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MolMed, l’altra metà del biotech italiano… prima parte.
Ok, ASCO 2011 un filo italiano, grazie all’azienda di Bordignon, grazie ai due farmaci più in fase avanzata, o meglio, un farmaco ed una terapia. Parlo di NGR-hTNF (sia in monoterapia innovativa, sia in combinazione) e TK. Lo so, i nomi sono parecchio stupidi, ma stiamo parlando di farmaci (Yervoy? sul serio?!?). Vediamo di inquadrare la situazione, tanto per cominciare questa è la discussione e questa la loro pipeline:
Due, dicevamo, gli studi in fase 3, TK per pazienti affetti da leucemia acuta ad alto rischio e NGR-hTNF per mesotelioma in monoterapia. TK dovrebbe essere il primo candidato all’approvazione anche se credo sia NGR-hTNF ad interessare maggiormente, dal punto di vista delle future vendite. I disegni degli studi clinici li trovate qui per TK (randomizzato in due bracci, TK e controllo; il fatto che sia open label, è assolutamente normale visto il tipo di trattamento, poi vedremo in dettaglio di cosa si tratta) e qui per NGR015 (doppio cieco randomizzato a due bracci, NGR vs placebo).
Come si può vedere dalla pipeline qui a sopra, NGR è coinvolto in numerosi trials, alcuni dei quali, in fase 2, oggetto di discussione ad ASCO 2011, vediamo in sintesi quali sono stati gli abstract selezionati per il meeting di Chicago:
Ok, iniziamo da TK. Come detto, ne parlo come se fosse un farmaco, in realtà sarebbe meglio definirla una terapia genica, il che la rende unica nel panorama nostrano. Il disegno clinico della sperimentazione (TK008) è stato realizzato in collaborazione con EMEA, la quale lo ha anche designato farmaco orfano ed è frutto dei risultati ottenuti in fase 1/2, conosciuta come TK007.
Il concetto che sta alla base di tutto è quello di consentire il trapianto di cellule staminali ematopoietiche in pazienti che non hanno piena compatibilità col donatore, cioè la maggioranza dei casi, fornendo ai malati linfociti geneticamente modificati che esprimano un gene suicida (in questo caso la timidin-chinasi del virus dell’herpes simplex HSV-TK).
Passo indietro. Quando si effettua questo tipo di trapianto, la non perfetta compatibilità del midollo (con i linfociti, cellule del sistema immunitario) causa l’attacco delle cellule trapiantate verso gli altri organi del ricevente, fegato polmoni e così via. Eliminare i linfociti prima del trapianto invece lascia il ricevente privo di difese immunitarie ed in balia di ogni genere di infezione. Molmed quindi cosa fa? Leva i linfociti dal midollo da trapiantare e li carica con geni suicida TK in modo da poterli comandare. L’attivazione avviene attraverso un farmaco, il Ganciclovir, calcolato in base al numero di linfociti da far suicidare. In pratica si esegue il trapianto e se qualcosa va storto, il farmaco uccide i linfociti prima che questi causino danni al paziente.Il dosaggio del farmaco antivirale, il Ganciclovir, deve quindi essere fatto con cura.
Questo è il poster di ASCO 2010 relativo a TK007. 28 pazienti sono stati selezionati per ricevere la terapia con TK sui 54 arruolati per la fase 2 (4 drop out, ossia usciti dalla sperimentazione a causa dei mancati criteri per l’eleggibilità). Le risposte sono state superiori per quanto riguarda la terapia genica con TK, sia dal punto di vista della risposta alla malattia che da quello della ricostruzione della capacità di ricostruzione della funzione immunitaria.
Nel dettaglio, su 28 pazienti trattati, 22 immuno-ricostituiti (in funzione della conta dei linfociti T CD3+) con una età mediana di 56 anni e una mortalità legata al trapianto a 50 mesi del 15% contro il 50% nei pazienti sottoposti a trapianto di cellule ematopoietiche, PFS a 4 anni del 45% contro il 20-30% (dati su 266 pazienti con età mediana 35 anni, ricavati da “Blood”, novembre 2008 1;112(9):3574-3581). Dati molto interessanti per una terapia all’avanguardia, dati che dovranno essere riconfermati in fase 3 su una popolazione più vasta, ma che promettono davvero bene.