’ fare copia e incolla delle varie parti metto il link e lascio a voi la lettura.
opzioni.pdf
Per chi non conosce le opzioni consiglio prima di leggersi il documento allegato e solo dopo proseguire nella lettura.
I credit warrant non sono altro che cartolarizzazioni di opzioni: in pratica Societe Generale e gli altri operatori detengono le opzioni sottostanti ai covered warrant e poi le fanno a pezzettini e le rivendono ai privati, permettendo cosi’ l’accesso con quantitativi molto ridotti; ovviamente nel fare cio’ si prendono un magine di profitto rispetto ai prezzi originari.
La principale caratteristica delle opzioni e’ quella di avere un payoff asimmetrico rispetto ad un normale investimento.
Un’investimento (in azioni, bond etc.) si comporta come nel grafico qua sotto a sinistra: se il prezzo sale il nostro patrimonio aumenta e viceversa se scende.
Negli strumenti dove e’ possibile andare “corti” si otterra come risultato il grafico di destra.
Le opzioni hanno il vantaggio di offrire un profilo asimmetrico come rappresentato dai grafici riportati qui sotto:
In pratica di fronte ad un rischio limitato in una direzione si possono ottenere risultati illimitati (che possono essere sia utili che perdite) nell’altra direzione.
Quando compriamo un’opzione (sia call che put) ci assumiamo un rischio di perdita certo (il premio pagato) a fronte di potenziali guadagni senza limite; l’opposto quando vendiamo opzioni; a fronte di un utile certo (il premio incassato) ci assumiamo il rischio di perdite estese.
Ma quindi le opzioni sono da vendere o da comprare?
Ovviamente non esiste una risposta unica, bensi due scuole di pensiero: da un lato quelli che dicono che la maggior parte delle opzioni scade senza essere esercitata e quindi vendere permette di incrementare il rendimento del portafoglio, dall;altra quelli che dicono che le opzioni funzionano come un assicurazione per cui vale la pena di pagare un premio per coprirsi dai rischi estremi e che e’ inutile incassare tanti piccoli remi per poi subire una grossa perdita che si mangia tutto il guadagno.
In mezzo ci stanno quelli che ogni tanto comprano e ogni tanto vendono.
Come in ogni decisione di investimento bisogna sapere cosa i sta comprando, quindi bisogna capire il prezzo che segnali ci da (cosi come avevamo visto per i bond ).
La formula per il calcolo delle opzioni e’ estremamente complessa (qui per chi la vuole).
In comune con i futures le opzioni hanno il fatto di avere un regolamento futuro, quindi il tempo tra qui e la scadenza va pagato e sappiamo gia’ che il prezzo del tempo e’ il tasso di interesse (Duration).
Ma nel caso delle opzioni c’e’ un altro fattore da considerare: la volatilita’.
La volatilita’ e’ un elemento arbitrario da utilizzare nel calcolo del prezzo di un opzione che ne determina in maniera preponderante il prezzo (se out of the money); mentre nel mercato delel opzioni la presenza di diversi operatori fa si che si formi un certo consenso sul livello di volatilita’ da utilizzare nel caso dei warrant siamo di fronte ad unico operatore che puo’ quindi decidere di cambiare i paramentri a suo piacimento (con ovvi limiti…)
Per oggi mi fermo qui e se ci fosse interesse potrei tornare in argomento piu’ avanti.
Vi consiglio la lettura di un articolo di JT sulle opzioni QUI