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Crisi: anche la Spagna è vicino al baratro

Scritto il alle 11:39 da balrock@finanzaonline

Buona domenica, cerchiamo tramite ricerca di notizie, di vedere come è messa la situazione spagnola. Ormai l’ effetto contagio, pesa da più parti/membri sull’ eurozona.

Le notizie di questa settimana, non sono molto confortanti, la disocuppazione tocca livelli altissimi, quasi 4,5 milioni di persone, dato che non si irvedeva dal 1996:

Nuovo record di disoccupati in Spagna. A novembre il numero dei senza lavoro è salito a 4.420.000 persone. La crescita mensile è stata pari all’1.37%. Si tratta della cifra più alta mai registrata nel Paese dal 1996, ed è il quarto mese consecutivo che il numero dei disoccupati aumenta. I settori più colpiti sono industria ed edilizia.

La percentuale dei senza lavoro in Spagna si attesta al 21.5%

Nel settore edile, già nel 2008, per via della bolla immobiliare, dove chiunque poteva e voleva comprare una seconda casa per le vacanze, o una seconda casa e basta, si cominciarono a vederne gli effetti sui posti di lavoro:

Secondo i dati del ministero dei lavori pubblici, nel 2005, un totale di 2.649.615 persone svolgevano una professione legata al settore edilizio. Nel 2008 tuttavia erano già 600.000 persone in meno, andando a ingrossare le fila dei disoccupati che nel dicembre di quello stesso anno ammontavano ad un totale di 3 milioni. Il numero dei posti di lavoro disponibili nel settore crollò come un castello di carte. Solamente fra il 2005 e il 2008 il numero di imprese di costruzione si ridusse del 22%.

Visto il gran numero di disoccupati, anche le vendite al dettaglio, per il sedicesimo mese consecutivo, stanno calando e ammonterebbero al 7% in meno le vendite al dettaglio di ottobre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010.

Una pessima notizia trovata in rete, è che secondo i consulenti di Freemarket, il PIL spagnolo entrerà in recessione il prossimo anno:

il Prodotto Interno Lordo (PIL) spagnolo crescerà quest’anno solo dello 0,5 per cento, e entrerà in recessione il prossimo esercizio, con un calo tra lo 0,8 e il 1,5 per cento. Ma, per andare di male in peggio, la Spagna dovrà pagare nel 2012 circa 400 miliardi di euro per le scadenze di debito pubblico e privato.

Freemarket, che ci aveva visto bennissimo, pronosticava il 23 novembre, che il tasso di disoccupazione si fosse attestato vicino al 22%, infatti le ultime notizie del 2 dicembre, ci confermano un 21,5%:

pronostica allo stesso modo che il tasso di disoccupazione si collocherà intorno al 22 per cento della popolazione attiva nel 2011, e che non diminuirà a breve termine, perché, tra le altre ragioni, la Spagna ha aperto le porte di una nuova fase recessiva, che ha iniziato a fare capolino dal terzo quadrimestre di questo anno.

Anche il settore bancario ha le sue problematiche:

 

le necessità di ricapitalizzazione delle banche prima del 30 giugno del 2012, così come l’obbligo di adeguare i valori come il debito pubblico al prezzo di mercato attuale rispetto a quello che aveva il 30 settembre del 2011. Lo studio di Freemarket riporta che, dato che le banche e gli altri istituti di credito hanno, salvo poche eccezioni, bloccato il finanziamento esterno privato, la loro situazione peggiorerà quando si vedranno costrette ad “aggiornare” ai prezzi odierni il vecchio debito pubblico, il cui valore era superiore all’attuale.

Questo obbligo presuppone in realtà un ribasso del rating del debito spagnolo e, come corollario, la questione della solvibilità del Regno di Spagna, un rincaro dei costi per il finanziamento del Tesoro, o l’impossibilità di collocare i titoli emessi. Il risultato, per l’agenzia di consulenze, è facile da prevedere e comprende un aggravio dell’attuale stretta creditizia. Dati questi presupposti, le probabilità che i problemi di liquidità possano degenerare nell’insolvenza sono molto alte.

