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Grecia elezioni 17 giugno se la destra vince rimane in Europa
Atene: la parola d’ordine è incertezza, già nei giorni scorsi abbiamo potuto vedere, grazie a diversi programmi televisivi, in che stato campa la grecia, svendita delle isole a prezzi irrisori 180 euro al metro quadrato sul mare, e la drammatica situazione degli ammalati che è costretta a pagare medicinali salatissimi per curarsi, chi ha soldi in Grecia li preleva e in questi mesi è aumentata la corsa a ritirare i soldi dalle banche greche in vista del voto del 17 giugno.
Stiamo assistendo alla disperazione e alla paura e, egoisticamente osserviamo attoniti e preoccupati perchè questa crisi è verosimilmente contagiosa e un domani potrebbe toccare anche a noi.
I bancomat sono roventi e gli istituti hanno registrato un aumento significativo dei ritiri dei depositi a causa dei timori crescenti che Atene possa uscire dall’Eurozona dopo il voto di domenica.
Secondo fonti bancarie, il flusso quotidiano di depositi in uscita dalle principali banche avrebbe raggiunto i 500-800 milioni, fra ritiro di contanti, bonifici verso l’estero e disinvestimenti: un fenomeno che si somma ai 72 miliardi di euro già ritirati dall’ottobre 2009, e che lasciano in cassa “solo” 171,5 miliardi.
Auguriamoci che vinca la destra
Se domenica Nea Dimocratia dovesse vincere, il leader dei conservatori greci promette che Atene resterà nella zona euro. Perché altrimenti, a farne le spese sarebbero lavoro ed economia e aggiungo tutta l’Europa.
Ma l’Europa che cambia e punta alla crescita, è l’occasione per rivedere i termini dell’austerity imposta dai creditori internazionali, insostenibile a parere di tanti.
La preoccupazione maggiore è che Nea Dimocratia alle urne se la vedrà con la sinistra anti-rigore Syriza, data vincente dai sondaggi.
Il leader Alexis Tsipras ha già detto che in caso di vittoria la Grecia dirà addio all’austerity e il memorandum concordato con l’Europa sarà annullato, con gravissime conseguenze e un possibile effetto domino pazzesco.
Ai greci, che tornano di nuovo alle urne dopo l’impasse del voto del 6 maggio, l’ardua sentenza in queste legislative determinanti anche per la zona euro.
Incrociamo le dita e vi consiglio di leggere questo articolo sullo stesso argomento… dove viene messo in luce cosa potrebbe succedere da una tragica uscita
E cosa succederebbe subito dopo a noi e ai nostri soldi
I turchi a livello personale non odiano i greci nonostante la storia li dia come perdenti dai tempi di troia. Al massimo si potrebbero vendicare per l’odio che subiscono ed è evidente alla frontiera in entrata nella grecia dal confine turco, le code automobilistiche d’agosto raggiungono anche le sei ore 24 ore su 24 e i controlli vengono rallentati apposta. I turchi poi hanno già i loro problemi è vero che crescono al ritmo del 5/7% ma anche l’inflazione molte volte supera 8%,aprile 2012 era 11%,quindi tecnicamente sarebbero in recessione.
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La Grecia non può uscire dall’Euro e dalla UE perchè cadrebbe inevitabilmente sotto il giogo economico e militare della Turchia.
La Grecia è un Paese piccolo confinante con la Turchia appunto che è una potenza emergente di tutto rispetto, i Greci sono 11 milioni ed i Turchi 80 milioni con un’economia che cresce del 5-6% all’anno ed è la 4°-5° potenza militare del mondo….oltre che il “nemico” storico.
Una Grecia ridotta in stracci, con una monetina equiparabile alle monete nazionali centro-Africane o giù di li ed una probabile guerra civile alle porte sarebbe alla mercè dei Turchi, non lo faranno mai.