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L’insider trading negli studi clinici e nelle approvazioni dei farmaci.

Scritto il alle 12:41 da cerealkiller

Avete mai avuto l’impressione che certi dati relativi a studi clinici vengano ritenuti più interessanti di altri?

Vi è mai capitato di chiedervi come mai, nella maggior parte dei casi, quelli più attesi sono casualmente quelli che poi si rivelano quelli più di successo, quelli che centrano tutti gli endpoint?

Vedete la gente morta?

Se la risposta all’ultima domanda è si, avete problemi più grandi dei quali occuparvi, io oggi parlo di insider trading.

Quando ho cominciato a seguire ARIA, il titolo stava a 4$. Vi state chiedendo cosa c’entra questo? Intanto guardate il grafico degli ultimi anni…

Un hedge fund, Risk Reward Capital Management, è accusata di aver tratto profitto da informazioni ottenute da esperti prezzolati, prima che queste venissero diffuse pubblicamente.

Secondo la denuncia, Risk Reward avrebbe messo in piedi un sistema di consulenze con investigatori di studi clinici, i quali avrebbero dovuto sottostare ad accordi di riservatezza, dopo che il suo fondo aveva perso il 17% nel 2007.  Caso strano, dal 2008 il fondo cominciò a guadagnare, nel 2009 il 55% ed il 52% nel 2010.

Risk Reward Capital Management, sempre secondo l’accusa, si era mostrata molto interessata a Ponatinib di ARIA. Il che è normale, visto che è uno dei farmaci più interessanti fra quelli delle aziende quotate al Nasdaq.

La società di consulenza pagata dal fondo però andò oltre,  ingaggiando gli sperimentatori e pagandoli dai 400 ai 1000$ l’ora per ricevere informazioni confidenziali sulla fase 1 di Ponatinib.  Silverman, il titolare della società di consulenza, ha poi comprato 263.500 azioni di Ariad e quando la casa farmaceutica ha diffuso i dati preliminari, il titolo ha guadagnato il 30%.

Per capire come queste informazioni possano influire sull’andamento di un titolo, alcuni ricercatori hanno preso in esame le quotazioni di titoli farmaceutici prima e dopo l’annuncio di risultati di studi clinici e di approvazioni da parte di FDA. L’analisi retrospettiva ha visto coinvolte 23 fasi 3 con esito positivo e 36 con esito negativo, 41 decisioni positive di FDA e 9 negative.

La quotazione di ogni titolo è stata rilevata prima e dopo l’annuncio ed è così emerso che il prezzo del titolo 4 mesi prima dell’evento è salito in media del 13% nel caso di dati positivi, mentre rimane sostanzialmente invariato nel caso di fasi 3 con esito che poi si rivelerà negativo.

Analizzando le quotazioni da 120 a 60 giorni prima del risultato con il prezzo medio medio dei seguenti 60 giorni dopo l’annuncio è emerso che quelli positivi vedono un incremento medio del 9% mentre quelli negativi una perdita del 4% e rotti, ed il risultato è statisticamente significativo. 

I ricercatori sono giunti quindi alla conclusione che la spiegazione di questo singolare evento sia da cercare nell’insider trading.

In un editoriale del pelatone Adam Feuerstein e Mark Ratain dell’ University of Chicago viene proposta una spiegazione in funzione della capitalizzazione, cioè che il rischio percepito di fallimento di studi di fase III in ambito oncologico è principalmente limitato alle imprese più piccole . Il mercato azionario è noto per anticipare gli eventi futuri, così non sorprende che alcuni investitori siano in grado di giudicare la probabilità di successo di uno studio, che si riflette nella quotazione delle azioni.

Molti si limitano a chiamare questi fenomeni, run up.

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