News del 2 dicembre:

Madrid, 2 dic. (TMNews) – Riforme più importanti potrebbero essere necessarie nel settore bancario spagnolo per garantire la ripresa economica del paese: lo ha dichiarato ieri sera il governatore della Banca di Spagna, Miguel Angel Fernandez Ordonez. “Misure supplementari”, in aggiunta alla riforma del mercato del lavoro e alle misure per ridurre il deficit, già messe a punto, potrebbe essere necessarie nel settore bancario, ha insistito il governatore dinanzi a un think thank sulle finanze riunito a Madrid.

“Rimangono dubbi sul grado di risanamento dei bilanci delle nostre banche”, ha commentato Fernandez Ordonez, secondo quanto si legge sul testo del suo discorso pubblicato online. “Benché il risanamento sia stato molto importante, un’evoluzione economica insoddisfacente potrebbe rendere necessarie misure supplementari”, ha aggiunto il governatore della Banca di Spagna.

Il nuovo governo conservatore spagnolo si è impegnato a ridurre drasticamente le spese e lanciare una nuova riforma del mercato del lavoro per lottare contro il deficit della Spagna e il suo tasso di disoccupazione del 21,5%. Il governo e la Banca di Spagna hanno imposto un vasto processo di ristrutturazione del settore finanziario al fine di renderlo più solvibile e solido.

(fonte afp)

Vabbè, non resta che aspettare, comunque la crisi dei debiti sovrani, e la sgretolazione dell’ eurozona, si fà sempre più forte. E’ quasi lecito domandarsi non se la zona euro si disintegrerà, ma chi sarà il 1° stato membro a dare il via al crack…………..

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4 commenti Commenta
kry
Scritto il 4 Dicembre 2011 at 15:45

Grazie BALROCK dei tuoi continui aggiornamenti anche la domenica. Il commento finale ci lascia rassegnati e ormai ognuno nell’occhio ha una trave e si guarda ha chi l’ha più grossa. Quello che mi sorprende è come lo spread dei bonos sia calato molto rispetto ai BTP quasi a voler far credere che la loro situazione sia migliore. Ormai tutti sperano che sia l’ITALIA la prima. La domanda che mi pongo è: non può essere che il primo stato che faccia crack possa essere fuori dall’euro zona USA o UK.

balrock
Scritto il 4 Dicembre 2011 at 17:52

kry@finanza:
Grazie BALROCK dei tuoi continui aggiornamenti anche la domenica. Il commento finale ci lascia rassegnati e ormai ognuno nell’occhio ha una trave e si guarda ha chi l’ha più grossa. Quello che mi sorprende è come lo spread dei bonos sia calato molto rispetto ai BTP quasi a voler far credere che la loro situazione sia migliore. Ormai tutti sperano che sia l’ITALIA la prima. La domanda che mi pongo è: non può essere che il primo stato che faccia crack possa essere fuori dall’euro zona USA o UK.

non hai tutti i torti, ed hai ragione sul rendimento dei bono spagnoli, mi pare siano intorno ai 4,50/4,60 quello a 2 anni e 5,60/5,70 quello a 10, quindi meno dei nostri
Per gli USA anche loro son messi male, ma tra i 2 fuori euro che hai menzionato, sarei + per l’inghilterra………ciao e buona domenica

balrock
Scritto il 4 Dicembre 2011 at 18:47

balrock@finanzaonline: non hai tutti i torti, ed hai ragione sul rendimento dei bono spagnoli, mi pare siano intorno ai 4,50/4,60 quello a 2 anni e 5,60/5,70 quello a 10, quindi meno dei nostri
Per gli USA anche loro son messi male, ma tra i 2 fuori euro che hai menzionato, sarei + per l’inghilterra………ciao e buona domenica

trandafil
Scritto il 4 Dicembre 2011 at 23:19

dalla cartina che hai postato il manifatturiero usa è in espansione!
guarda bene!

TRandafil

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