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Crisi economica: ecco i numeri del governo monti
Scritto il 12 Novembre 2012 alle 10:37 da
Se l’obiettivo del governo tecnico guidato da Mario Monti era solo quello di far calare spread e i rendimenti sui titoli di Stato, allora la missione può dirsi compiuta. In un anno, da novembre 2011 a novembre 2012, il differenziale tra btp italiani e bund tedeschi è effettivamente sceso, così come gli interessi sui Btp 10 anni, i Bot 12 mesi e i Ctz…
Il problema è che tutto questo è costato caro all’Italia, soprattutto alla parte produttiva del Paese. Calata la produzione industriale, calato in modo vertiginoso il pil, crollati consumi della famiglie e retribuzioni, diminuiti i mutui erogati per l’acquisto di prime case e i prestiti alle famiglie e alle aziende. In compenso è aumentata la disoccupazione, il debito pubblico si appresta a sfondare quota 2000 miliardi e il rapporto debito pubblico su Pil si avvia a toccare il massimo storico del 126%: il precedente record, correva l’anno 1995, si era fermato a 121%, prima di scendere fino al 103% negli anni 2003 e 2004 in cui era premier il tanto vituperato Berlusconi. Quota 103% che, a onor del vero, è stata toccata anche nel 2007 con Prodi. source
Insomma, un vero disastro. L’Italia si è impoverita per difendersi dallo spauracchio spread, il cui abbassamento non dipende però dall’azione di governo ma piuttosto da quella ben più consistente della Bce: anche con Monti al timone dell’Italia, infatti, lo spread ha più volte superato quota 500, sia a dicembre-gennaio sia a luglio di quest’anno.
Numeri impietosi. E i dati sono attendibili, in quanto diffusi dall’Ufficio Studi del Sole 24 Ore e basati su rapporti di Istat e Bankitalia.
Il bollettino di guerra è ben visibile scorrendo la tabella che alleghiamo: da notare soprattutto il boom del debito pubblico e l’aumento della percentuale di disoccupati in un solo anno, da 9,30% a 10,80%. Altrettanto tremendo il calo costante dei consumi delle famiglie.
A voi la tabella
Il problema è che tutto questo è costato caro all’Italia, soprattutto alla parte produttiva del Paese. Calata la produzione industriale, calato in modo vertiginoso il pil, crollati consumi della famiglie e retribuzioni, diminuiti i mutui erogati per l’acquisto di prime case e i prestiti alle famiglie e alle aziende. In compenso è aumentata la disoccupazione, il debito pubblico si appresta a sfondare quota 2000 miliardi e il rapporto debito pubblico su Pil si avvia a toccare il massimo storico del 126%: il precedente record, correva l’anno 1995, si era fermato a 121%, prima di scendere fino al 103% negli anni 2003 e 2004 in cui era premier il tanto vituperato Berlusconi. Quota 103% che, a onor del vero, è stata toccata anche nel 2007 con Prodi. source
Insomma, un vero disastro. L’Italia si è impoverita per difendersi dallo spauracchio spread, il cui abbassamento non dipende però dall’azione di governo ma piuttosto da quella ben più consistente della Bce: anche con Monti al timone dell’Italia, infatti, lo spread ha più volte superato quota 500, sia a dicembre-gennaio sia a luglio di quest’anno.
Numeri impietosi. E i dati sono attendibili, in quanto diffusi dall’Ufficio Studi del Sole 24 Ore e basati su rapporti di Istat e Bankitalia.
Il bollettino di guerra è ben visibile scorrendo la tabella che alleghiamo: da notare soprattutto il boom del debito pubblico e l’aumento della percentuale di disoccupati in un solo anno, da 9,30% a 10,80%. Altrettanto tremendo il calo costante dei consumi delle famiglie.
A voi la tabella
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